QUADERNI

Il Gover­no ci sta dicen­do che sui cam­bia­men­ti cli­ma­ti­ci, e quin­di sul­la ridu­zio­ne del­le emis­sio­ni, abbia­mo per­so. Stia­mo ras­se­gnan­do­ci alla cri­si cli­ma­ti­ca e stia­mo arren­den­do­ci. Ci dob­bia­mo con­cen­tra­re solo sul­la miti­ga­zio­ne del­le con­se­guen­ze e basta. 
Real­tà strut­tu­ra­te, che agi­sco­no alla luce del sole, che non temo­no di dichia­rar­si per quel che sono: fasci­sti. Riven­di­ca­no di «rap­pre­sen­ta­re la con­ti­nui­tà col fasci­smo», deri­do­no chi lot­tò e cad­de per la libe­ra­zio­ne e, allo stes­so tem­po, chie­do­no di supe­ra­re la anti­sto­ri­ca divi­sio­ne tra fasci­sti e anti­fa­sci­sti. Alcu­ni sie­do­no già nel­le isti­tu­zio­ni, altri mira­no a entrar­vi per can­cel­lar­le, le isti­tu­zio­ni del­la Repub­bli­ca, per­fet­ta­men­te «in con­ti­nui­tà col fascismo». 
Ser­ve un ripen­sa­men­to degli sti­li di vita e allo stes­so tem­po di con­tra­sto del­le disu­gua­glian­ze. Nel­la tran­si­zio­ne eco­lo­gi­ca rien­tra il rie­qui­li­brio socia­le. Per­ché la nar­ra­zio­ne del­la soste­ni­bi­li­tà come piom­bo nel­le ali deno­ta una men­ta­li­tà fer­ma al car­bo­ne, al seco­lo scorso. 
Dai docu­men­ti in pos­ses­so dei gior­na­li­sti emer­ge­reb­be qual­co­sa di nuo­vo, e cioè che il per­cor­so che ha por­ta­to alla cri­mi­na­liz­za­zio­ne del­le Ong (ricor­de­re­te tut­ti l’e­sta­te del 2016) non fu casua­le e non fu estemporaneo. 
Pre­sen­za­no, Civi­ta­vec­chia, Brin­di­si, Raven­na, Mestre non sono solo nomi di loca­li­tà spar­se lun­go lo sti­va­le. Que­sti nomi rischia­no di diven­ta­re l’elenco del­le deci­sio­ni sba­glia­te fat­te in un momen­to sto­ri­co uni­co e particolare. 
Que­sta è una bat­ta­glia di civil­tà, una que­stio­ne eco­no­mi­ca e sani­ta­ria con­cre­ta che riguar­da la pari­tà di gene­re che è pro­prio uno dei com­pi­ti fon­da­men­ta­li che lo Sta­to deve garantire.