QUADERNI

Sgom­bra­to il Bao­bab a Roma. Segre­ga­ti due bam­bi­ni in una scuo­la di Caglia­ri. Oggi è il gior­no più brut­to per l’ac­co­glien­za nel nostro Paese. 
Que­sta rifor­ma non con­tie­ne “pic­co­li miglio­ra­men­ti e pic­co­li difet­ti” “che si bilan­cia­no” e che sem­pli­ce­men­te “andran­no gesti­ti”, come scri­ve Bar­ca, ma pro­se­gue nel len­to sci­vo­la­men­to ver­so la limi­ta­zio­ne degli spa­zi deci­sio­na­li e demo­cra­ti­ci dei cit­ta­di­ni, e per que­sto ser­ve schie­rar­si e bocciarla. 
E’ inu­ti­le ragio­na­re per oppo­ste tifo­se­rie su una que­stio­ne che può riguar­da­re diret­ta­men­te o indi­ret­ta­men­te milio­ni di per­so­ne. Auspi­ca­re che l’i­ter si fer­mi in com­mis­sio­ne impo­ve­ri­sce pri­ma di tut­to il Paese. 
La Came­ra ha appro­va­to la nostra mozio­ne in cui chie­dia­mo impe­gni pre­ci­si sul­la rico­stru­zio­ne dei tan­ti comu­ni col­pi­ti dal sisma del 24 ago­sto, che sia­no resi pub­bli­ci e acces­si­bi­li i dati sul­lo sta­to del­le scuo­le ita­lia­ne, che ven­ga­no rifi­nan­zia­te tut­te le richie­ste ine­va­se sul­la sicu­rez­za sco­la­sti­ca già dal­la pros­si­ma Ses­sio­ne di bilan­cio e altri impe­gni pun­tua­li lega­ti alla sicu­rez­za del­le scuole. 
I pro­fes­sio­ni­sti del non pren­de­re posi­zio­ne cion­do­la­no aspet­tan­do di vede­re la pie­ga che pren­de­rà il Pae­se: lucra­no sul tem­po e sul­le ener­gie (degli altri) spac­cian­do l’esitazione per sag­gez­za. Inter­ven­go­no ampol­lo­si riu­scen­do a non dire nul­la men­tre si scrol­la­no la respon­sa­bi­li­tà di sta­re in campo. 
L’a­ve­va­mo intui­to subi­to ma ora è docu­men­ta­to: non si trat­ta sol­tan­to di “bol­let­te paz­ze” ma di una gestio­ne sostan­zial­men­te pri­va­ti­sti­ca del­l’ac­qua da par­te di una socie­tà “in hou­se” che ope­ra come se aves­se un appal­to remu­ne­ra­to “a piè di lista”, sen­za respon­sa­bi­li­tà e rischio d’im­pre­sa, accol­lan­do ai cit­ta­di­ni-uten­ti mag­gio­ri costi ille­git­ti­mi e ingiustificati. 
Vivia­mo in una Pae­se dove una Mini­stra si inven­ta un “Fer­ti­li­ty day” ma non rie­sce a pro­nun­cia­re il ter­mi­ne “edu­ca­zio­ne ses­sua­le”, dove i con­sul­to­ri ven­go­no sman­tel­la­ti, dove L’A­gen­zia ita­lia­na del far­ma­co por­ta in fascia C, quin­di a paga­men­to, le poche pil­lo­le anti­con­ce­zio­na­li rima­ste in fascia A. 
Voglia­mo rap­pre­sen­ta­re una cul­tu­ra diver­sa. Pre­fe­ria­mo par­la­re di dirit­ti da rico­no­sce­re, a tut­ti, sem­pre. Non di con­ces­sio­ni, che pos­so­no capi­ta­re a que­sto o quel­lo sul­la base di una casua­li­tà che sareb­be pura se non fos­se elettoralistica. 
Dal Naza­re­no non un rigo, nes­su­na pre­sa di distan­za né un tweet per com­men­ta­re il nuo­vo spot del pre­mier che si genu­flet­te al cospet­to di Impregilo. 
I vou­cher son la nuo­va fron­tie­ra del pre­ca­ria­to. I nuo­vi dati che abbia­mo rac­col­to descri­vo­no una situa­zio­ne sem­pre più pre­oc­cu­pan­te, men­tre il gover­no tentenna. 
Anche gli ita­lia­ni tem­po­ra­nea­men­te all’estero per alme­no tre mesi per moti­vi di lavo­ro, stu­dio o cure medi­che, e chi vive con loro, pos­so­no eser­ci­ta­re il dirit­to al voto per posta.