QUADERNI
Se ho 40 anni e due figli e sono ricercatrice precaria da oltre dieci anni, ehm, sono giovane? Ma se si considera solo la mia produzione scientifica da ricercatrice senza alcun legame con la mia vita privata, con quali criteri vengo definita giovane?
A questo Senato quali strumenti vengono attribuiti per essere “la locomotiva dell’Italia in Europa”? Sono strumenti vaghi e di scarsa concretezza, due costanti che caratterizzano tutta la riforma.
Il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ammette candidamente che nel 2015 sono state rilasciate autorizzazioni all’esportazione di armi dall’Italia all’Arabia Saudita (cosa che tra l’altro sapevamo già). L’export, dicono i dati, è avvenuto sia nel 2015 che nel 2016, periodo in cui l’Arabia Saudita bombardava indiscriminatamente lo Yemen. L’export, di conseguenza, è avvenuto nonostante la legge 185/1990 vieti “l’esportazione ed il transito di materiali di armamento […] verso i Paesi in stato di conflitto armato”.
Equitalia non scompare, ma cambia solo nome. Al nuovo ente, anzi, saranno attribuite ulteriori e più specifici poteri. La rottamazione delle cartelle è solo l’offerta speciale, sotto forma di condono.
Però hanno paura, bisogna capirli. Serve «comprensione», ha dichiarato il premier Renzi. «Di dentifricio dal tubetto ne è uscito già parecchio», gli ha fatto eco Bersani. E perciò si renderebbe necessario «un tagliando sui meccanismi dell’accoglienza».
E’ di pochi giorni fa la notizia che in molti temevamo: il Ministero dell’Ambiente ha autorizzato due compagnie petrolifere, gli australiani della Global Petroleum Limited nell’Adriatico e gli italiani della Schlumberger di Parma nello Ionio, a effettuare prospezioni su una vasta area marina tra Puglia, Basilicata e Calabria con la tecnica dell’airgun.
Gli sbarchi di questi giorni ci raccontano che un’emergenza c’è, e non è dettata da dodici donne e da otto bambini, ma da morti in mare sempre più numerosi e da un sistema di accoglienza che si muove ancora su logiche emergenziali.
Se una pubblica amministrazione si mettesse in testa la sovversiva idea di smettere di pagare bollette energetiche salatissime e di investire quelle stesse risorse in efficienza energetica e fonti rinnovabili, invece di una strada spianata si troverebbe di fronte un campo minato.
Sulla riduzione dei costi della politica c’è da un lato molta attenzione a mantenere i privilegi e dall’altro molta demagogia. La demagogia peggiore ci sembra quella del Premier che, come spesso capita, interviene non a proposito e parla di pagare i parlamentari “a cottimo”, in base alle sedute alle quali partecipano.
Una norma transitoria prevede la non applicazione del nuovo riparto di competenze fra Stato e Regioni «fino alla revisione dei rispettivi statuti sulla base di intese con le medesime Regioni e Province autonome».
Secondo i sostenitori del «sì» fanno ridere i sostenitori del «no». Che ovviamente piacerebbero tantissimo ai sostenitori del «sì» se solo votassero «sì». Stessa cosa varrebbe alla rovescia per alcuni sostenitori del «sì» che sarebbero oggetto di dileggio se votassero «no».
Un servizio de “Le Iene” andato in onda ieri apre a nuovi e ancor più inquietanti scenari. Le responsabilità del governo italiano nel conflitto yemenita non possono più essere ignorate.