QUADERNI

L’ap­pel­lo scrit­to dai par­la­men­ta­ri di Pos­si­bi­le e indi­riz­za­to a tut­ti i Depu­ta­ti e a tut­ti i Sena­to­ri, per can­di­da­re Lam­pe­du­sa e Lesbo al pre­mio Nobel per la pace. 
Per inter­ve­ni­re alla radi­ce del pro­ble­ma abbia­mo depo­si­ta­to una pro­po­sta di leg­ge che mira alla pie­na appli­ca­zio­ne del­la leg­ge 194, inter­ve­nen­do per­ciò diret­ta­men­te sul­le cau­se, assi­cu­ran­do che tut­ti gli enti ospe­da­lie­ri e tut­te le case di cura auto­riz­za­te sia­no poste nel­le con­di­zio­ni di garan­ti­re quan­to pre­scrit­to dal­la leg­ge, disin­ne­scan­do le con­se­guen­ze che — in mol­te strut­tu­re — ha l’o­bie­zio­ne di coscienza. 
San­ders par­ti­va con uno svan­tag­gio abis­sa­le. Ha pareg­gia­to in Iowa e stra­vin­to in New Hamp­shi­re. In Neva­da sta supe­ran­do la Clin­ton gua­da­gnan­do ogni gior­no qual­che deci­mo. E’ popo­la­ris­si­mo tra i “mil­len­nials”, i ragaz­zi nati negli anni Ottan­ta e Novan­ta, in bar­ba alle pre­sun­te rego­le per cui per pia­ce­re ai gio­va­ni biso­gna esse­re gio­va­ni. Ber­nie ha fat­to capi­re al mon­do che quel che con­ta non è l’età: sono le idee, è la squa­dra, e soprat­tut­to è ope­ra­re una rivo­lu­zio­ne vera. 
La situa­zio­ne in Yemen è esplo­si­va, soprat­tut­to da quan­do la coa­li­zio­ne gui­da­ta dall’Arabia Sau­di­ta (sen­za alcun man­da­to o coper­tu­ra del­la comu­ni­tà inter­na­zio­na­le) ha deci­so di pro­ce­de­re a bom­bar­da­men­ti su cit­tà e vil­lag­gi. Si par­la di oltre 20.000 mor­ti (tra cui diver­se cen­ti­na­ia bam­bi­ni) e di oltre l’80% del­la popo­la­zio­ne sen­za acces­so ai ser­vi­zi essen­zia­li. Sen­za dimen­ti­ca­re i bom­bar­da­men­ti sugli ospedali. 
In tota­le, i nuo­vi con­trat­ti atti­va­ti nel 2015 sono cir­ca 186 mila: in pra­ti­ca, il costo di ogni nuo­vo posto di lavo­ro in più è sta­to di 24 mila euro di incentivi. 
Un’im­ma­gi­ne ha segna­to que­sta nostra epo­ca fra­gi­le, in bili­co tra dolo­re e spe­ran­za. Quel­la del pic­co­lo Aylan Kur­di, col suo cor­pi­ci­no diste­so a pan­cia in giù sul­la sab­bia, con la magliet­ta ros­sa e i pan­ta­lon­ci­ni zup­pi di acqua. Tut­ti abbia­mo pian­to, ci sia­mo indi­gna­ti, poi il tem­po ci ha come anestetizzati. 
La Leg­ge regio­na­le cam­pa­na n.15/2015 rior­di­na il Ser­vi­zio Idri­co Inte­gra­to e disat­ten­de pale­se­men­te l’esito refe­ren­da­rio del 2011 con cui 27 milio­ni di Ita­lia­ni si sono espres­si a favo­re del­la gestio­ne pub­bli­ca del ser­vi­zio, rico­no­scen­do l’acqua come bene comune. 
Il 19 feb­bra­io la pro­te­sta dei lavo­ra­to­ri chi­mi­ci cul­mi­ne­rà in una mani­fe­sta­zio­ne nazio­na­le a Roma: noi sia­mo dal­la par­te del­le miglia­ia di lavo­ra­to­ri che rischia­no il posto di lavo­ro e vor­rem­mo anche vede­re una volon­tà poli­ti­ca da par­te del gover­no Ita­lia­no di impe­di­re il disim­pe­gno di Eni e Ver­sa­lis e di pre­ten­de­re la ricon­ver­sio­ne del set­to­re nel­la dire­zio­ne del­la chi­mi­ca ver­de. Per dare cer­tez­ze a chi vuo­le lavo­ra­re e spe­ran­ze per il nostro ambiente. 
Sala Ales­si è già stra­col­ma pri­ma del­le 20.30, ora­rio d’i­ni­zio del­l’as­sem­blea pro­mos­sa dal­la Lista civi­ca e muni­ci­pa­le per una “Mila­no in Comu­ne”. Tan­te le cit­ta­di­ne e i cit­ta­di­ni, le asso­cia­zio­ni, i movi­men­ti civi­ci che, insie­me ad alcu­ni sog­get­ti poli­ti­ci, non si arren­do­no all’i­dea di ave­re tre mana­ger in gara, di cui uno espres­so dal­le pri­ma­rie del cen­tro-sini­stra, alla gui­da di Palaz­zo Marino. 
Pos­si­bi­le è il pri­mo par­ti­to ita­lia­no a coniu­ga­re mili­tan­za tra­di­zio­na­le, con­tat­to per­so­na­le e pre­sen­za sul ter­ri­to­rio, con la demo­cra­zia digi­ta­le e l’utilizzo di stru­men­ti moder­ni di deci­sio­ne e orga­niz­za­zio­ne. Per fare tut­to que­sto abbia­mo rea­liz­za­to la piat­ta­for­ma “Par­te­ci­pa­zio­ne Pos­si­bi­le” il cui pun­to di par­ten­za è l’iscrizione e la tes­se­ra. Pro­prio per que­sto è impor­tan­te iscri­ver­si a Possibile. 
Il brut­to pastic­cio del Gover­no in Euro­pa. Dove­va difen­de­re la side­rur­gia ita­lia­na ma non si pre­sen­ta al tavo­lo. I pugni di accia­io resta­no nel­le tasche. 
Quel­lo che è suc­ces­so alla Kavo Pro­me­di rap­pre­sen­ta un pre­ce­den­te peri­co­lo­so e gra­ve per tut­to il mon­do del lavo­ro. Si è comin­cia­to da una real­tà come quel­la del­la Kavo per­ché è più faci­le sman­tel­la­re i dirit­ti a par­ti­re dal­le pic­co­le azien­de. Por­tan­do via i mac­chi­na­ri di not­te, con un gesto vio­len­to e ille­git­ti­mo, oltre che fraudolento. 
Via­le Fari­ni, zona del­la sta­zio­ne, Raven­na. San Valen­ti­no 2016, flash­mob del­la lista di cit­ta­di­nan­za atti­va “Raven­na in Comu­ne” in dife­sa del­le pan­chi­ne pub­bli­che che il Sin­da­co PD ha fat­to rimuo­ve­re per rimuo­ve­re le per­so­ne che ci si sede­va­no sopra. Come il leghi­sta Gen­ti­li­ni, ricor­da­te? Inve­ce di com­bat­te­re la pover­tà e la mar­gi­na­li­tà socia­le, la soli­tu­di­ne e l’as­sen­za di ago­rà dove cono­scer­si, incon­trar­si, fare comu­ni­tà, il Sin­da­co di Raven­na, supe­ran­do a destra anche il par­ti­to del­la nazio­ne, com­bat­te diret­ta­men­te pove­ri ed emarginati.