QUADERNI
Con i protagonisti del “partito della nazione” e dell’alleanza Pd-Ncd, fautori dell’Italicum sostenuto fino a mettervi sopra il voto di fiducia al Governo, adesso si ripropone un “centrosinistra” (da Pisapia ad Alfano, che guida un partito che si chiama “nuovo centrodestra”) e come legge elettorale il Mattarellum. Come se nulla fosse, come se tre anni potessero essere messi tra parentesi, senza chiedere neppure scusa.
Chiuso il finanziamento di una ambulanza e dei corridoi umanitari, torniamo in campo con due progetti, per fornire acqua sicura e pulita a un orfanotrofio che ospita 45 bambini e 7 vedove, e l’acquisto di cento pacchi famiglia.
Perché la maggioranza non ammette che l’opera non è sostenibile, non è strategica, non è congruente con la situazione economica del nostro Paese? Lo stesso Renzi dichiarò nel 2014 che lui non avrebbe realizzato la Tav. Sappiamo che si è smentito su quasi tutti gli impegni che ha preso, ma ci chiediamo perché la maggioranza non voglia prendere atto di un giudizio condiviso da moltissimi.
Il 13 dicembre 2016 potrebbe diventare uno snodo fondamentale della storia italiana del processo di riappropriazione da parte dei cittadini di un bene comune quale è l’acqua.
Dall’inizio del prossimo decennio non solo tutti i nuovi edifici dovranno essere a consumo energetico “quasi zero”, ma andranno definite politiche per stimolare la riqualificazione spinta degli edifici esistenti, con riduzioni dei consumi fossili del 60–80%. Si tratta in sostanza, di recuperare il nostro “shale gas”, ottenibile riducendo significativamente i consumi di metano del nostro inefficiente patrimonio edilizio.
Nel giorno in cui l’Osservatorio dell’Inps diffonde i catastrofici dati sul lavoro dei primi 10 mesi del 2016, il ministro Poletti rilascia dichiarazioni insulse sui giovani e mette le mani avanti dichiarando che il Governo è pronto a rimediare a livello normativo all’uso dei voucher.
“La politica come strumento a servizio dei cittadini” non è uno slogan che ci piace decantare e lasciare lì, appeso tra il dire e il fare. Per noi di Possibile è il motore del progetto che vuole riportare il cittadino al centro, con le sue necessità, in un percorso di democrazia orizzontale e partecipata. Aspetti che non possono passare in secondo ordine nemmeno quando si tratta di selezionare la classe dirigente che deve essere capace di rappresentare i cittadini e i territori.
E’ finito il tempo dei convegni e delle sale d’attesa. E’ il tempo di proposte e idee precise, da mettere nero su bianco. Partecipa anche tu alla scrittura del programma per realizzare #giornimigliori.
Recita un vecchio proverbio che se qualcuno ti frega una volta è colpa sua, se ti frega due volte è colpa tua. Siccome a questo punto altro che la seconda, si è perso il conto, assistiamo stupefatti al ritorno dell’eterno dibattito sul Pd.
Ci vogliamo alleare con la società, con le sue competenze, con il suo impegno, con il senso di futuro di chi ha a cuore gli italiani di oggi e soprattutto quelli di domani. Vogliamo allearci con voi, con te. Dare la possibilità di partecipare a una profonda trasformazione, piena di alternativa e di opportunità.
Dato che l’emergenza non è finita, continueremo a sostenere campagne di aiuto diretto dei civili. Vi invitiamo a partecipare direttamente anche alla scelta, suggerendoci progetti che abbiano queste caratteristiche con la maggior quantità di dettagli possibili (rispetto agli operatori, ai beneficiari, ai contatti da tenere e sviluppare).
Il sistema dei trasporti italiano è dominato dal trasporto su strada sia per i passeggeri che per le merci. Oltre il 60% degli spostamenti delle merci viaggia su TIR ed oltre il 60% di persone che si muove ogni giorno lo fa con la propria auto. Questo determina emissioni inquinanti nell’aria, il 26% di emissioni di gas serra, 3419 morti sulle strade e 246.000 feriti nel 2015, con la perdita di salute e benessere. Con 61 auto ogni 100 abitanti le nostre meravigliose città sono un garage a cielo aperto e la congestione rallenta gli spostamenti.
La scuola pubblica ha problemi strutturali, che vanno risolti, perché è la scuola pubblica il primo motore dell’uguaglianza. Non li ha risolti la “buona scuola”, non li hanno risolti le riforme degli ultimi anni.