QUADERNI
Una volta passato Halloween, quali sono le cose che ci fanno davvero paura? Che sono intorno a noi anche negli altri 364 giorni e di cui sembriamo non riuscire a liberarci, nonostante gli sforzi fatti (o proprio per via di quelli che non si fanno)? Quali sono quelle ombre che minacciano la nostra libertà e la nostra uguaglianza e che, come dice la nostra Costituzione, è compito della Repubblica rimuovere?
Stamattina in molte piazze d’Italia hanno manifestato i lavoratori e le lavoratrici della cultura. Persone, percorsi, condizioni lavorative molto diverse che hanno in comune il fatto di subire duramente il peso delle restrizioni legate all’emergenza covid e di essere stati tra i primi a farlo.
Ieri sera, in una manifestazione dove erano di casa anche i saluti romani e dove era evidente la presenza dei gruppi neofascisti della zona, è stato esposto, nell’indifferenza generale, uno striscione omofobo e violento che nulla aveva a che fare con i contenuti del DPCM: “Casalino ricchione, Conte il suo pappone”.
I costi ambientali, sociali ed economici sono ingenti e non è assolutamente pensabile di uscire da questa situazione intervenendo solo dopo che i danni si sono verificati.
Oggi lanciamo orgogliosamente la nostra campagna di tesseramento al grido di “Ogni Genere è Possibile” annunciando che coloro che per iscriversi al nostro partito devono indicare dei documenti che non sono rappresentativi della propria identità, possono indicare il proprio nome di elezione direttamente nella procedura di iscrizione.
Se l’obbiettivo è il decongestionamento del trasporto pubblico, prima di pensare di isolare nuovamente gli alunni con la DAD – con tutti i limiti e le criticità legati all’accesso ai mezzi necessari e, quindi, alle lezioni – sarebbe auspicabile incentivare le forme di lavoro agile.
Tornano in piazza le ragazze e i ragazzi di Fridays For Future e se lo fanno non è di certo per ricordarci i grandi obiettivi globali da qui al duemilamai (sempre giusti e corretti, per carità), ma per ricordarci di un’emergenza climatica e ambientale che è già in corso. E per la quale servono risposte immediate e a tutto campo.
La settimana della mobilitazione climatica in Italia (il 20 settembre nel resto del mondo) è iniziata dopo un weekend di ordinario clima tropicale: nel nordovest sono crollate ancora strade ed esondati fiumi. Vittime, danni, ricostuzioni. Siamo ormai abituati alle reazioni stupite di stampa e mondo politico, come se ogni volta fosse la prima volta, come se la messa in sicurezza dei territori non fosse una delle prime urgenze di questo paese.
L’organizzazione varesina di dichiarata ispirazione neonazista, i cui 52 membri risultano sotto inchiesta per tentata ricostituzione del partito fascista e propaganda nazista, ha da poco riaperto – idealmente – la “Biblioteca Popolare” di età fascista: un consiglio di letture settimanali per la Comunità.
Questo primo traguardo storico sancisce una prima grande vittoria nelle rivendicazioni trans perché attesta che queste persone esistono e i loro percorsi devono essere sostenuti dallo Stato. Da domani riprende la lotta per il pieno riconoscimento di ogni identità con la richiesta di superare l’antiquata legge 164 con una nuova norma che metta al centro l’autodeterminazione, la completa depatologizzazione e lo snellimento delle procedure per la rettifica dei documenti e dei dati anagrafici.
Se anche dove si amministra e si dovrebbero far rispettare le leggi dello Stato queste vengono disattese che speranza abbiamo che le barriere architettoniche vengano definitivamente eliminate da ogni edificio pubblico?
Se questi fatti, gravissimi, fossero accertati, ci troveremmo di fronte a violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale ancora più gravi rispetto a quanto già emerso nei rapporti fra Italia e Libia.
Come Possibile siamo fermamente convinti che il benessere dei cittadini passi per l’amplificazione della conoscenza in tutte le sue accezioni e che per guardare ad un futuro sostenibile, ove ciascuno di noi abbia accesso a servizi fondamentali senza trascurare i problemi ambientali, sia necessario investire sulle idee e sull’innovazione.
In questi ultimi dieci anni, forse anche meno, la temperatura media sulle nostre Alpi è aumentata di due gradi centigradi; un piccolo aumento, quasi impercettibile per il corpo umano. Sembra incredibile che quei due piccoli gradi possano essere (cor)responsabili dei fenomeni meteorologigici e del dissesto idrogeologico che verifichiamo un po’ dappertutto ma soprattutto nelle valli e in montagna.
Annunciata in pompa magna dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, la proposta di riforma del Regolamento di Dublino non è solamente insoddisfacente: è una vera e propria presa in giro.