QUADERNI

I cen­tri libi­ci non sono di “acco­glien­za”, ma di “deten­zio­ne”. Quan­do non ci può esse­re dia­lo­go, sono i pat­ti, e non i por­ti, a dover­si chiudere. 
In men che non si dica fini­rà la spen­sie­ra­tez­za esti­va e si tor­ne­rà a par­la­re di chiu­su­re, o di ria­per­tu­re che sal­ta­no come nel caso del­le scuo­le. Per que­sto, per la pri­ma vol­ta dall’inizio del­la pan­de­mia, que­sto Pae­se potreb­be anti­ci­pa­re il pro­ble­ma pri­ma di esser­ne travolto. 
I dirit­ti, le liber­tà, la digni­tà e i cor­pi del­le per­so­ne LGBTI+ non sono mer­ce di scam­bio poli­ti­co, stru­men­ti di tat­ti­ci­smi che spes­so guar­da­no ad altre que­stio­ni e han­no tut­t’al­tri obbiettivi. 
La tv bri­tan­ni­ca Itv ha man­da­to in onda un ser­vi­zio-inchie­sta sul­lo smal­ti­men­to dei resi in un magaz­zi­no Ama­zon scoz­ze­se, sul­la siste­ma­ti­ca distru­zio­ne di milio­ni di pro­dot­ti rima­sti inven­du­ti, dan­neg­gia­ti o rifiu­ta­ti. Beni per­fet­ta­men­te fun­zio­nan­ti man­da­ti al macero. 
Chi aspet­ta­va solu­zio­ni inno­va­ti­ve e riso­lu­ti­ve di quel mec­ca­ni­smo ves­sa­to­rio che tan­to spes­so anni­chi­li­sce con­tri­buen­ti in dif­fi­col­tà, non può che pren­de­re atto del­l’en­ne­si­ma delusione. 
Per­ché la riso­lu­zio­ne del Par­la­men­to euro­peo non resti let­te­ra mor­ta, è impor­tan­te mobi­li­tar­si tutt* a par­ti­re dal livel­lo loca­le e nazio­na­le. Le cam­pa­gne di Pos­si­bi­le han­no già avu­to esi­to posi­ti­vo in varie real­tà loca­li, unen­do le for­ze il cam­bia­men­to avviene. 
Pos­si­bi­le, attra­ver­so i comi­ta­ti ligu­ri, orga­niz­za e par­te­ci­pa a que­sta serie di ini­zia­ti­ve deno­mi­na­te “Geno­va 2001, ven­ti anni dopo un altro mon­do è neces­sa­rio”. Saran­no 4 gior­ni, dal 18 luglio al 21 luglio, attra­ver­so i luo­ghi sim­bo­lo del G8 del 2001. 
Anco­ra una vol­ta la spin­ta per pro­teg­ge­re i dirit­ti fon­da­men­ta­li de* cit­ta­din* euro­pe* arri­va dall’Europa, men­tre a livel­lo nazio­na­le si fa spes­so fati­ca ad affer­ma­re prin­ci­pi di pura civil­tà che dovreb­be­ro pre­scin­de­re dal colo­re politico. 
82,4 milio­ni. Nono­stan­te la pan­de­mia, nono­stan­te le limi­ta­zio­ni agli spo­sta­men­ti attua­te in nume­ro­si pae­si, il 2020 fa segna­re un nuo­vo record al nume­ro di per­so­ne costret­te ad abban­do­na­re le pro­prie case a cau­sa di per­se­cu­zio­ni, vio­la­zio­ni dei dirit­ti uma­ni ed even­ti che han­no pre­giu­di­ca­to gra­ve­men­te l’or­di­ne pubblico. 
Il Pia­no nazio­na­le d’azione per l’uguaglianza dei dirit­ti, è basa­to sul­la con­sa­pe­vo­lez­za che sia il siste­ma cul­tu­ra­le a dover cam­bia­re, per­ché l’odio e la vio­len­za si basa­no su pre­giu­di­zi cul­tu­ra­li. Un pia­no, come tut­to il per­cor­so arco­ba­le­no del­la Fran­cia, che potreb­be tran­quil­la­men­te esse­re d’esempio anche per l’Italia.
A tut­ti, infat­ti, capi­ta di imbat­ter­si, per stra­da o nel­le cor­sie di un super­mer­ca­to, in una gio­va­ne don­na o una don­na adul­ta, che, con impe­gno, sostie­ne a brac­cet­to un anzia­no o gui­da la sua car­roz­zi­na. Ma, quan­do le osser­via­mo, ci chie­dia­mo mai: chi sono que­ste donne?