QUADERNI
Scritto per rimediare al disastro delle obbligazioni secondarie rifilate a investitori ignari, il decreto banche approdato in aula per la conversione in realtà contiene le ennesime misure a favore degli interessi delle banche.
Partiti, associazioni, sindacati, studenti, lavoratori, semplici cittadini. Organizziamo assemblee pubbliche, discutiamo, stendiamo una piattaforma comune ed il più possibile coinvolgente, al di là degli steccati e degli interessi particolari.
Caro Pablo, alla vigilia del voto in Spagna che ci auguriamo offra la possibilità di un cambiamento, ti scrivo per chiederti di affrontare la sfida che avete lanciato nel vostro paese anche a livello europeo.
E ora che succede? sembra essere la domanda del giorno dopo. In termini di procedura, la risposta si trova nell’articolo 50 del Trattato di Lisbona. Ma il tema vero sarà la gestione politica di questa crisi dai contorni inediti e dagli esiti incerti.
Giuseppe Civati a sostegno di Podemos per le elezioni di domenica 26 giugno in Spagna. “Por un cambio en Europa #TogetherPodemos”
Non è più il tempo dei distinguo e di cercare ‘piani B’, e nemmeno bisogna abbandonarsi alla paura e allo sconforto. È il tempo di una grande mobilitazione politica che coinvolga direttamente i cittadini. La nota del segretario nazionale di Possibile Pippo Civati.
In tantissimi hanno votato ieri contro il governo e contro l’establishment, legando l’uscita dall’Ue a un più generale rigetto delle condizioni economiche del paese.
Bombe e accordi militari italiani continuano a favorire regimi autoritari e conflitti, mentre la trasparenza è sempre più compromessa. Una situazione inaccettabile: Rete Disarmo fa appello al Parlamento affinché ritorni ad occuparsi dell’export militare italiano per una rigorosa applicazione della legge 185/90.
La nuova legge elettorale, approvata tredici mesi fa ma non ancora applicabile e che nessun altro Stato – a differenza di quanto dicevano i suoi solerti sostenitori – ci ha nel frattempo copiato, sembra già destinata al tramonto.
Le cifre sono variabili tra otto e undici. E corrispondono ai siriani uccisi dalla guardia di frontiera turca, nei giorni scorsi, mentre cercavano di attraversare il confine. L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha documentato la morte di circa 60 civili siriani, sempre per mano della guardia di frontiera turca. Martedì sono intervenuta in commissione LIBE per chiedere, anche alla luce di questi fatti, come si possa ritenere la Turchia un paese sicuro.
Una proposta molto semplice, ma dal potenziale illimitato: invitare i rifugiati nelle scuole a raccontare la propria storia. L’esperienza di San Miniato Possibile.
Ripresenteremo una legge che inserisca nel nostro ordinamento il diritto all’adozione dei figli dei conviventi a prescindere dal sesso dei partner, e questa volta speriamo che il Parlamento faccia la cosa giusta.
Nel 2016, hanno ancora senso i confini? Come possiamo accettare questo rinchiudersi nelle proprie case, dopo che abbiamo sperimentato anni di crescita e prosperità in concomitanza con la caduta delle frontiere, quando siamo stati orgogliosi della nostra appartenenza ad una comunità più ampia e vogliosi di accogliere chi fuggiva da guerre e miseria?
La sensazione è quindi che si abbia già perso tutti. Hanno perso coloro che volevano chiedersi, e chiedere, se l’Europa non sia qualcosa di più che un modo per governi o imprese di fare qualche soldo aggiuntivo, se non sia un ideale culturale che rispecchia i sacrifici dei nostri avi e la voglia di costruire un mondo con meno muri e confini, perché consci che le grandi sfide, come quella dell’inquinamento e delle diseguaglianze, sono sfide globali.
Lo scorso maggio abbiamo aderito ad “Un libro per accogliere”, l’iniziativa lanciata, nella trasmissione televisiva “Pane Quotidiano”, da Concita de Gregorio in collaborazione con i centri SPRAR, per la raccolta e distribuzione di libri da destinare ai migranti ospiti dei centri di accoglienza.
Passo dopo passo, ordinanza dopo ordinanza, il campo della sinistra — con alcune eccezioni — ha ceduto alla peggiore retorica leghista, naturalmente adottando toni gentili, cortesi e civili, ma senza il coraggio di imporre un proprio pensiero autonomo. Erano gli anni delle ordinanze antikebab e antiphone-center, delle insegne etniche che non vanno bene, e di un sacco di amenità varie.