QUADERNI

Roma: con­ti­nua pres­sing sini­stra su Bray. Il movi­men­to Pos­si­bi­le di Pip­po Civa­ti ha lan­cia­to un appel­lo: “Mari­no, Bray e Fas­si­na si met­ta­no attor­no ad un tavo­lo. La sini­stra tro­vi un can­di­da­to unitario”. 
Dal­le die­ci di saba­to mat­ti­na si riu­ni­ran­no all’ex Doga­na i pri­mi cen­to cit­ta­di­ni che han­no ade­ri­to alla piat­ta­for­ma ‘Contaci.it’: una nuo­va espe­rien­za poli­ti­ca che par­te dal bas­so e inten­de affron­ta­re le pros­si­me ele­zio­ni ammi­ni­stra­ti­ve di Roma al di fuo­ri dei soli­ti schemi. 
Per recu­pe­ra­re un’occasione altri­men­ti per­du­ta è neces­sa­rio met­te­re da par­te que­sta revi­sio­ne (attra­ver­so un “no” al refe­ren­dum) e pre­sen­ta­re insie­me, con il con­tri­bu­to di tut­ti, con un dibat­ti­to che par­te pro­prio dome­ni­ca a Firen­ze, un’alternativa. Una rifor­ma capa­ce di resti­tui­re dav­ve­ro la sovra­ni­tà al popo­lo. Dal “NO” al “NOi” per la Costituzione. 
Tra un anno, Ser­ra potreb­be improv­vi­sa­men­te accor­ger­si che non ha sen­so un par­ti­to che al suo inter­no con­tie­ne sia la destra che la sini­stra, che destra e sini­stra si con­fron­ta­no alle ele­zio­ni, non alle primarie. 
Un wee­kend, il pros­si­mo, in cui (ri)innamorarsi del­la poli­ti­ca, esat­ta­men­te in coin­ci­den­za del­la festa di San Valen­ti­no. Dal 12 al 15 feb­bra­io Pos­si­bi­le pro­muo­ve una ras­se­gna di even­ti nel­le prin­ci­pa­li cit­tà ita­lia­ne, cia­scu­no con un tema ben pre­ci­so, da affron­ta­re in manie­ra scien­ti­fi­ca e rigo­ro­sa, per­ché per inna­mo­rar­si nuo­va­men­te del­la poli­ti­ca c’è biso­gno di sguar­do lun­go e non schiac­cia­to sul pre­sen­te, di sana imma­gi­na­zio­ne e non di scel­te neces­si­ta­te, di paro­le atten­te e non urlate. 
La pro­po­sta a pri­ma fir­ma del­la depu­ta­ta Bea­tri­ce Bri­gno­ne, ha come obiet­ti­vo quel­lo di isti­tui­re un’ap­po­si­ta Com­mis­sio­ne par­la­men­ta­re bica­me­ra­le al fine di ana­liz­za­re in tut­to il ter­ri­to­rio nazio­na­le le atti­vi­tà e il fun­zio­na­men­to dei Cen­tri Anti­vio­len­za, dei Ser­vi­zi Socia­li pre­po­sti alla tute­la del­le don­ne vit­ti­me di vio­len­za, del­le Asso­cia­zio­ni, degli Isti­tu­ti e degli Enti pro­tet­ti cui sono affi­da­te don­ne con figli minori. 
Ci sono volu­ti nove Sal­va Ilva, tre gior­ni di scio­pe­ro degli ope­rai di Cor­ni­glia­no e mol­ti mesi di con­fu­sio­ne per giun­ge­re all’e­si­to posi­ti­vo del tavo­lo tra Sin­da­ca­ti e Gover­no. Risul­ta­to cer­ta­men­te impor­tan­te quel­lo arri­va­to al tavo­lo del Mini­ste­ro del­lo Svi­lup­po Eco­no­mi­co, alla pre­sen­za del­la vice­mi­ni­stra Bellanova. 
Dob­bia­mo lavo­ra­re ad un pro­gram­ma di effi­cien­ta­men­to per recu­pe­ra­re più del­la metà del­la bol­let­ta ener­ge­ti­ca del­le pub­bli­che ammi­ni­stra­zio­ni ita­lia­ne: si trat­ta di gran­dez­ze che pos­so­no muo­ve­re il PIL del Pae­se. Da qui nasce una varie­tà di oppor­tu­ni­tà che, se solo le coglies­si­mo, darem­mo vita ad un nuo­vo mer­ca­to ric­chis­si­mo di pro­spet­ti­ve. Fare effi­cien­ta­men­to non vuol dire sol­tan­to cam­bia­re del­le lam­pa­di­ne, ma impli­ca un ripen­sa­men­to del con­cet­to di rete di ero­ga­zio­ne e tra­smis­sio­ne di ser­vi­zi e informazioni. 
Che la liber­tà di coscien­za con­ces­sa dal lea­der del M5S ai suoi sul­la ste­p­child adop­tion per le cop­pie omo­ses­sua­li non fos­se un’apertura ver­so il dis­sen­so inter­no un po’ lo sospet­ta­va­mo. Il docu­men­to che pub­bli­ca­no ora alcu­ni gior­na­li, rela­ti­va­men­te alle pros­si­me Ammi­ni­stra­ti­ve capi­to­li­ne, con­fer­ma tale idea. Pur­trop­po, sia­mo costret­ti ad aggiungere. 
La leg­ge appe­na appro­va­ta dal­la Came­ra sul dopo di noi non è una leg­ge sba­glia­ta, è sol­tan­to una leg­ge pro­fon­da­men­te svuo­ta­ta da ogni signi­fi­ca­to ed effet­to, così come per­si­no dal­la sua stes­sa effi­ca­cia nor­ma­ti­va, dato che quan­to è sta­to appro­va­to dai depu­ta­ti e che ora pas­sa al Sena­to si con­fi­gu­ra mise­re­vol­men­te come l’en­ne­si­mo rat­top­po, l’ennesimo fon­do per la disa­bi­li­tà che pun­ta più che altro a isti­tui­re un tru­st che è per l’appunto miser­ri­ma, pochis­si­ma cosa, ed è mol­to lon­ta­no dal garan­ti­re un “dopo di noi” come l’aspettativa digni­to­sa e la dispe­ra­zio­ne pura di tan­ti richiedevano. 
Il cen­tro­si­ni­stra mila­ne­se era già fini­to nel mar­zo 2015, ormai qua­si un anno fa, quan­do Giu­lia­no Pisa­pia annun­ciò di non voler­si rican­di­da­re sin­da­co. Oggi, con l’elezione del can­di­da­to Giu­sep­pe Sala, ex­ Ad Expo, il Par­ti­to Nazio­ne irrom­pe a liqui­da­re defi­ni­ti­va­men­te il model­lo Milano. 
L’autorevole Gotor ades­so spie­ga che «la scis­sio­ne sarà una deci­sio­ne col­let­ti­va, e non una som­ma sgan­ghe­ra­ta di nar­ci­si­smi alla Civa­ti». Boh, di nuo­vo non com­pren­do il sen­so del­le paro­le, a par­te l’ossessione ritor­nan­te al per­so­na­li­smo. Vuol dire che ci sarà una scis­sio­ne? E quan­do, e per­ché? Va bene sta­re nel par­ti­to del Jobs Act e del­la Buo­na Scuo­la, dell’Italicum con la fidu­cia e pure del­la rifor­ma costi­tu­zio­na­le che, com­bi­nan­do­si con quel­la elet­to­ra­le, «rom­pe l’equilibrio demo­cra­ti­co», ma se si fan­no la tes­se­ra quel­li con cui, in un modo o nell’altro, dall’inizio di que­sta legi­sla­tu­ra sono allea­ti, allo­ra fan­no sal­ta­re tutto? 
Nono­stan­te ci si appre­sti a vota­re una leg­ge sicu­ra­men­te non all’avanguardia, dopo la «liber­tà di coscien­za» con­ces­sa da Ren­zi ai par­la­men­ta­ri del Par­ti­to Demo­cra­ti­co, oggi arri­va la «liber­tà di coscien­za» con­ces­sa da Gril­lo ai par­la­men­ta­ri del Movi­men­to 5 Stel­le, in occa­sio­ne del­le pros­si­me vota­zio­ni, alla Came­ra e al Sena­to, del dise­gno di leg­ge Cirinnà. 
Nel­le scor­se ore abbia­mo let­to que­sto gusto­so comu­ni­ca­to stam­pa a fir­ma di tre euro­par­la­men­ta­ri del PD, che si sca­glia­no sul­la taglia mini­ma per la pesca­bi­li­tà del­le von­go­le, fis­sa­ta a 2,5 cen­ti­me­tri. Non è chia­ro chi abbia il ceri­no in mano, per accen­de­re il fuo­co, get­ta­re le von­go­le, con­dir­le e ter­mi­na­re con la sfu­ma­ta di vino bianco. 
Stia­mo par­lan­do del­la secon­da cit­tà ita­lia­na per abi­tan­ti, la capi­ta­le eco­no­mi­ca del­la nazio­ne, il cen­tro idea­le del­la par­te pro­dut­ti­va­men­te più signi­fi­ca­ti­va del Pae­se: si può dav­ve­ro soste­ne­re che quel acca­de fra San Siro e For­la­ni­ni sia solo una que­stio­ne loca­le, qua­si si trat­tas­se di una qual­sia­si altra real­tà di provincia?