QUADERNI
La situazione oggi appare totalmente fuori controllo, gli ospedali che dovevano garantire le prestazioni non-Covid sono attualmente impegnati a combattere focolai Covid. Gli ospedali che all’emergenza sono stati dedicati invece sono pieni e i posti in Terapia Intensiva e sub-intensiva sono terminati.
Mentre la discussione pubblica si avvita in discorsi relativi alla cromia via via assegnata alle Regioni, mentre si continua giustamente a parlare del trasporto pubblico, mentre ci si continua a interrogare su quale sia la strategia migliore per contenere i contagi in estenuanti dibattiti televisivi, il virus continua a diffondersi e non lo fa solo tra la popolazione in libera circolazione ma come logico, senza sconti, anche nei luoghi di lavoro. Anche e — diremmo, ironicamente amareggiati — persino tra i lavoratori della Grande Distribuzione.
Quando parliamo di salute non possiamo tenere conto solo di quella fisica, come se la persona finisse lì e non ci fosse invece un virus altrettanto pericoloso che sta minando silenziosamente l’equilibrio emotivo e psicologico dei più giovani, soprattutto dei piccolissimi di cui, adesso come a marzo, non si parla mai.
Purtroppo è arrivato il momento di prendere atto che la classe dirigente che ci amministra ha preferito tessere relazioni di interesse con i pochi che detengono piccoli potentati sparsi, in nome di un non meglio definito mantenimento dello status quo. Hanno scelto di difendere interessi privati sacrificando la cosa pubblica: i molti, che non hanno potere ma che sono una loro precisa responsabilità e che, in fondo, stanno chiedendo solo di essere governati.
Purtroppo è arrivato il momento di prendere atto che la classe dirigente che ci amministra ha preferito tessere relazioni di interesse con i pochi che detengono piccoli potentati sparsi, in nome di un non meglio definito mantenimento dello status quo. Hanno scelto di difendere interessi privati sacrificando la cosa pubblica: i molti, che non hanno potere ma che sono una loro precisa responsabilità e che, in fondo, stanno chiedendo solo di essere governati.
Il grande errore della politica fossile è quello di prendere decisioni come se ogni volta si trattasse di scegliere tra salute ed economia, tra salute e lavoro (o reddito): una contraddizione che la pandemia sta rendendo ancora più drammatica, ma che abbiamo visto all’opera da anni
È il momento di ribadire l’urgenza di prendere al più presto queste misure: di assumere personale, di investire sul digitale, sul tracciamento e – non ci stancheremo mai di dirlo – sui tamponi, riprendendo quel “Piano Crisanti” che era stato annunciato e mai davvero preso in considerazione.
I nostri punti programmatici principali e le relative voci di spesa, per la realizzazione di un sistema sanitario pubblico che risponda rapidamente ai bisogni della popolazione. Perché non c’è più un minuto da perdere.
Dobbiamo anche subire il silenzio delle organizzazioni sindacali confederali di settore, il silenzio della politica, il silenzio dei media e non solo durante questa pandemia, il silenzio sulla grande distribuzione è una grandissima conquista di una tra le lobby più forti nel nostro paese e allora giunti allo stremo sfruttiamo questa occasione per chiedervi di aiutarci a rompere questo silenzio che ci condanna da anni alla trasparenza.
Anche quest’anno siamo pronti a partire con questa complicata edizione dei Pacchi delle Terre Resistenti, a sostegno dei produttori colpiti dal sisma del 2016: due tipologie di pacchi, uno vegetariano e uno “onnivoro”, acquistabili a 60 euro (spese di spedizione comprese) scrivendo a terreresistenti@gmail.com.
Una volta passato Halloween, quali sono le cose che ci fanno davvero paura? Che sono intorno a noi anche negli altri 364 giorni e di cui sembriamo non riuscire a liberarci, nonostante gli sforzi fatti (o proprio per via di quelli che non si fanno)? Quali sono quelle ombre che minacciano la nostra libertà e la nostra uguaglianza e che, come dice la nostra Costituzione, è compito della Repubblica rimuovere?
Stamattina in molte piazze d’Italia hanno manifestato i lavoratori e le lavoratrici della cultura. Persone, percorsi, condizioni lavorative molto diverse che hanno in comune il fatto di subire duramente il peso delle restrizioni legate all’emergenza covid e di essere stati tra i primi a farlo.
Ieri sera, in una manifestazione dove erano di casa anche i saluti romani e dove era evidente la presenza dei gruppi neofascisti della zona, è stato esposto, nell’indifferenza generale, uno striscione omofobo e violento che nulla aveva a che fare con i contenuti del DPCM: “Casalino ricchione, Conte il suo pappone”.
I costi ambientali, sociali ed economici sono ingenti e non è assolutamente pensabile di uscire da questa situazione intervenendo solo dopo che i danni si sono verificati.
Oggi lanciamo orgogliosamente la nostra campagna di tesseramento al grido di “Ogni Genere è Possibile” annunciando che coloro che per iscriversi al nostro partito devono indicare dei documenti che non sono rappresentativi della propria identità, possono indicare il proprio nome di elezione direttamente nella procedura di iscrizione.
Se l’obbiettivo è il decongestionamento del trasporto pubblico, prima di pensare di isolare nuovamente gli alunni con la DAD – con tutti i limiti e le criticità legati all’accesso ai mezzi necessari e, quindi, alle lezioni – sarebbe auspicabile incentivare le forme di lavoro agile.