QUADERNI

Pos­si­bi­le pro­po­ne un per­cor­so cul­tu­ra­le pri­ma che elet­to­ra­le che muo­ve non da oggi. Muo­ve dal lavo­ro pro­get­tua­le coor­di­na­to dal Comi­ta­to scien­ti­fi­co, che Pos­si­bi­le è anche l’unico sog­get­to poli­ti­co ad ave­re intro­dot­to nel pro­prio Sta­tu­to. Alla ricer­ca non solo di paro­le d’ordine (per noi quel­la fon­da­men­ta­le è ugua­glian­za) ma anche dal­la pos­si­bi­li­tà di decli­nar­le in pro­get­ti cre­di­bi­li, soste­ni­bi­li e defi­ni­bi­li in un cor­pus legi­sla­ti­vo che sia coe­ren­te e pron­to all’uso. Un lavo­ro che sap­pia­mo par­zia­le e insuf­fi­cien­te e che infat­ti rilan­cia­mo dal 24 al 26 feb­bra­io, a Roma, in occa­sio­ne del­la tre gior­ni dedi­ca­ta alla Costi­tuen­te del­le idee. 
In sol­do­ni: se hai un con­trat­to con una scuo­la pari­ta­ria (leg­gi scuo­le pri­va­te, sì, pro­prio quel­le che secon­do la Costi­tu­zio­ne pos­so­no esi­ste­re “sen­za one­ri per lo Sta­to”) puoi rispar­miar­ti il sudo­re di anni di pre­pa­ra­zio­ne per il con­cor­so, pur­ché paghi tu. 
Se cer­ca­te inter­lo­cu­to­ri, ripar­ti­te dal­la real­tà, dagli stru­men­ti per cam­biar­la, dagli obiet­ti­vi che dia­no sen­so alla poli­ti­ca e digni­tà alle per­so­ne. Sen­za timi­dez­ze. Per­ché il mon­do così non fun­zio­na: si pre­pa­ra solo alla sosti­tu­zio­ne dei lavo­ra­to­ri con robot e androi­di. Che non van­no paga­ti, cer­to, ma non con­su­ma­no. E for­se è il caso di ini­zia­re a pen­sar­ci, rispol­ve­ran­do anti­che let­tu­re e indi­vi­duan­do solu­zio­ni inedite. 
Mat­teo Ren­zi (che rin­ghia con­trat­to nel­le sue solip­si­sti­che ven­det­te come rac­con­ta­no oggi tut­ti i gior­na­li) fin­ge di non esse­re la stes­sa per­so­na che è riu­sci­to a fran­tu­ma­re il Pae­se, si dimen­ti­ca di esse­re segre­ta­rio del più gran­de par­ti­to del Pae­se (par­ti­to in dis­so­lu­zio­ne, com’è nel­le sue cor­de di idea di coman­do) e si lan­ce­rà in un’e­sal­tan­te cam­pa­gna elet­to­ra­le basa­ta sul­la per­di­ta di memo­ria a bre­ve termine. 
Il “Pia­no per la con­ser­va­zio­ne del lupo” va rivi­sto, come abbia­mo già dichia­ra­to in una recen­te inter­ro­ga­zio­ne al Mini­stro Gal­let­ti, poi­ché se il Pia­no doves­se esse­re appro­va­to sen­za alcu­na modi­fi­ca, c’è il rischio di incre­men­ta­re il brac­co­nag­gio, men­tre è neces­sa­rio tute­la­re e con­ser­va­re il patri­mo­nio fau­ni­sti­co del nostro Paese. 
Men­tre i gran­di grup­pi deci­do­no quan­do e come si andrà a vota­re, mez­zo par­ti­to del gover­no si inter­ro­ga se lascia­re il gover­no ovve­ro il par­ti­to, cam­bia­mo pro­prio modo di pen­sa­re alla poli­ti­ca, resti­tuen­do­la alla sostan­za di cui dovreb­be occu­par­si: come ren­de­re soste­ni­bi­le la vita del­le per­so­ne (arti­co­lo 3), come far paga­re le tas­se alle mul­ti­na­zio­na­li (che non le paga­no) in una cor­ret­ta pro­por­zio­ne e pro­gres­si­vi­tà (arti­co­lo 53), come rispet­ta­re il lavo­ro e una paga digni­to­sa per tut­ti e tut­te (arti­co­lo 36), come gesti­re l’ac­co­glien­za in modo rigo­ro­so e com­pa­ti­bi­le con il benes­se­re di tut­ti (risa­len­do alle cau­se, arti­co­lo 10 ma anche 11), come fare in modo che la tec­no­lo­gia ci aiu­ti a pre­ser­va­re la bel­lez­za (arti­co­lo 9). E avan­ti così, arti­co­lo per arti­co­lo, pun­to per pun­to, in un cata­lo­go illu­stra­to del­le cose che farem­mo al posto di quel­le che vediamo. 
Non dob­bia­mo in alcun modo sot­to­va­lu­ta­re il prov­ve­di­men­to di Trump, un prov­ve­di­men­to che — oltre a esse­re inef­fi­ca­ce e assur­do — apre a uno sci­vo­la­men­to che può ripor­ta­re l’u­ma­ni­tà a rivi­ve­re i peg­gio­ri incu­bi del nove­cen­to. E’ neces­sa­rio mobi­li­tar­si ora, dap­per­tut­to, sor­ve­glian­do atten­ta­men­te anche sul­le poli­ti­che ita­lia­ne e europee. 
Rice­via­mo quo­ti­dia­na­men­te nume­ro­se let­te­re di docen­ti, geni­to­ri e per­so­ne che a vario tito­lo lavo­ra­no nel mon­do del­la scuo­la. Oggi pub­bli­chia­mo quel­la di Fede­ri­ca rela­ti­va alla situa­zio­ne dei cosid­det­ti ‘ido­nei fantasma’. 
Sono Libe­ro. E sono arrab­bia­to. Avrei dovu­to chia­mar­mi diver­sa­men­te, lo so. Ma non sia­mo qui per par­la­re del mio nome. Sono arrab­bia­to e fac­cio il Diri­gen­te Sco­la­sti­co. Inten­do ruba­re un po’ del vostro tem­po per par­lar­vi di Scuo­la, di quel­la vera, non di quel­la rac­con­ta­ta da mini­stri e “lea­ders fighet­ti”, che, pro­ba­bil­men­te, in una scuo­la pub­bli­ca non han­no mai mes­so piede.