QUADERNI

«Voi por­ta­te le car­te, che è tut­to già appa­rec­chia­to», sem­bra qua­si dire Ren­zi in un deli­rio di onni­po­ten­za e disprez­zo del­le isti­tu­zio­ni che diven­ta disprez­zo dei cit­ta­di­ni. Chi deci­de la poli­ti­ca infra­strut­tu­ra­le del Paese? 
Andrea Per­ti­ci, tra gli ispi­ra­to­ri del­le pro­po­ste di rifor­ma costi­tu­zio­na­le soste­nu­te da Pos­si­bi­le, ha scel­to la stra­da meno bat­tu­ta eppu­re così anti­ca. Un’iniziativa alla vol­ta, un dibat­ti­to alla vol­ta. L’incontro di per­so­na, per­so­nal­men­te: una mobi­li­ta­zio­ne silenziosa. 
In pri­ma sera­ta, in un pano­ra­ma tele­vi­si­vo occu­pa­to dai ser­vet­ti e dagli urla­to­ri, abbia­mo spie­ga­to le nostre ragio­ni del no, abbia­mo illu­stra­to le nostre pro­po­ste per l’altro “Sì” che ci sta ter­ri­bil­men­te a cuo­re, abbia­mo discus­so nel meri­to e di fron­te al ren­zi­smo da discount di Nar­del­la, un con­fu­so mini­stro Gal­let­ti e un Bru­net­ta nel ruo­lo dell’amante tra­di­ta noi abbia­mo par­la­to di Costi­tu­zio­ne, rap­pre­sen­tan­za, com­pe­ten­ze e pro­ces­si demo­cra­ti­ci. Abbia­mo par­la­to di poli­ti­ca, pen­sa te. 
Da una par­te chi con­di­vi­de un trat­to di stra­da e per ragio­ni diver­se. Dal­l’al­tro una comi­ti­va di per­so­ne che viag­gia ver­so una desti­na­zio­ne scel­ta di comu­ne accor­do e con entu­sia­smo, su un tre­no che loro stes­si han­no pro­get­ta­to, che viag­gia su bina­ri che loro stes­si han­no posato. 
Gra­zie a que­sta Call e alle vostre rispo­ste, nes­su­na esclu­sa, ci sia­mo resi con­to anco­ra una vol­ta che abbia­mo un patri­mo­nio uma­no straor­di­na­rio di com­pe­ten­ze in Pos­si­bi­le e che que­sto costi­tui­sce un poten­zia­le immen­so per le nostre attività 
Quat­tro­mi­la per­so­ne sono venu­te a fir­ma­re ai ban­chet­ti che Pos­si­bi­le, insie­me ad altre for­ze poli­ti­che, ha orga­niz­za­to nel­la cit­tà di Fano. La ragio­ne era sem­pli­ce: par­te­ci­pa­re a una scel­ta poli­ti­ca a tute­la del dirit­to alla salu­te del­la col­let­ti­vi­tà. Un esem­pio di demo­cra­zia e di cittadinanza. 
Il pre­mier ha fis­sa­to un palet­to sul­le modi­fi­che del­l’I­ta­li­cum: il bal­lot­tag­gio non si toc­ca. E quin­di non si toc­ca il pre­mio di mag­gio­ran­za del tut­to irra­gio­ne­vo­le che asse­gne­rà, il cuo­re del­la legge. 
Sum­mit ONU sui rifu­gia­ti, ver­ti­ce UE a Bra­ti­sla­va. E poi l’I­ta­lia, con la discus­sio­ne sul­la rifor­ma del­l’ac­co­glien­za e con la fron­tie­ra di Como. Que­sto e mol­to altro nel­la ter­za new­slet­ter di Nes­sun Pae­se è un’isola. 
Tut­to il gover­no ha dife­so stre­nua­men­te l’I­ta­li­cum, sal­vo ora ria­pri­re il dibat­ti­to. Per­ché? Per­ché fa mol­to como­do: «par­lia­mo di Ita­li­cum — sem­bra­no dire -, al refe­ren­dum costi­tu­zio­na­le ci pen­se­re­mo poi». 
Il pro­ble­ma non è una cam­pa­gna comu­ni­ca­ti­va, ma le poli­ti­che del gover­no e del mini­ste­ro. Il nostro #fer­ti­li­ty­day sono pro­po­ste per la pari­tà sala­ria­le, per gli asi­li nido, per i con­ge­di paren­ta­li, per la ridu­zio­ne del­l’I­VA sui pro­dot­ti per l’infanzia. 
Non basta dire che qual­cu­no ha bom­bar­da­to e altri sono mor­ti?. La rispo­sta è no, non basta. La guer­ra non è qual­co­sa che cade dal­l’al­to. La guer­ra ha dei responsabili. 
Il mini­ste­ro del­la salu­te pro­prio non ce la fa ad accan­to­na­re il mora­li­smo e pen­sa­re a una for­ma più seria e moder­na di edu­ca­zio­ne sani­ta­ria. Per quan­to ci riguar­da, dopo discri­mi­na­zio­ne e raz­zi­smo non resta­no che le dimissioni.