QUADERNI
Il miglior attentato per chi si oppone alla criminalità organizzata è l’isolamento e la delegittimazione e il primo modo per combatterli è che se ne parli ovunque, come già diceva Paolo Borsellino.
Possibile sostiene la proposta di Gianfranco Pasquino, Andrea Pertici, Maurizio Viroli e Roberto Zaccaria per un progetto di revisione costituzionale puntuale, razionale e condiviso. Rispetto a questa proposta siamo aperti alla condivisione degli altri soggetti politici e sociali che stanno lavorando a un testo analogo: il lavoro del comitato presieduto da Guido Calvi, innanzitutto, che si muove nella stessa direzione.
Il servizio sulla #cannabislegale delle Iene di qualche giorno fa ha destato scandalo nella destra proibizionista, che lo ha commentato con la consueta carenza di ironia compensata da una traboccante ipocrisia.
A Roma i comitati di Possibile hanno unito le energie per mettere al centro la questione referendaria: da questa settimana, saremo nel centralissimo Largo di Torre Argentina con il nostro Banchetto RiCostituente ogni giovedì dalle 16 alle 20.
La “Buona scuola” si sta rivelando un fallimento totale. Esistono poi situazioni ancora più drammatiche e di una in particolare vogliamo parlarvi oggi attraverso una lettera che hanno scritto i ragazzi del Liceo Artistico a Musicale di Cagliari.
Siamo al fianco dei volontari e dei migranti del Baobab fin dal primo giorno. Dall’inizio di questa esperienza di accoglienza che è stata apprezzata in tutta Europa. Per questo oggi ci è sembrato naturale essere al loro fianco anche in piazza per sostenere le ragioni di chi sta affrontando un’emergenza senza il supporto di alcuna istituzione. Gli sgomberi non sono una soluzione, soprattutto in una fase di emergenza. Ci sarebbe piaciuto vedere anche la Raggi stringere la mano a questi ragazzi. Così non è stato.
Le nostre domande sono ancora tutte lì. A renderle ancor più urgenti è arrivata forte l’attenzione di alcuni media, in particolare di quelli che da sempre prestano particolare interesse alle “relazioni pericolose” che coltiva il nostro Paese.
Sono armi italiane quelle che stanno ammazzando civili in Yemen? A seguito della visita della Ministra Pinotti al governo saudita, avvenuta nei primi giorni di ottobre, torniamo a chiedere chiarezza con ancor più forza.
Lo sciopero dei lavoratori di Foodora insegna tantissime cose: troppo spesso dietro alla retorica “smart” si nascondono diritti e tutele cancellati.
Per ogni domanda e per ogni slogan sulla riforma costituzionale abbiamo preparato una risposta puntuale. E per ulteriori domande scrivi a info@iovoto.no oppure su twitter con l’hashtag #chiediapossibile
Quello che accade all’Istituto Salvemini di Casalecchio (Bo) è lo specchio di quanto avevamo annunciato durante l’estate: le conseguenze delle nefandezze della cosiddetta “Riforma della Buona Scuola” si sono riversate, oltre che sul personale scolastico, anche sugli alunni di tutta Italia.
Il Movimento 5 Stelle scrive cose che ricordano le destre europee e nostrane, partendo da una descrizione distorta della realtà. E ci spieghi quali sono le proposte.
Vogliamo chiarezza, le querele non ci spaventano. Ci spaventa il mistero che avvolge la vicenda e ci spaventano le responsabilità italiane sulle morti di civili yemeniti sotto i bombardamenti. Questo sì, ci spaventa.
L’ultimo dossier è stato sottoposto due settimane fa all’attenzione di Renzi: anche il Governatore della regione Puglia Emiliano ha sottolineato come dai dati del dossier emerga che “sono necessari con immediatezza interventi dal parte del Governo sulla attività della fabbrica per evitare che questi dati sulla eccessiva mortalità siano confermati nel futuro” e ha dichiarato l’urgenza di iniziative che solo il Governo può intraprendere.
In questa situazione di incertezza, di mancanza di soggetti istituzionali di riferimento, di mancanza o carenza di sostegno economico da parte dell’amministrazione pubblica e pur in presenza, al contrario, di una crescente domanda da parte dei cittadini che rinvengono animali selvatici in difficoltà, le associazioni di volontariato non riescono più a sostenere l’attività di recupero e soccorso della fauna selvatica, con la conseguenza di non poter più rispondere alle richieste di intervento di centinaia di migliaia di cittadini.