QUADERNI

Ci risia­mo. Pen­sa­va­mo di aver dimen­ti­ca­to i tem­pi in cui tan­te ammi­ni­stra­zio­ni loca­li (cit­ta­di­ne, pro­vin­cia­li, regio­na­li) uti­liz­za­va­no stru­men­ti ammi­ni­stra­ti­vi — appun­to — per lede­re dirit­ti costi­tu­zio­nal­men­te garan­ti­ti, come se fos­se suf­fi­cien­te un’or­di­nan­za del sin­da­co di tur­no per pas­sa­re sopra alla Costi­tu­zio­ne. Era quel­la l’e­po­ca del­le “ordi­nan­ze anti-kebab”, che assu­me­va­no diver­se sfac­cet­ta­tu­re, fino a diven­ta­re ordi­nan­ze con­tro le inse­gne etni­che e con­tro i phone-center. 
Sia­mo anda­ti a tro­va­re Ali­ce qual­che set­ti­ma­na fa. Ali­ce e la sua fami­glia sono tito­la­ri del­l’a­zien­da Cor­ra­di­ni di Aman­do­la, nel­le Mar­che. La loro bel­lis­si­ma azien­da di agri­col­tu­ra bio­lo­gi­ca è sta­ta deva­sta­ta dal ter­re­mo­to pri­ma e dal­le nevi­ca­te poi. Sfi­ni­ta dal­la man­can­za di rispo­ste, ha invia­to que­sta let­te­ra al Pre­si­den­te del­la Regio­ne Mar­che e a noi per cono­scen­za per ren­der­la pub­bli­ca e volen­tie­ri le dia­mo voce. Leg­ge­te le sue paro­le per capi­re come si vive oggi (e da mesi) nel­le zone col­pi­te dal sisma, quel­le in cui “nes­su­no rimar­rà solo”. Zone abi­ta­te da per­so­ne che san­no cosa signi­fi­chi rim­boc­car­ci le mani­che e lavo­ra­re duro, ma che da soli non pos­so­no farcela. 
Gra­zie all’iniziativa pro­mos­sa dal Tavo­lo nazio­na­le asi­lo a tute­la di cin­que vit­ti­me del rim­pa­trio, la que­stio­ne sarà esa­mi­na­ta dal­la Cor­te euro­pea dei dirit­ti dell’uomo di Stra­sbur­go. Anche alla luce del­la annun­cia­ta stret­ta sui rim­pa­tri volu­ta dal gover­no Gen­ti­lo­ni e dal mini­stro Min­ni­ti, e alla luce del recen­te accor­do con la Libia, chie­dia­mo che i mini­stri Min­ni­ti e Alfa­no fac­cia­no imme­dia­ta­men­te chia­rez­za sul rim­pa­trio dei cit­ta­di­ni suda­ne­si, per­ché ven­ga sciol­to ogni dub­bio sul­le pos­si­bi­li vio­la­zio­ni di dirit­ti di cui il nostro pae­se potreb­be esser­si reso responsabile. 
Pos­si­bi­le l’u­gua­le ce l’ha nel sim­bo­lo, lo abbia­mo det­to mol­te vol­te. E, impe­gna­ti a con­tra­sta­re le disu­gua­glian­ze in ogni cam­po, sap­pia­mo quan­to l’a­iu­to imme­dia­to, che può fare la dif­fe­ren­za nel­la vita del­le sin­go­le per­so­ne, deb­ba anda­re di pari pas­si con l’a­na­li­si, la pro­get­ta­zio­ne di lun­go perio­do, sem­pre con lo sguar­do rivol­to al futu­ro e non alla con­ser­va­zio­ne di model­li e solu­zio­ni che, se sono mai sta­te una rispo­sta ade­gua­ta, oggi di sicu­ro non lo sono più. 
L’adozione di una car­bon tax è sta­ta da lun­go tem­po sug­ge­ri­ta per inte­rio­riz­za­re e miti­ga­re par­te degli impat­ti ambien­ta­li e sani­ta­ri lega­ti all’impiego dei com­bu­sti­bi­li fos­si­li. L’introduzione di una fisca­li­tà ambien­ta­le, era sta­ta pre­vi­sta anche in Ita­lia con la ‘dele­ga fisca­le’ del 2012, al fine di ridur­re pro­gres­si­va­men­te la tas­sa­zio­ne dal lavo­ro accre­scen­do quel­la sul­le risor­se natu­ra­li ed ener­ge­ti­che in modo da ren­de­re più effi­cien­te l’economia. Una nor­ma che non è mai sta­ta appro­va­ta, mal­gra­do una car­bon tax aves­se già fat­to una effi­me­ra com­par­sa alla fine degli anni Novanta. 
La pro­ce­du­ra è sospe­sa fino al 31 mar­zo pros­si­mo, la secon­da sospen­sio­ne dopo la pri­ma di novem­bre 2016, nono­stan­te l’accordo rag­giun­to tra le Pro­cu­re di Mila­no, di Taran­to e la fami­glia Riva a dicem­bre scor­so. E’ sta­ta, a quan­to pare, la stes­sa fami­glia Riva ad aver chie­sto nuo­va­men­te la sospen­sio­ne dell’accordo. A que­sto pun­to, alme­no per il momen­to, sal­ta tut­to il pro­gram­ma sul qua­le il Gover­no ave­va costrui­to l’iter di pri­va­tiz­za­zio­ne, di mes­sa a nor­ma e quant’altro riguar­dan­te lo sta­bi­li­men­to di Taran­to. Appa­re chia­ro, quin­di, che il Gover­no ha costrui­to una stra­te­gia su un assun­to asso­lu­ta­men­te incerto. 
Il risul­ta­to del secon­do con­gres­so di Pode­mos con­se­gna a Pablo Igle­sias la mag­gio­ran­za asso­lu­ta del Con­se­jo Ciu­da­da­no, e al movi­men­to un desti­no (decli­na­to alla casti­glia­na) diver­so dal­le tesi del fra­ter­no avver­sa­rio scon­fit­to, Íñi­go Erre­jón, che soste­ne­va inve­ce una mode­ra­zio­ne del­le posi­zio­ni più corag­gio­se e radi­ca­li, intra­ve­den­do una allean­za ampia con il PSOE. 
Abbia­mo pre­sen­ta­to un’interrogazione al Con­si­glio dei Mini­stri sui ritar­di nel­la gestio­ne dei modu­li abi­ta­ti­vi per i ter­re­mo­ta­ti del­la Regio­ne Mar­che. In base alle segna­la­zio­ni che abbia­mo rac­col­to ci risul­ta­no noti­zie mol­to gra­vi anco­ra una vol­ta sul­la gestio­ne dell’emergenza ter­re­mo­to con la con­se­guen­te richie­sta del­la Regio­ne di pro­ro­ga­re l’ospitalità pres­so gli alber­ghi del­la costa fino al pros­si­mo dicembre. 
Un immo­bi­le in disu­so è diven­ta­to un resi­den­ce socia­le, che acco­glie da mesi oltre due­cen­to per­so­ne che han­no dirit­to a un allog­gio popo­la­re non anco­ra asse­gna­to. Ora que­ste fami­glie rischia­no di rima­ne­re al freddo. 
«Brea­king news: stes­si dirit­ti signi­fi­ca Matri­mo­nio Egua­li­ta­rio, non unio­ni civi­li che esclu­do­no le Fami­glie Arco­ba­le­no». Que­sto sareb­be l’sms che Pos­si­bi­le potreb­be invia­re in rispo­sta al Sot­to­se­gre­ta­rio Scal­fa­rot­to che rispon­de a Croz­za e al suo inter­ro­ga­ti­vo “Cosa rima­ne del Gover­no Renzi?”. 
Dopo la gene­ra­le indi­gna­zio­ne per le deci­sio­ni di Trump in mate­ria migra­to­ria (muro e #Muslim­Ban), sono di fat­to pas­sa­ti sot­to silen­zio i prov­ve­di­men­ti fir­ma­ti e annun­cia­ti dal nostro pae­se e dall’Unione euro­pea, nono­stan­te abbia­no lo stes­so iden­ti­co fine. 
Alla Came­ra abbia­mo avan­za­to una richie­sta sem­pli­ce nei con­fron­ti del Gover­no. La richie­sta di ren­de­re pub­bli­ci i trat­ta­ti e gli accor­di mili­ta­ri sti­pu­la­ti con gli Sta­ti Uni­ti, in par­ti­co­la­re quel­li sul­le basi mili­ta­ri, soprat­tut­to alla luce del recen­te cam­bio di lea­der­ship alla Casa bianca. 
Se ci attrez­zia­mo potre­mo dif­fon­de­re ener­gia a costi più bas­si, a effet­ti mini­mi, e insie­me all’e­ner­gia potre­mo dif­fon­de­re benes­se­re e oppor­tu­ni­tà di lavo­ro e insom­ma ric­chez­za. Il com­pi­to di una gene­ra­zio­ne per apri­re il cam­mi­no alle prossime.