QUADERNI

Appun­ta­men­to con la new­slet­ter del­la cam­pa­gna “Nes­sun Pae­se è un’i­so­la”. Par­lia­mo degli esi­ti del refe­ren­dum unghe­re­se e di tut­ti i muri (soprat­tut­to poli­ti­ci e diplo­ma­ti­ci) che l’Eu­ro­pa sta costruen­do. E chiu­dia­mo con una bel­lis­si­ma sto­ria che arri­va da Aleppo. 
Nel cor­so del­lo scor­so anno, sono anda­te via dall’Italia 107.529 per­so­ne. Di que­ste, più di un ter­zo sono i gio­va­ni fra i 18 e i 34 anni (39.410, il 36,7 per cen­to), e in gran par­te, 16.568, han­no scel­to la Ger­ma­nia. Le regio­ni da cui si è par­ti­ti di più (ché la reto­ri­ca dema­go­gi­ca è spes­so urti­can­te pro­prio per­ché fal­sa) sono sta­te la Lom­bar­dia (20.888) e il Vene­to (10.374).
Pos­si­bi­le pre­ten­de chia­rez­za e chia­mia­mo la mini­stra del­la dife­sa a rispon­de­re al Par­la­men­to ita­lia­no con un’in­ter­ro­ga­zio­ne urgen­te. Chia­ri­sca le ragio­ni del­la pro­pria visi­ta al gover­no sau­di­ta e spie­ghi ai cit­ta­di­ni ita­lia­ni per qua­li ragio­ni si è resa neces­sa­ria la par­te­ci­pa­zio­ne del segre­ta­rio gene­ra­le del­la dife­sa e diret­to­re nazio­na­le degli arma­men­ti, Car­lo Magras­si, qua­li sono sta­ti gli esi­ti dell’incontro bila­te­ra­le e se è da rite­ner­si fon­da­ta la noti­zia di trat­ta­ti­ve che pre­ve­da­no l’invio di arma­men­ti dall’Italia all’Arabia Saudita. 
La leg­ge sul­la lega­liz­za­zio­ne del­la can­na­bis tor­na in com­mis­sio­ne: qual­cu­no col­ti­va la spe­ran­za che fini­sca nel­la palu­de proi­bi­zio­ni­sta. Ci augu­ria­mo inve­ce che pre­val­ga­no i par­la­men­ta­ri che affron­ta­no la que­stio­ne con spi­ri­to lai­co e che pre­mier e gover­no non si met­ta­no di traverso. 
Secon­do quan­to denun­cia­to dal­la mam­ma di Arri­go­ni il Gover­no israe­lia­no avreb­be dato ordi­ne alle sue For­ze nava­li di dirot­ta­re l’imbarcazione ver­so un pro­prio por­to arre­stan­do e depor­tan­do le tre­di­ci don­ne a bordo. 
Sono cose che ripe­tia­mo da tem­po, quel­le che il Finan­cial Times scri­ve oggi su Mat­teo Ren­zi e sul­la sua rifor­ma costi­tu­zio­na­le, e che evi­den­te­men­te ini­zia­no a cir­co­la­re anche in Euro­pa: ne ripor­tia­mo, tra­dot­ti, i due pas­sag­gi più significativi. 
Piut­to­sto che som­ma­re disu­gua­glian­ze a disu­gua­glian­ze, discri­mi­na­zio­ni a discri­mi­na­zio­ni, il gover­no con­cen­tri le pro­prie ener­gie nel­la costru­zio­ne di un siste­ma di acco­glien­za orga­ni­co, snel­lo e rispet­to­so dei diritti. 
Le ini­zia­ti­ve per il benes­se­re ani­ma­le sono assen­ti dal dibat­ti­to poli­ti­co: pro­prio per que­sto nei mesi scor­si abbia­mo pre­sen­ta­to il mani­fe­sto, in cui abbia­mo elen­ca­to alcu­ni degli inter­ven­ti che si pos­so­no attua­re con la col­la­bo­ra­zio­ne di chi lavo­ra sul cam­po: rite­nia­mo che si pos­sa e si deb­ba fare mol­to, per­ché il benes­se­re e la salu­te ani­ma­le riguar­da anche la socie­tà in cui gli ani­ma­li vivono. 
Di fron­te a que­sta quo­ti­dia­na stra­ge che avvie­ne nel più euro­peo dei mari, per tra­di­zio­ne e cul­tu­ra, si regi­stra anco­ra l’i­ner­zia del­le isti­tu­zio­ni euro­pee. Un’i­ner­zia che è cau­sa di mor­te e che con­ti­nue­rà fin­ché non avre­mo il corag­gio di affron­ta­re la que­stio­ne con l’ap­proc­cio e il lin­guag­gio del­l’ac­co­glien­za e dei dirit­ti, rifiu­tan­do di gio­ca­re sul­la difensiva. 
Poi­ché tut­to il mon­do è pae­se, pen­so pos­sa esse­re uti­le rac­con­ta­re qui di segui­to una sto­ria sul­la pic­co­la pro­vin­cia in cui vivo, a pro­po­si­to del­la pro­pa­gan­da secon­do cui, come vie­ne ripe­tu­to in tv e scrit­to sui muri, “chi vuo­le cam­bia­re le cose vota sì”. Davvero? 
Non biso­gna mai per­de­re la tene­rez­za, dice­va qual­cu­no. Né la con­vin­zio­ne. Non so se ci sia­no muc­che in cor­ri­do­io, ele­fan­ti a rischio ecci­ta­zio­ne: so che biso­gna vota­re No. Che è fini­ta l’e­po­ca del nì, del for­se ma for­se, del dipen­de vedremo.