QUADERNI

Sono onli­ne da oggi i mate­ria­li di pro­pa­gan­da del­la cam­pa­gna “Per me è NO” di Pos­si­bi­le a soste­gno del NO alla rifor­ma costituzionale. 
Nei pros­si­mi mesi il nostro tour RiCo­sti­tuen­te cer­che­rà di affron­ta­re anche il tema mafie. Mica solo per il NO ma soprat­tut­to per il SÌ ad una poli­ti­ca iper­po­li­ti­ca, un’antimafia ipe­rat­ti­va e soprat­tut­to un Pae­se con più poli­ti­ci pos­si­bi­li al di là dell’idea renziana. 
Que­sto è il mio sogno e come tut­ti i sogni si rea­liz­za­no se ci cre­di, se ti alzi tut­te le mat­ti­ne ed ini­zi a lot­ta­re per il tuo sogno. Mi ave­te fat­to un rega­lo eccezionale. 
Mino­ran­za e mag­gio­ran­za dem se le dan­no di san­ta ragio­ne, ma non come nel­la boxe, dove i col­pi sono veri, dicia­mo più come nel wre­stling, in cui da attac­chi sfer­ra­ti con appa­ren­te inau­di­ta vio­len­za non discen­de alcu­na conseguenza. 
La vera guer­ra è tut­ta lì: crea­re le basi per affer­ma­re pace, non-vio­len­za, dia­lo­go. Assi­cu­ra­re edu­ca­zio­ne uni­ver­sa­le, svi­lup­pa­re lega­mi cul­tu­ra­li, pro­muo­ve­re sto­ria, let­te­ra­tu­ra, arte, scam­bi tra universitari. 
Oggi è il com­plean­no di Max. In que­sti mesi sono sta­ta invi­ta­ta in tan­te cit­tà ita­lia­ne per par­la­re di lui, del­la sua sto­ria, del­la sua bat­ta­glia. Insie­me a me ho por­ta­to ovun­que il suo “Deca­lo­go sui Dirit­ti dei Moren­ti”, per spie­ga­re che la sua e la nostra bat­ta­glia non si foca­liz­za sul­la mor­te, si foca­liz­za sul­la vita. 
Basi­lio Riz­zo, can­di­da­to sin­da­co di Mila­ni in Comu­ne, va all’at­tac­co del sin­da­co uscen­te, il qua­le — si leg­ge in una nota del can­di­da­to — «ha evi­ta­to di espri­mer­si sul refe­ren­dum costi­tu­zio­na­le di otto­bre, trin­ce­ran­do­si die­tro il biso­gno di riflet­te­re, di stu­dia­re, di appro­fon­di­re. Il tat­ti­ci­smo elet­to­ra­le deve ave­re dei limi­ti — con­ti­nua Basi­lio Riz­zo -: appa­re poco cre­di­bi­le che un giu­ri­sta e un poli­ti­co così tito­la­to non abbia un giu­di­zio da espri­me­re e si alli­nei al non dire di Pari­si, can­di­da­to ber­lu­sco­nia­no del Cen­tro destra». 
L’ul­ti­mo rap­por­to ISTAT cer­ti­fi­ca la cre­sci­ta del­le disu­gua­glian­ze eco­no­mi­che nel nostro pae­se, ad un rit­mo che non ha egua­li negli altri pae­si OCSE. 
Migran­ti eco­no­mi­ci o rifu­gia­ti? La que­stio­ne è spi­no­sa, la distin­zio­ne è dif­fi­ci­le — a vol­te impos­si­bi­le -, e spes­so si pre­sta a fini secon­da­ri, che non sono quel­li del­la tute­la del­le per­so­ne e dei loro diritti. 
Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to la sua pro­po­sta sui par­ti­ti poli­ti­ci (A.C. 2839), con due obiet­ti­vi prin­ci­pa­li: aumen­ta­re la par­te­ci­pa­zio­ne dei cit­ta­di­ni e la tra­spa­ren­za dei pro­ces­si deci­sio­na­li e del­la gestio­ne amministrativa. 
Ma se la nostra è “La civil­tà” che sen­so han­no quel­le paro­le gri­da­te all’in­do­ma­ni di Char­lie Heb­do, del Bata­clan e di chis­sà quan­te altre stra­gi che ci atten­do­no, di fron­te ai pro­fu­ghi che arran­ca­no nel fan­go di Ido­me­ni e di altre spiagge? 
Ci sono milio­ni di immi­gra­ti che vivo­no rego­lar­men­te in Ita­lia e con­tri­bui­sco­no alla nostra eco­no­mia: lavo­ra­no, pro­du­co­no, paga­no le tas­se e ver­sa­no con­tri­bu­ti con cui paghia­mo­le pensioni.