QUADERNI
L’Italia arranca nell’approvazione di una legge che sancisce una discriminazione che fino ad ora derivava dalla mancanza di una legge. Le coppie acquisteranno alcuni diritti, questo è vero, ma lo faranno dovendo accettare una situazione di minorità. Di discriminazione.
Dalle notizie riportate dagli operatori di Human Rights Watch apprendiamo che le guardie turche avrebbero sparato lungo la frontiera ai richiedenti asilo siriani. Una denuncia già arrivata un mese fa che pone ancora una volta l’accento su di un accordo che oltre a mercificare la vita dei migranti pone serissime problematiche sulla loro incolumità.
Il nostro Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha definito il TTIP una priorità strategica, impegnando il suo Governo in un appoggio totale e incondizionato per la conclusione dello storico accordo.
Possibile che ha per simbolo il segno aritmetico dell’uguale non voterà una legge che moltiplica le discriminazioni, sottrae tutele ai bambini e divide le famiglie: da una parte quelle con tutti i diritti, dall’altra quelle con qualche diritto in meno. L’intervento di Andrea Maestri alla Camera sulla regolamentazione delle Unioni civili.
Non più di tre mesi e mezzo fa, la scelta di Renzi di nominare a Capo della Rappresentanza permanente a Bruxelles un politico, l’allora viceministro allo Sviluppo economico Carlo Calenda, fece molto discutere e sollevò non poche critiche e malumori.
Nelle nostre scuole la discriminazione di ogni tipo avviene ogni giorno, con impatti significativi sul singolo e sul gruppo, e le diversità tra studenti spesso vengono vissute come limiti o difetti di un individuo rispetto ad un altro.
«Per la prima volta l’Italia ha un governo che è fatto per metà da donne», diceva Renzi. Le cose sono cambiate, molto in peggio.
Marco Omizzolo è tra gli organizzatori dello sciopero di 2000 braccianti sikh che lo scorso 18 aprile si sono trovati davanti alla Prefettura di Latina per chiedere paghe eque e più umanità. Da quel momento Marco è stato vittima di atti intimidatori sempre più frequenti.
Ci scrive il professore Gianfranco Pasquino, elencando dieci ragioni per dire “no” a una riforma costituzionale pensata male e costruita peggio.
Possibile si trasforma immediatamente in un comitato per il no alla riforma costituzionale. Un no che parli del “noi”: per dare più rappresentanza, una democrazia che funzioni meglio, per restituire una ‘misura’ al potere, per rafforzare gli strumenti di partecipazione, di garanzia e di controllo.
Era il 6 maggio dell’anno scorso quando Pippo Civati, salutando, lasciò il Pd. Non fu una scissione di corrente organizzata, semplicemente perché non lo era, ma l’inizio di un percorso in cui molti si sono ritrovati a condividere un impegno che, da lì a poco, sarebbe diventato Possibile, il nuovo soggetto politico che abbiamo iniziato e stiamo continuando a costruire.
Il Governo è intervenuto su un tema mediatico per eccellenza, aumentando a dismisura le pene per condotte colpose, così cercando di placare la sete di vendetta, più che di giustizia, dell’opinione pubblica.
È di nuovo il momento di inventarsi le forme e le pratiche per innescare un processo ricostituente, con la pretesa di trasformare città, vite, istituzioni a partire da un atteggiamento pragmatico di invenzione sociale, economica e istituzionale.
Da qualche settimana è partita una nuova raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare sulla legalizzazione della cannabis. Possibile partecipa con i suoi banchetti e si prepara alla mobilitazione.
Fra gli emendamenti presentati dal Governo al decreto scuola all’esame della commissione Cultura è arrivato anche quello sull’estensione del bonus di 500 euro ai 18enni extracomunitari. Un emendamento che arriva, finalmente, dopo la presentazione della nostra proposta di legge ad hoc e dopo mesi in cui abbiamo denunciato questa discriminazione in aula
L’intervento di Giuseppe Civati alla Camera dei deputati in merito alla maternità surrogata. “Siamo per la regolamentazione e non per il reato universale”.