QUADERNI

La pri­ma tap­pa del tour euro­peo di Giu­sep­pe Civa­ti ed Elly Schlein. Dal refe­ren­dum ingle­se alle ele­zio­ni pre­si­den­zia­li por­to­ghe­si, dal post-voto spa­gno­lo alle sfi­de che si tro­va di fron­te la Gre­cia: un viag­gio per anda­re a fon­do del­le gran­di que­stio­ni che stan­no scuo­ten­do l’U­nio­ne, per scam­bia­re espe­rien­ze e pro­get­ta­re futuro. 
E’ dal 1934, anno in cui sono sta­ti isti­tui­ti per la pri­ma vol­ta in Ita­lia i Tri­bu­na­li per i Mino­ren­ni, che nul­la è sta­to fat­to per miglio­ra­re la con­di­zio­ne di tute­la dei mino­ri, del­la per­so­na e del­la fami­glia. Tut­ta­via, oggi, a distan­za di 82 anni, abbia­mo l’occasione di dare una signi­fi­ca­ti­va e sto­ri­ca svol­ta dell’ordinamento in materia. 
Secon­do la sti­ma del­la Flc Cgil sono cir­ca 25/30mila i docen­ti a tem­po deter­mi­na­to che non solo non ven­go­no paga­ti ormai da mesi (in mol­ti casi fin da set­tem­bre), ma che spes­so sono costret­ti a dar fon­do ai rispar­mi per riu­sci­re a man­te­ne­re se stes­si, la pro­pria fami­glia, ma anche il posto di lavo­ro – tro­van­do­si, in mol­ti, a lavo­ra­re lon­ta­no da casa. Una situa­zio­ne para­dos­sa­le, que­sta, tan­to che alcu­ni docen­ti si sono dovu­ti rivol­ge­re per­fi­no alla Caritas. 
Sia­mo la nuo­va clas­se ope­ra­ia, ma sen­za l’i­dea di clas­se, e per que­sto non andre­mo in para­di­so. Non andre­mo nem­me­no in malat­tia, per­ché chi lavo­ra con la par­ti­ta Iva sta sem­pre bene, anche se ha il can­cro. I lavo­ra­to­ri auto­no­mi, da non con­fon­de­re con i libe­ri pro­fes­sio­ni­sti, lo san­no già, ades­so lo san­no anche il resto degli ita­lia­ni gra­zie alla cam­pa­gna di Danie­la Fre­go­si, la 46enne di Gros­se­to che dal 1992 lavo­ra con par­ti­ta Iva nel cam­po del­la for­ma­zio­ne nel­le azien­de e che, amma­la­ta­si di can­cro, ha dovu­to fare i con­ti con la dispa­ri­tà di tute­le dei lavo­ra­to­ri auto­no­mi rispet­to a chi ha un con­trat­to di lavo­ro dipendente. 
E’ un algo­rit­mo quel­lo tra­mi­te cui Goo­gle sce­glie cosa far­ci vede­re e in che ordi­ne quan­do cer­chia­mo qual­co­sa sul suo moto­re di ricer­ca. Le azien­de pri­va­te sono mol­to gelo­se dei loro algo­rit­mi, ma con il cre­sce­re del loro pote­re nel gover­na­re il flus­so di infor­ma­zio­ni in base al qua­le for­mia­mo le nostre opi­nio­ni sui più dispa­ra­ti argo­men­ti, sia­mo sicu­ri di poter­ci basa­re sul­la loro buo­na fede? 
Rivol­to ai lavo­ra­to­ri di impre­se chiu­se, ristrut­tu­ra­te, delo­ca­liz­za­te e ai gio­va­ni inca­stra­ti nel­la trap­po­la “lau­rea­to, qua­li­fi­ca­to, disoc­cu­pa­to”, par­te a Vero­na l’incubatore d’impresa “Impre­sa Pos­si­bi­le“, volu­to e soste­nu­to dal movi­men­to Pos­si­bi­le di Pip­po Civa­ti che si avva­le del­le com­pe­ten­ze del grup­po di esper­ti che sta die­tro il blog “50/30 Blog – Disoc­cu­pa­zio­ne e Imprenditorialità”. 
Espri­mia­mo il nostro disap­pun­to e mas­si­mo dis­sen­so dopo che il Pre­si­den­te D’Alfonso e la mag­gio­ran­za del gover­no regio­na­le han­no com­piu­to un vero e pro­prio col­po di mano, schie­ran­do­si con­tro i refe­ren­dum NoTriv e le altre Regio­ni con cui lo ave­va chie­sto, a fian­co del gover­no Ren­zi davan­ti la Consulta 
In Ita­lia rischia­mo di tor­na­re a una situa­zio­ne pre-194, con un ricor­so sem­pre più mas­sic­cio all’aborto clan­de­sti­no: secon­do la rela­zio­ne Loren­zin, si regi­stra­no attual­men­te cir­ca 20 mila casi l’anno (5 mila riguar­da­no le stra­nie­re). Ma si trat­ta di un dato ampia­men­te sottostimato. 
Ci sia­mo chie­sti se que­sta espres­sio­ne che l’O­nu adot­ta per descri­ve­re l’al­lar­me migra­zio­ni non con­ten­ga un assur­do logi­co. Ci sia­mo chie­sti per­ché l’Eu­ro­pa non rie­sca a inter­ve­ni­re, come sug­ge­ri­sce Cri­stal­li­na Geor­gie­va, vice­pre­si­den­te del­la Com­mis­sio­ne euro­pea, nei pae­si da cui i migran­ti pro­ven­go­no. Ci sia­mo chie­sti per­ché l’I­ta­lia non si pon­ga all’a­van­guar­dia nel­l’af­fron­ta­re la que­stio­ne, che la riguar­da diret­ta­men­te per ragio­ni geo­gra­fi­che, sto­ri­che e politiche. 
I comi­ta­ti di Pos­si­bi­le di tut­ta Ita­lia (e non solo) si stan­no riu­nen­do in que­sti gior­ni come pre­vi­sto, da qui al 31 gen­na­io, per discu­te­re i temi pro­gram­ma­ti­ci e per fare il pun­to sul­le atti­vi­tà poli­ti­che loca­li e nazio­na­li in cor­so e in programma. 
Pos­si­bi­le chie­de che la Came­ra dei depu­ta­ti e il Sena­to del­la Repub­bli­ca affron­ti­no con impe­gno la discus­sio­ne sul­la pro­po­sta di leg­ge pre­sen­ta­ta dall’intergruppo par­la­men­ta­re per la can­na­bis legale. 
«Se gli spre­chi ali­men­ta­ri mon­dia­li fos­se­ro un Pae­se — scri­ve il Finan­cial Times -, sareb­be­ro il ter­zo più gran­de emet­ti­to­re mon­dia­le di gas ser­ra, dopo Cina e Sta­ti Uni­ti, richie­den­do inol­tre 250 chi­lo­me­tri cubi­ci di acqua all’an­no — più del­la por­ta­ta annua­le del Danu­bio», con tut­to ciò che ne con­se­gue in ter­mi­ni di riscal­da­men­to globale. 
Si apro­no alle ore 12 di oggi e andran­no avan­ti fino alle 12 del 31 gen­na­io le vota­zio­ni per la fase 2 del con­gres­so di Pos­si­bi­le, quel­la che por­te­rà all’e­le­zio­ne del nuo­vo Segre­ta­rio e dei comi­ta­ti orga­niz­za­ti­vo e scientifico. 
Un par­ti­to, come ogni asso­cia­zio­ne, è innan­zi tut­to una comu­ni­tà di indi­vi­dui, che si fon­da su valo­ri con­di­vi­si ma che non può pre­scin­de­re da fidu­cia e rispet­to reci­pro­ci. Sen­za que­sti due pre­re­qui­si­ti non esi­ste una comu­ni­tà ma non esi­ste nep­pu­re una comu­ni­ca­zio­ne effi­ca­ce ed un con­fron­to dia­let­ti­co sano. 
Con Pode­mos, Syri­za e con i com­pa­gni del­la sini­stra por­to­ghe­se abbia­mo la con­sa­pe­vo­lez­za che un nuo­vo model­lo sarà pra­ti­ca­bi­le solo ribal­tan­do i rap­por­ti di for­za tra sini­stra e destra, cioè libe­ran­do la sini­stra dal suo immo­bi­li­smo e dal­la sua subal­ter­ni­tà alla destra, ponen­do­la net­ta­men­te fuo­ri dal­la logi­ca auto­di­strut­ti­va del­la gran­de coa­li­zio­ne con il cen­tro­de­stra, a livel­lo euro­peo, nazio­na­le e locale. 
Ieri pome­rig­gio la con­fe­ren­za dei pre­si­den­ti dei grup­pi alla Came­ra ha final­men­te calen­da­riz­za­to la Leg­ge sul Fine Vita. La bat­ta­glia non è fini­ta, ora ini­zia la sfi­da più dura. Non abbas­sia­mo la guar­dia, con­ti­nuia­mo a scen­de­re in piaz­za a fare ini­zia­ti­ve, a crea­re pon­ti, a con­fron­tar­ci con tut­ti, a fare pres­sio­ne su ogni mem­bro del­la Came­ra, affin­ché si capi­sca che que­sta bat­ta­glia non ha nul­la di ideo­lo­gi­co, ma va incon­tro al dirit­to di cia­scu­no di noi di poter deci­de­re del­la pro­pria vita, di poter esse­re libe­ri, fino alla fine.