QUADERNI
Viene paventata l’ipotesi di andare al voto prima del referendum sul Jobs act, ma non ci si può sottrarre al confronto sul lavoro: non si può sottrarre Renzi e non si può sottrarre chi dice di voler riunire la sinistra.
La proposta di Syndial, non osteggiata dalla Regione Calabria, per quel che ci è dato conoscere, non risponde esattamente a un recupero definitivo del territorio né sotto il profilo ambientale, né sotto il profilo dello sviluppo futuro non solo dell’area ex industriale, ma di tutta la città.
Non dovrebbe essere ammesso altro indugio nell’intervenire con una qualsivoglia forma di reddito minimo garantito. Gentiloni assicura che il suo governo procederà in continuità con il precedente esecutivo. E ciò non depone certamente a suo favore.
Non abbiamo ascoltato una sola parola di ripensamento da parte del premier Gentiloni sulle politiche portate avanti dal Governo Renzi né un’analisi seria e doverosa sul voto referendario. Solo elogi mentre i numeri e la realtà ci parlano di un’altra narrazione, di un altro Paese in crisi profonda. Basta questo a farci votare convintamente no alla fiducia.
La nostra sarà un’opposizione intransigente, di merito, incalzante e ruvida per denunciare tutte le contraddizioni del governo del Gattopardo, ma non sbracata e populista. Un’opposizione durissima ma leale alle istituzioni e repubblicana.
Dalla decontribuzione si passa ai bonus occupazionali. La logica sottesa è però sempre quella: un bonus che incentiva provvisoriamente l’assunzione dei giovani senza una vera prospettiva di lungo periodo. Una misura “tampone”.
Doveva essere un Governo di transizione che avrebbe dovuto portare il Paese alle urne con una nuova legge elettorale. Invece l’unica transizione di rilievo riguarda Alfano che viene promosso ministro degli Esteri, come avevamo predetto.
Ambiente, ecologia e innovazione devono stare all’inizio di qualsiasi riflessione, e devono essere protagonisti di ciascun ragionamento, perché è anche e soprattutto da qui che passa necessariamente la valutazione di ciascuna politica pubblica, nel segno di un’uguaglianza sostanziale che deve costruirsi anche così.
Gentiloni ha in questo momento la qualità indispensabile per poter ambire al ruolo di Presidente del Consiglio poiché non fa ombra a Renzi eppure lo rappresenta, un po’ come quando l’allenatore viene espulso e rimane il secondo in panchina filocollegato con la tribuna.
Il Ministero degli Esteri ha autorizzato l’esportazione di numerosi carichi di armi verso l’Arabia Saudita, che da oltre un anno e mezzo bombarda indiscriminatamente lo Yemen. Gentiloni faccia chiarezza, prima di chiedere fiducia.
Torniamo a parlare di migrazioni e accoglienza, ripartendo da uno dei più potenti elementi dal punto di vista simbolico, ma anche politico, e cioè i confini, e in particolare la loro gestione, cosa che i governi europei fanno sempre con maggiore attenzione, non limitandosi ai propri.
E’ necessario che ciascuna forza politica faccia le proprie proposte e indichi la propria disponibilità a convergere su altre. L’unica cosa davvero da evitare è quella di indirizzarsi verso sistemi elettorali che, attraverso premioni nazionali dati a chi non li merita, distorce gravemente la rappresentanza e soprattutto non assicura un legame elettore-eletto.
La personalizzazione di cui abbiamo bisogno è fatta e interpretata da ogni singolo cittadino. E’ solo così che possiamo cambiare la politica e il paese, e non attraverso la ricerca di accordi tutti interni alla classe politica, fatti di foto di gruppo dietro alle quali si nasconde il nulla.
Il Fantacalcio delle alleanze è un luogo affollatissimo: richiede poche competenze, poche idee e pure confuse e conforta nel suo non doversi applicare ai progetti restando sui nomi e al massimo le facce.