QUADERNI

Se si vota sì a una rifor­ma che non si con­di­vi­de o che addi­rit­tu­ra è defi­ni­ta brut­ta, scrit­ta male, man­che­vo­le di equi­li­brio e di misu­ra, si fa un gra­ve erro­re. Non si risol­vo­no “gli altri moti­vi” e si crea­no sol­tan­to altri problemi. 
La voce del­la pro­pa­gan­da nel­le pros­si­me ore si farà sem­pre più fra­go­ro­sa e bece­ra. Resi­stia­mo luci­di e vigi­li. Mol­ti­pli­chia­mo le ener­gie e non lascia­mo impu­ni­ta nes­su­na bugia tos­si­ca. Buo­ni ulti­mi due gior­ni di cam­pa­gna a noi. Tutti. 
Spia­ce, spia­ce dav­ve­ro che nel nostro pae­se ci sia­no Costi­tu­zio­na­li­sti che sci­vo­la­no nel­la reto­ri­ca gover­na­ti­va arri­van­do ad affer­ma­re — testual­men­te — che «sarà un Sena­to in real­tà elet­to diret­ta­men­te dai cittadini». 
Nel 2013, la Pro­cu­ra di Taran­to ed i Custo­di Giu­di­zia­ri ave­va­no sti­ma­to in 8,1 miliar­di di euro il costo tota­le degli inter­ven­ti neces­sa­ri al ripri­sti­no fun­zio­na­le degli impian­ti dell’area a cal­do per un pos­si­bi­le risa­na­men­to ambien­ta­le. Par­lia­mo quin­di di 8,1 miliar­di di euro solo per l’ ambientalizzazione. 
Pro­di dichia­ra di vota­re sì per­ché sostie­ne che non biso­gna vole­re trop­po, che “nel­la vita è meglio suc­chia­re un osso che un basto­ne”. Noi non suc­chia­mo l’os­so né il basto­ne. Noi ragio­nia­mo su come resti­tui­re lo scet­tro ai cit­ta­di­ni, que­sta rifor­ma lo sot­trae. Que­sto è il punto. 
Sie­te sicu­ri che l’aver este­so anche alla Costi­tu­zio­ne l’insana abi­tu­di­ne tipi­ca del­la poli­ti­ca di dire tut­to e il con­tra­rio di tut­to in base alla con­ve­nien­za del momen­to non sia in effet­ti l’unico vero cam­bia­men­to visto finora? 
Il ragio­na­men­to gover­na­ti­vo che sta­va alla base di que­sta scel­ta è sta­to più e più vol­te espli­ci­ta­to, anche da Maria Ele­na Boschi: «non stan­no insie­me un Sena­to elet­to e un Sena­to che non vota né la fidu­cia, né il bilan­cio del­lo Stato». 
Ieri sera, al ter­mi­ne del­l’en­ne­si­ma, lun­ga diret­ta Face­book da Palaz­zo Chi­gi, abbia­mo visto il Pre­si­den­te del con­si­glio usa­re quel­la che ave­va annun­cia­to esse­re una buo­na noti­zia, l’ac­cor­do con la fami­glia Riva per il paga­men­to di oltre un miliar­do di euro da desti­na­re al risa­na­men­to di Taran­to, per chiu­de­re il suo mono­lo­go a favo­re del sì al refe­ren­dum costi­tu­zio­na­le. Ecco, ci per­met­tia­mo di far pre­sen­te che può sem­bra­re nor­ma­le, ma non lo è. 
Una per una, tut­te le rispo­ste alle bufa­le refe­ren­da­rie che sem­pre più cir­co­la­no in que­ste ulti­me ore di cam­pa­gna. Da uti­liz­za­re con gli ami­ci all’a­pe­ri­ti­vo, ai ban­chet­ti, alle ulti­me ini­zia­ti­ve che ci sepa­ra­no dal voto più atte­so di que­sta sta­gio­ne poli­ti­ca, e per il qua­le è neces­sa­rio rima­ne­re mobi­li­ta­ti fino all’ul­ti­mo secon­do utile. 
Bep­pe Sala dice che fareb­be anche il sena­to­re, ma non più di un gior­no a set­ti­ma­na. E lo fareb­be per por­ta­re a Roma le istan­ze di Mila­no. E tut­ti gli altri cit­ta­di­ni lom­bar­di non val­go­no nulla? 
Dice il Comi­ta­to del Sì che la rifor­ma del­la pub­bli­ca ammi­ni­stra­zio­ne sia sta­ta stop­pa­ta “dal veto di una sola Regio­ne”. Fal­so. Per rispet­ta­re la Costi­tu­zio­ne baste­reb­be cono­scer­la, rispet­tar­la e finir­la una buo­na vol­ta di ten­ta­re di for­zar­la a pro­prio uso e consumo. 
Rile­via­mo che alle vol­te il bica­me­ra­li­smo per­fet­to ser­ve, e ser­ve per rime­dia­re a erro­ri, dimen­ti­can­ze, omis­sio­ni (non volu­te, ma spes­so volu­te) com­piu­te dal­la clas­se poli­ti­ca. Il bica­me­ra­li­smo per­fet­to, in que­sto caso, agi­sce da vera e pro­pria assi­cu­ra­zio­ne isti­tu­zio­na­le, supe­rio­re per defi­ni­zio­ne alle man­che­vo­lez­ze e alle bas­sez­ze del­la poli­ti­ca e dei par­ti­ti. E pen­sa­te come avreb­be potu­to (non) risol­ver­si que­sta vicen­da se dav­ve­ro — ma così non è, come abbia­mo già avu­to modo di spie­ga­re — que­sta rifor­ma por­tas­se tut­te le com­pe­ten­ze sani­ta­rie in capo allo Sta­to e a una sola came­ra legislativa. 
L’e­co­no­mi­sta Rober­to Perot­ti è l’au­to­re del­l’ul­ti­ma sti­ma sui più pro­ba­bi­li rispar­mi deri­van­ti dal­la rifor­ma costi­tu­zio­na­le. La nuo­va valu­ta­zio­ne, pur disco­stan­do­si nei risul­ta­ti da quel­la effet­tua­ta a tem­po debi­to dal­la Ragio­ne­ria di Sta­to costi­tui­sce un’al­tra smen­ti­ta del­la vul­ga­ta, soste­nu­ta in pri­mis dagli espo­nen­ti del gover­no e dai soste­ni­to­ri del Sì, secon­do cui i rispar­mi si atte­ste­reb­be­ro a 500 milio­ni di euro.