QUADERNI

Le ini­zia­ti­ve per il benes­se­re ani­ma­le sono assen­ti dal dibat­ti­to poli­ti­co: pro­prio per que­sto nei mesi scor­si abbia­mo pre­sen­ta­to il mani­fe­sto, in cui abbia­mo elen­ca­to alcu­ni degli inter­ven­ti che si pos­so­no attua­re con la col­la­bo­ra­zio­ne di chi lavo­ra sul cam­po: rite­nia­mo che si pos­sa e si deb­ba fare mol­to, per­ché il benes­se­re e la salu­te ani­ma­le riguar­da anche la socie­tà in cui gli ani­ma­li vivono. 
Di fron­te a que­sta quo­ti­dia­na stra­ge che avvie­ne nel più euro­peo dei mari, per tra­di­zio­ne e cul­tu­ra, si regi­stra anco­ra l’i­ner­zia del­le isti­tu­zio­ni euro­pee. Un’i­ner­zia che è cau­sa di mor­te e che con­ti­nue­rà fin­ché non avre­mo il corag­gio di affron­ta­re la que­stio­ne con l’ap­proc­cio e il lin­guag­gio del­l’ac­co­glien­za e dei dirit­ti, rifiu­tan­do di gio­ca­re sul­la difensiva. 
Poi­ché tut­to il mon­do è pae­se, pen­so pos­sa esse­re uti­le rac­con­ta­re qui di segui­to una sto­ria sul­la pic­co­la pro­vin­cia in cui vivo, a pro­po­si­to del­la pro­pa­gan­da secon­do cui, come vie­ne ripe­tu­to in tv e scrit­to sui muri, “chi vuo­le cam­bia­re le cose vota sì”. Davvero? 
Non biso­gna mai per­de­re la tene­rez­za, dice­va qual­cu­no. Né la con­vin­zio­ne. Non so se ci sia­no muc­che in cor­ri­do­io, ele­fan­ti a rischio ecci­ta­zio­ne: so che biso­gna vota­re No. Che è fini­ta l’e­po­ca del nì, del for­se ma for­se, del dipen­de vedremo. 
Que­sta rifor­ma non con­tie­ne “pic­co­li miglio­ra­men­ti e pic­co­li difet­ti” “che si bilan­cia­no” e che sem­pli­ce­men­te “andran­no gesti­ti”, come scri­ve Bar­ca, ma pro­se­gue nel len­to sci­vo­la­men­to ver­so la limi­ta­zio­ne degli spa­zi deci­sio­na­li e demo­cra­ti­ci dei cit­ta­di­ni, e per que­sto ser­ve schie­rar­si e bocciarla. 
E’ inu­ti­le ragio­na­re per oppo­ste tifo­se­rie su una que­stio­ne che può riguar­da­re diret­ta­men­te o indi­ret­ta­men­te milio­ni di per­so­ne. Auspi­ca­re che l’i­ter si fer­mi in com­mis­sio­ne impo­ve­ri­sce pri­ma di tut­to il Paese. 
La Came­ra ha appro­va­to la nostra mozio­ne in cui chie­dia­mo impe­gni pre­ci­si sul­la rico­stru­zio­ne dei tan­ti comu­ni col­pi­ti dal sisma del 24 ago­sto, che sia­no resi pub­bli­ci e acces­si­bi­li i dati sul­lo sta­to del­le scuo­le ita­lia­ne, che ven­ga­no rifi­nan­zia­te tut­te le richie­ste ine­va­se sul­la sicu­rez­za sco­la­sti­ca già dal­la pros­si­ma Ses­sio­ne di bilan­cio e altri impe­gni pun­tua­li lega­ti alla sicu­rez­za del­le scuole. 
I pro­fes­sio­ni­sti del non pren­de­re posi­zio­ne cion­do­la­no aspet­tan­do di vede­re la pie­ga che pren­de­rà il Pae­se: lucra­no sul tem­po e sul­le ener­gie (degli altri) spac­cian­do l’esitazione per sag­gez­za. Inter­ven­go­no ampol­lo­si riu­scen­do a non dire nul­la men­tre si scrol­la­no la respon­sa­bi­li­tà di sta­re in campo.