QUADERNI
Leggo stamane Dario Stevanato sul suo blog e mi accorgo che forse avevo liquidato troppo velocemente una questione rilevante e però passata inosservata della proposta del segretario del PD Enrico Letta sull’imposta di successione.
Pensiamo che un passaporto cittadino sia un utile strumento pratico e che, al contempo, possa costituire un’occasione di trasformazione culturale che incida politicamente sul necessario processo di cambiamento della legislazione nazionale in materia di immigrazione.
Ancora oggi, il solo accennare la necessità di reintrodurre una modesta tassazione sui passaggi ereditari della ricchezza scatena reazioni viscerali.
il ministero dell’ambiente francese si è impegnato nel 2010 a mettere in atto una sperimentazione che mirava a esaminare differenti modalità di gestione delle pertinenze verdi a fine di migliorare l’attrattività delle zone lungo le vie di comunicazione per gli insetti impollinatori.
Un nuovo patto che nei fatti non cambierebbe nulla, se non andando a rafforzare un percorso che conosciamo bene, e che ogni giorno ci allontana sempre di più dalla fine della tragedia umanitaria che da anni si consuma ai nostri confini.
Può un dirigente scolastico abusare del suo potere a tal punto? E cosa accadrà adesso, nei vari Gruppi di Lavoro, ora che c’è stata la riforma del PEI e questo potere di decidere chi come dove e per quanto tempo e ore gli alunni disabili hanno diritto al sostegno è consegnato quasi interamente nelle mani dell’azienda-scuola e dei suoi superdirigenti?
Abbiamo letto scrupolosamente la “Missione 4, Istruzione e Ricerca” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e la visione di scuola che ne emerge è molto lontana da quella di Possibile. Il PNRR delinea infatti un’idea di scuola su base individualista, che risponde a logiche di mercato e modellata sulle esigenze del mondo del lavoro.
Oggi siamo nelle piazze italiane a manifestare il nostro sostegno ai palestinesi vittime degli attacchi dell’esercito israeliano.
Io vorrei che tutti, ma proprio tutti, politici, commentatori, editorialisti, giornalisti, passassero una settimana in Palestina. Una settimana sola.
Le alternative ci sono, sono credibili, sono economicamente vantaggiose e hanno uno sguardo verso il futuro che è profondamente diverso rispetto alla logica e i meccanismi che ci hanno condotto a vivere la crisi socio climatica ambientale che stiamo vivendo.