QUADERNI
Il 31 luglio scorso il Commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, Santi Giuffrè, è andato in pensione. Se ne sono accorti in pochi perché il Governo era troppo impegnato nella battaglia referendaria e un po’ perché l’antimafia di questi tempi sembra essere scivolata nelle retrovie delle priorità del governo e dei partiti.
In risposta alle terribili notizie che, nelle ultime ore ancora di più, arrivano da Aleppo, chiediamo alle istituzioni e ci impegniamo direttamente per costruire vie di uscita sicure per i civili.
Viene paventata l’ipotesi di andare al voto prima del referendum sul Jobs act, ma non ci si può sottrarre al confronto sul lavoro: non si può sottrarre Renzi e non si può sottrarre chi dice di voler riunire la sinistra.
La proposta di Syndial, non osteggiata dalla Regione Calabria, per quel che ci è dato conoscere, non risponde esattamente a un recupero definitivo del territorio né sotto il profilo ambientale, né sotto il profilo dello sviluppo futuro non solo dell’area ex industriale, ma di tutta la città.
Non dovrebbe essere ammesso altro indugio nell’intervenire con una qualsivoglia forma di reddito minimo garantito. Gentiloni assicura che il suo governo procederà in continuità con il precedente esecutivo. E ciò non depone certamente a suo favore.
Non abbiamo ascoltato una sola parola di ripensamento da parte del premier Gentiloni sulle politiche portate avanti dal Governo Renzi né un’analisi seria e doverosa sul voto referendario. Solo elogi mentre i numeri e la realtà ci parlano di un’altra narrazione, di un altro Paese in crisi profonda. Basta questo a farci votare convintamente no alla fiducia.
La nostra sarà un’opposizione intransigente, di merito, incalzante e ruvida per denunciare tutte le contraddizioni del governo del Gattopardo, ma non sbracata e populista. Un’opposizione durissima ma leale alle istituzioni e repubblicana.
Dalla decontribuzione si passa ai bonus occupazionali. La logica sottesa è però sempre quella: un bonus che incentiva provvisoriamente l’assunzione dei giovani senza una vera prospettiva di lungo periodo. Una misura “tampone”.
Doveva essere un Governo di transizione che avrebbe dovuto portare il Paese alle urne con una nuova legge elettorale. Invece l’unica transizione di rilievo riguarda Alfano che viene promosso ministro degli Esteri, come avevamo predetto.
Ambiente, ecologia e innovazione devono stare all’inizio di qualsiasi riflessione, e devono essere protagonisti di ciascun ragionamento, perché è anche e soprattutto da qui che passa necessariamente la valutazione di ciascuna politica pubblica, nel segno di un’uguaglianza sostanziale che deve costruirsi anche così.
Gentiloni ha in questo momento la qualità indispensabile per poter ambire al ruolo di Presidente del Consiglio poiché non fa ombra a Renzi eppure lo rappresenta, un po’ come quando l’allenatore viene espulso e rimane il secondo in panchina filocollegato con la tribuna.