QUADERNI

Sul caso dell’omicidio di Maria Pao­la abbia­mo assi­sti­to ad una ver­go­gno­sa nar­ra­zio­ne di una cer­ta par­te del­la stam­pa e dei media, anche tele­vi­si­vi, che han­no cal­pe­sta­to la digni­tà del­la vit­ti­ma e del suo com­pa­gno Ciro 
Il sen­so di respon­sa­bi­li­tà e la coscien­za civi­ca che ragaz­ze e ragaz­zi dovran­no svi­lup­pa­re duran­te il loro per­cor­so di stu­di, per diven­ta­re cit­ta­di­ne e cit­ta­di­ni, non potran­no cer­to dire di aver­li impa­ra­ti dai deci­so­ri poli­ti­ci ai qua­li attual­men­te è affi­da­to il desti­no del­la scuola. 
Quel­la che va da Giu­gno a Otto­bre è la sta­gio­ne del­le piog­ge per la regio­ne del Nilo Azzur­ro e del Nilo. Le inon­da­zio­ni sono comu­ni in Sudan: feno­me­ni simi­li si sono veri­fi­ca­ti nel 2007, nel 2013, nel 2018, come det­to. Tut­ta­via, i feno­me­ni odier­ni han­no bat­tu­to i record sta­bi­li­ti nel 1946 e nel 1988. 
Il nume­ro così ele­va­to di impu­ta­ti farà di que­sto pro­ce­di­men­to pena­le il più gran­de pro­ces­so a lavo­ra­to­ri del­la sto­ria di Mode­na e pro­vin­cia. E non si può rima­ne­re indif­fe­ren­ti dinan­zi a que­sto. Non si può indie­treg­gia­re o cir­con­dar­si di ridon­dan­za e di agget­ti­vi. Se dav­ve­ro è rima­sta una coscien­za di sini­stra in que­sto pae­se, allo­ra dovreb­be esse­re là, al fian­co di que­ste per­so­ne, mes­se alla sbar­ra per esser­si ribel­la­te allo sfruttamento. 
Le GPS di cui si sen­te par­la­re in que­sti gior­ni, acro­ni­mo di gra­dua­to­rie pro­vin­cia­li per le sup­plen­ze, sono inve­ce par­te di un argo­men­to poco cono­sciu­to e sem­bra sia­no carat­te­riz­za­te da una marea di erro­ri, anche se avreb­be­ro dovu­to esse­re una del­le pun­te di dia­man­te del nuo­vo cor­so al Mini­ste­ro dell’Istruzione. 
In una dimen­sio­ne in cui la salu­te men­ta­le non bril­la­va per spi­ri­to inno­va­to­re, è arri­va­ta l’emergenza Covid19, che non solo si è abbat­tu­ta su chi già ave­va distur­bi psi­chia­tri­ci, ma anche su per­so­ne che si sono tro­va­te a fare i con­ti con disa­gi e sof­fe­ren­ze psi­co­lo­gi­che e rela­zio­na­li con cui mai si era­no confrontate. 
Men­tre in tut­to il mon­do ci si con­fron­ta, si discu­te su come ripar­ti­re e come evi­ta­re di com­met­te­re gli stes­si erro­ri che ci han­no por­ta­to drit­ti alla pan­de­mia, in pro­vin­cia di Vare­se (e non solo) si pro­get­ta­no stra­de, bre­tel­le auto­stra­da­li, fer­ro­vie e una rete di infra­strut­tu­re diret­ta­men­te o indi­ret­ta­men­te lega­te all’aeroporto di Malpensa. 
Ora che si ini­zia a par­la­re di aper­tu­re del­le uni­ver­si­tà al 50% ci chie­dia­mo: chi sti­la le linee gui­da ha idea di cosa par­li? Mol­tis­si­mi stu­den­ti sono fuo­ri­se­de, mol­ti altri sono lavo­ra­to­ri: quest’incertezza crea solo pro­ble­mi e rischia di far aumen­ta­re il nume­ro di chi abban­do­na gli studi. 
Dopo mesi di “altre prio­ri­tà” si comin­cia, fuo­ri tem­po mas­si­mo, a scon­trar­si con la real­tà. Nel­le aule fac­cia­mo fin­ta che il pro­ble­ma sia risol­to accol­lan­do tut­to alle scuo­le, al car­ton­ges­so e (even­tual­men­te) alle mascherine. 
In Bra­si­le la crea­zio­ne di nuo­vi pasco­li è respon­sa­bi­le per cir­ca l’80% di tut­ta la defo­re­sta­zio­ne. Nel 2019 gli incen­di e la pes­si­ma gestio­ne del Mini­ste­ro dell’Ambiente del gover­no Bol­so­na­ro han­no atti­ra­to l’attenzione di tut­to il mon­do e c’è biso­gno di man­te­ne­re alta l’al­ler­ta, per­ché sta ini­zian­do una nuo­va sta­gio­ne di roghi per­si­no peg­gio­re del­la scorsa. 
E’ fon­da­men­ta­le fare un sal­to cul­tu­ra­le per capi­re l’epoca che stia­mo viven­do. E’ fon­da­men­ta­le ren­der­si con­to che i dan­ni e le con­se­guen­ze del­le nostre scel­te non si vedran­no tra 100 o 150 anni ma si vedran­no tra 30/40 anni mas­si­mo e quin­di sare­mo noi stes­si o le gene­ra­zio­ni imme­dia­ta­men­te suc­ces­si­ve alla nostra a subi­re que­ste conseguenze. 
Svol­go il ruo­lo di care­gi­ver fami­lia­re da otto anni fra dif­fi­col­tà ogget­ti­ve ma anche psi­co­lo­gi­che. Le respon­sa­bi­li­tà, le com­pe­ten­ze, la pre­sen­za con­ti­nua che ven­go­no richie­sti sono sta­ti e con­ti­nua­no a tutt’oggi ad esse­re com­ple­ta­men­te igno­ra­ti dal­la nostra legi­sla­zio­ne, sal­vo qual­che “bou­ta­de” ogni tan­to pri­va di qual­si­vo­glia con­cre­tez­za appli­ca­ti­va, esclu­den­do così siste­ma­ti­ca­men­te i cosid­det­ti care­gi­vers da ogni tute­la e dal rico­no­sci­men­to di una qua­li­fi­ca professionale 
I ghiac­ciai si muo­vo­no da sem­pre, dico­no gli esper­ti gla­cio­lo­gi: ma non a que­sta velo­ci­tà, non con la fre­quen­za a cui assi­stia­mo oggi. Il pun­to è sem­pre lo stes­so: l’ac­ce­le­ra­zio­ne. Il man­ca­to recu­pe­ro fra un even­to e l’al­tro. Un equi­li­brio spo­sta­to ine­lut­ta­bil­men­te ver­so la per­di­ta del­le con­di­zio­ni cli­ma­ti­che pre­ce­den­ti l’ar­ri­vo dell’industrializzazione.