QUADERNI
Indispensabile lamentarsi della mancanza di sinistra, del resto: se a qualcuno dei loro affezionati lettori spuntasse la voglia di farsi un giro nel Paese reale (dove a sinistra ci si è consumate le suole a attraversare il Paese “nel merito” come piace a loro) uscendo dall’Italia “secondo Renzi, Repubblica e Calabresi” finirebbero per abbonarsi a Novella 7000 piuttosto che leggere il bollettino di governo.
La fine della campagna referendaria non coincide con la fine dello sforzo profuso da coloro che hanno condotto la campagna per le strade e che nelle prossime ore sorveglieranno sulle operazioni di voto. A loro, il nostro più sentito ringraziamento.
L’Italia è il paese dell’immobilità sociale, ci racconta il rapporto Censis 2016. E lo è secondo una doppia frattura, che riguarda sia le condizioni socio-economiche che la condizione anagrafica, come fotografato da dati assolutamente impressionanti.
Domenica 4 dicembre 2016 si svolgeranno le consultazioni referendarie sul testo di riforma costituzionale promosso dal governo di Matteo Renzi. Qui tutte le istruzioni utili.
Per sostenere una riforma costituzionale (per di più di un terzo della Costituzione) bisognerebbe almeno conoscerla. Nei numerosi dibattiti e incontri di questi lunghi mesi di campagna referendaria abbiamo, invece, constatato il contrario.
Questa mattina abbiamo depositato un’interrogazione al Presidente del Consiglio sulla grave denuncia fatta ieri da un quotidiano circa l’uso dell’elisoccorso di turno dell’Aeronautica militare da parte del premier stesso per spostarsi durante la campagna elettorale.
La Corte Costituzionale non ha fatto altro che il proprio dovere, ed ecco perché la soluzione non stara nelle “grandi riforme” ma nell’approvazione di buone leggi, ben pensate e poi ben scritte, nel rispetto della Costituzione e in particolare di quanto previsto a tutela delle autonomie.
Per mesi i sostenitori della riforma ci hanno raccontato che il Senato non era e non poteva essere elettivo. E’ ancora non elettivo, eppure ci raccontano il contrario, smentendo l’idea che era alla base della riforma stessa.
Anche quest’anno, in occasione della “Giornata Internazionale sulla Disabilità”, tiriamo le somme di quanto è stato fatto, o meno, per migliorare le condizioni di vita di chi ha una disabilità.
Se si vota sì a una riforma che non si condivide o che addirittura è definita brutta, scritta male, manchevole di equilibrio e di misura, si fa un grave errore. Non si risolvono “gli altri motivi” e si creano soltanto altri problemi.
La voce della propaganda nelle prossime ore si farà sempre più fragorosa e becera. Resistiamo lucidi e vigili. Moltiplichiamo le energie e non lasciamo impunita nessuna bugia tossica. Buoni ultimi due giorni di campagna a noi. Tutti.
Spiace, spiace davvero che nel nostro paese ci siano Costituzionalisti che scivolano nella retorica governativa arrivando ad affermare — testualmente — che «sarà un Senato in realtà eletto direttamente dai cittadini».
Nel 2013, la Procura di Taranto ed i Custodi Giudiziari avevano stimato in 8,1 miliardi di euro il costo totale degli interventi necessari al ripristino funzionale degli impianti dell’area a caldo per un possibile risanamento ambientale. Parliamo quindi di 8,1 miliardi di euro solo per l’ ambientalizzazione.
Prodi dichiara di votare sì perché sostiene che non bisogna volere troppo, che “nella vita è meglio succhiare un osso che un bastone”. Noi non succhiamo l’osso né il bastone. Noi ragioniamo su come restituire lo scettro ai cittadini, questa riforma lo sottrae. Questo è il punto.