QUADERNI

Indi­spen­sa­bi­le lamen­tar­si del­la man­can­za di sini­stra, del resto: se a qual­cu­no dei loro affe­zio­na­ti let­to­ri spun­tas­se la voglia di far­si un giro nel Pae­se rea­le (dove a sini­stra ci si è con­su­ma­te le suo­le a attra­ver­sa­re il Pae­se “nel meri­to” come pia­ce a loro) uscen­do dal­l’I­ta­lia “secon­do Ren­zi, Repub­bli­ca e Cala­bre­si” fini­reb­be­ro per abbo­nar­si a Novel­la 7000 piut­to­sto che leg­ge­re il bol­let­ti­no di governo. 
La fine del­la cam­pa­gna refe­ren­da­ria non coin­ci­de con la fine del­lo sfor­zo pro­fu­so da colo­ro che han­no con­dot­to la cam­pa­gna per le stra­de e che nel­le pros­si­me ore sor­ve­glie­ran­no sul­le ope­ra­zio­ni di voto. A loro, il nostro più sen­ti­to ringraziamento. 
L’I­ta­lia è il pae­se del­l’im­mo­bi­li­tà socia­le, ci rac­con­ta il rap­por­to Cen­sis 2016. E lo è secon­do una dop­pia frat­tu­ra, che riguar­da sia le con­di­zio­ni socio-eco­no­mi­che che la con­di­zio­ne ana­gra­fi­ca, come foto­gra­fa­to da dati asso­lu­ta­men­te impressionanti. 
Per soste­ne­re una rifor­ma costi­tu­zio­na­le (per di più di un ter­zo del­la Costi­tu­zio­ne) biso­gne­reb­be alme­no cono­scer­la. Nei nume­ro­si dibat­ti­ti e incon­tri di que­sti lun­ghi mesi di cam­pa­gna refe­ren­da­ria abbia­mo, inve­ce, con­sta­ta­to il contrario. 
Que­sta mat­ti­na abbia­mo depo­si­ta­to un’in­ter­ro­ga­zio­ne al Pre­si­den­te del Con­si­glio sul­la gra­ve denun­cia fat­ta ieri da un quo­ti­dia­no cir­ca l’u­so del­l’e­li­soc­cor­so di tur­no del­l’Ae­ro­nau­ti­ca mili­ta­re da par­te del pre­mier stes­so per spo­star­si duran­te la cam­pa­gna elettorale. 
La Cor­te Costi­tu­zio­na­le non ha fat­to altro che il pro­prio dove­re, ed ecco per­ché la solu­zio­ne non sta­ra nel­le “gran­di rifor­me” ma nell’approvazione di buo­ne leg­gi, ben pen­sa­te e poi ben scrit­te, nel rispet­to del­la Costi­tu­zio­ne e in par­ti­co­la­re di quan­to pre­vi­sto a tute­la del­le autonomie. 
Per mesi i soste­ni­to­ri del­la rifor­ma ci han­no rac­con­ta­to che il Sena­to non era e non pote­va esse­re elet­ti­vo. E’ anco­ra non elet­ti­vo, eppu­re ci rac­con­ta­no il con­tra­rio, smen­ten­do l’i­dea che era alla base del­la rifor­ma stessa. 
Se si vota sì a una rifor­ma che non si con­di­vi­de o che addi­rit­tu­ra è defi­ni­ta brut­ta, scrit­ta male, man­che­vo­le di equi­li­brio e di misu­ra, si fa un gra­ve erro­re. Non si risol­vo­no “gli altri moti­vi” e si crea­no sol­tan­to altri problemi. 
La voce del­la pro­pa­gan­da nel­le pros­si­me ore si farà sem­pre più fra­go­ro­sa e bece­ra. Resi­stia­mo luci­di e vigi­li. Mol­ti­pli­chia­mo le ener­gie e non lascia­mo impu­ni­ta nes­su­na bugia tos­si­ca. Buo­ni ulti­mi due gior­ni di cam­pa­gna a noi. Tutti. 
Spia­ce, spia­ce dav­ve­ro che nel nostro pae­se ci sia­no Costi­tu­zio­na­li­sti che sci­vo­la­no nel­la reto­ri­ca gover­na­ti­va arri­van­do ad affer­ma­re — testual­men­te — che «sarà un Sena­to in real­tà elet­to diret­ta­men­te dai cittadini». 
Nel 2013, la Pro­cu­ra di Taran­to ed i Custo­di Giu­di­zia­ri ave­va­no sti­ma­to in 8,1 miliar­di di euro il costo tota­le degli inter­ven­ti neces­sa­ri al ripri­sti­no fun­zio­na­le degli impian­ti dell’area a cal­do per un pos­si­bi­le risa­na­men­to ambien­ta­le. Par­lia­mo quin­di di 8,1 miliar­di di euro solo per l’ ambientalizzazione. 
Pro­di dichia­ra di vota­re sì per­ché sostie­ne che non biso­gna vole­re trop­po, che “nel­la vita è meglio suc­chia­re un osso che un basto­ne”. Noi non suc­chia­mo l’os­so né il basto­ne. Noi ragio­nia­mo su come resti­tui­re lo scet­tro ai cit­ta­di­ni, que­sta rifor­ma lo sot­trae. Que­sto è il punto.