QUADERNI
Il Governo farà gestire l’emergenza sanitaria in Campania a un uomo che ha chiesto davanti a 300 sindaci di rastrellare voti. Intollerabile poi che lo stesso Governo continui a far passare l’idea che attraverso la modifica della Costituzione si possa migliorare la sanità nelle regioni italiane. E’ combattendo pratiche come queste che si migliora la sanità, ma certamente combatterle non porterebbe voti.
Con la presentazione degli emendamenti a prima firma Rabino e Tartaglione, pensati di fatto per nominare Vincenzo De Luca commissario della sanità in Campania, il premier Renzi e il Governo hanno incassato l’ennesima brutta figura attraverso l’ennesimo tentativo di assecondare il Governatore campano.
La campagna per il Sì gioca su improbabili collage con improbabili personaggi. Ma dov’è Berlusconi? E perché non c’è Bersani? Dove è finito Walter Tocci? E’ più facile prendersela con Dini e le sue legioni.
Il sindaco Tosi, sostenitore del Sì, spiega che sarebbe assurdo avere due Consigli comunali con maggioranze diverse, che è esattamente quel che potrebbe accadere con la riforma costituzionale.
In Commissione bilancio siamo stati gli unici a mettere in evidenza i rischi sull’introduzione degli obblighi trimestrali di comunicazione per le partite Iva. Stamattina, scopriamo che il premier in un’intervista parla di riaprire la discussione per capire cosa si può fare per combinare le esigenze degli “esercenti” e i rilievi del Mef.
Se andassimo a vedere chi fa parte della casta dei politici che voterà sì, e da quanti anni ha «abusato» della retribuzione (per adottare il linguaggio sobrio dei sostenitori del sì) avremmo delle belle sorprese. Vi rendete conto che a ragionare così si finisce male?
I paesi europei percorrono con sempre maggiore convinzione la strada di accordi “amministrativi” con paesi di provenienza e di transito dei richiedenti asilo, per bloccarli e respingerli. Il diritto internazionale dice però altro. Tutto nel nono numero della newsletter di Nessun Paese è un’isola.
Del grande Piano contro la Povertà presentato in pompa magna lo scorso Luglio da Renzi e Poletti non c’è neanche un comma nella attuale versione della Legge di Bilancio.
Eliminiamo il Senato, ma il Senato rimane. I Senatori non saranno più eletti direttamente dai cittadini, però saranno eletti dai cittadini. A voi sembrano delle contraddizioni, ma non è così nel fantastico mondo del Partito Democratico, di Matteo Renzi, del senatore Chiti e dell’onorevole Cuperlo.