QUADERNI

Ci arri­va­no in que­sti gior­ni mol­te sto­rie di docen­ti fini­ti nel­la ruo­ta del­la lot­te­ria “mobi­li­tà del­la Buo­na Scuo­la”. In que­sto post ne pub­bli­chia­mo due, quel­le di Fran­ce­sca e Melis­sa, tra le più com­pli­ca­te che abbia­mo ricevuto. 
Come spes­so acca­de, le paro­le del dibat­ti­to pub­bli­co risul­ta­no vuo­te. E così men­tre tut­ti ripe­to­no, come un disco rot­to, che il con­fron­to sul­la revi­sio­ne costi­tu­zio­na­le deve avve­ni­re nel meri­to, ci si occu­pa, in real­tà, di tutt’altro. 
Cre­dia­mo che quan­to acca­du­to al Quo­ti­dia­no Spor­ti­vo deb­ba ser­vi­re soprat­tut­to per apri­re una pro­fon­da rifles­sio­ne: invi­tia­mo l’Or­di­ne dei gior­na­li­sti a pen­sa­re a una car­ta deon­to­lo­gi­ca ad hoc per quan­to riguar­da il lin­guag­gio sessista 
Il Con­cor­so sban­die­ra­to ai quat­tro ven­ti sta facen­do acqua da tut­te le par­ti. Non pas­sa gior­no sen­za che se ne par­li male. Le ragio­ni non man­ca­no, c’è l’imbarazzo del­la scel­ta, dai (trop­pi) can­di­da­ti boc­cia­ti alla pro­va scrit­ta, che da set­tem­bre sali­ran­no ugual­men­te in cat­te­dra, ai tem­pi stret­tis­si­mi del­le com­mis­sio­ni che lavo­re­ran­no per tut­to ago­sto a poco più di 1 euro a candidato. 
Il Con­si­glio comu­na­le di Avel­li­no diven­ta l’allegra depen­dan­ce del Naza­re­no. Se l’esperienza ammi­ni­stra­ti­va con­ti­nue­rà o meno non lo si deci­de­rà in aula, dove cia­scun con­si­glie­re rispon­de alla cit­tà e a chi lo ha elet­to. Le deci­sio­ni ven­go­no pre­se al civi­co 16 di via San­t’An­drea del­le Frat­te. A Roma. 
Arri­va­no da ogni par­te di Ita­lia segna­la­zio­ni da chi, in que­ste set­ti­ma­ne, è impe­gna­to nel­le pro­ve e ovun­que emer­go­no cri­ti­ci­tà. Abbia­mo deci­so di rac­co­glier­ne alcu­ne e far­ne ogget­to di un atto ispet­ti­vo per veder­ci più chia­ro. Una rispo­sta dal Mini­stro Gian­ni­ni non è solo oppor­tu­na ma doverosa. 
Anco­ra una vol­ta è la magi­stra­tu­ra a col­ma­re i vuo­ti e a fare chia­rez­za lad­do­ve la poli­ti­ca è caren­te. Da mesi Pos­si­bi­le denun­cia il dila­ga­re del­l’o­bie­zio­ne di coscien­za negli ospe­da­li, una pra­ti­ca che sta diven­tan­do “strut­tu­ra­le” e che di fat­to sta minan­do alle basi la leg­ge 194. 
I com­men­ti più popo­la­ri sono di segno con­tra­rio, e fan­no nota­re in manie­ra paca­ta l’ir­ra­gio­ne­vo­lez­za di una nor­ma­ti­va illi­be­ra­le e proi­bi­zio­ni­sta su tut­ti i pro­dot­ti che ven­go­no attual­men­te con­si­de­ra­ti droghe 
Lo zai­no è pron­to e la par­ten­za è vici­na. Nei pros­si­mi gior­ni, su que­ste pagi­ne, cer­che­rò di rac­con­ta­re quan­to vedrò nel mez­zo del­la rot­ta migra­to­ria bal­ca­ni­ca, in Ser­bia, dove mi tro­ve­rò per cir­ca una set­ti­ma­na in com­pa­gnia degli ami­ci di “Spe­ran­za — Hope for children”. 
E’ un clas­si­co del­la poli­ti­ca nostra­na: l’an­ti­ci­pa­zio­ne del­le rifor­me autun­na­li, da leg­ger­si sot­to l’om­brel­lo­ne (ovvia­men­te per i più for­tu­na­ti). Que­st’an­no le indi­scre­zio­ni dei gior­na­li riguar­da­no le pensioni. 
Vigi­le­re­mo atti­va­men­te e rumo­ro­sa­men­te per­ché non si met­ta a rischio il patri­mo­nio pre­vi­den­zia­le di tut­te quel­le cate­go­rie del­la cosid­det­ta clas­se media impo­ve­ri­ta e umi­lia­ta, sen­za dirit­ti socia­li e sen­za wel­fa­re, cui Il Gover­no vor­reb­be toglie­re anche il dirit­to e la digni­tà del­la pensione.