QUADERNI

347.398 casi di con­ta­gio, 22.013 mor­ti: è il bol­let­ti­no di saba­to scor­so del Mini­ste­ro del­la Salu­te del Bra­si­le, che ha por­ta­to il Pae­se a supe­ra­re la Rus­sia, restan­do indie­tro sol­tan­to agli Sta­ti Uni­ti per nume­ro tota­le di casi e di vit­ti­me del virus. 
Se con­ti­nuia­mo ad inve­sti­re sul­l’in­ce­ne­ri­men­to di rifiu­ti rin­vie­re­mo a data futu­ra gli inve­sti­men­ti neces­sa­ri sul­l’e­co­no­mia cir­co­la­re, sul­la rimo­du­la­zio­ne del­le filie­re pro­dut­ti­ve dove i pro­dot­ti ven­go­no pen­sa­ti nel loro inte­ro ciclo (non solo fino al con­su­ma­to­re), fino a tor­na­re come mate­ria pri­ma secon­da­ria. Non sono poche le cri­ti­ci­ta nor­ma­ti­ve anco­ra da risol­ve­re sul­l’End of Waste, fon­da­men­ta­li per tut­te le azien­de del set­to­re che pos­so­no inter­rom­pe­re la linea­ri­tà del model­lo pro­dut­ti­vo (ormai inso­ste­ni­bi­le per il Pianeta). 
La bio­di­ver­si­tà è fon­da­men­ta­le per la vita poi­ché non solo costi­tui­sce una risor­sa di per se stes­sa, ma soprat­tut­to per­ché for­ni­sce un’ampia gam­ma di ser­vi­zi eco­si­ste­mi­ci dai qua­li dipen­dia­mo, dal­la for­ni­tu­ra di cibo e acqua dol­ce, all’impollinazione.
Quan­do si met­te qual­co­sa nel piat­to, ci si dovreb­be chie­de­re quan­ti trat­ta­men­ti quel bene abbia subi­to, quan­ti chi­lo­me­tri abbia per­cor­so, quan­to di ciò che paghia­mo ser­vi­rà per paga­re le mani — spes­so invi­si­bi­li — che lo han­no prodotto. 
Pub­bli­chia­mo la testi­mo­nian­za di Rebec­ca, 26 anni, neo­lau­rea­ta cui non è sta­to rin­no­va­to il tiro­ci­nio, uni­ca sua fon­te di red­di­to. Come lei, sono tan­te le per­so­ne rima­ste anco­ra fuo­ri dagli aiu­ti con­te­nu­ti nel Decre­to Rilan­cio. Chie­dia­mo che situa­zio­ni come que­sta — che riguar­da­no un gran nume­ro di gio­va­ni — sia­no risol­te nel pas­sag­gio par­la­men­ta­re per la con­ver­sio­ne del Decre­to, per­ché nes­su­no deve esse­re lascia­to solo. 
Ces­sa­ta epi­de­mia in Ligu­ria? Secon­do l’Organizzazione mon­dia­le del­la Sani­tà per dichia­ra­re con­clu­sa un’epidemia in un ter­ri­to­rio devo­no esse­re tra­scor­si due perio­di di incu­ba­zio­ne del virus sen­za che si regi­stri­no nuo­vi con­ta­gi, 28 gior­ni dun­que per Sars-Cov‑2. In Ligu­ria però sia­mo ben lon­ta­ni da que­sto tra­guar­do: dome­ni­ca 17 mag­gio i con­ta­gi regi­stra­ti sono sta­ti anco­ra 48. 
Uno degli argo­men­ti in top trend degli ulti­mi gior­ni è come ria­pri­re i cen­tri edu­ca­ti­vi per l’infanzia. Si par­la, anche nel­le ulti­me misu­re nor­ma­ti­ve, di entra­te sca­glio­na­te e di pic­co­li grup­pi: nume­ro mas­si­mo di bam­bi­ni per edu­ca­to­re, tria­ge all’entrata con disin­fet­tan­te e scan­ner per la tem­pe­ra­tu­ra. Spa­zi che diven­ta­no arci­pe­la­ghi con iso­le cir­con­da­te dal mare del­la distan­za socia­le. L’ossimoro del­la nega­zio­ne del­la socia­li­tà negli spa­zi e nei tem­pi edu­ca­ti­vi dimo­stra in par­ten­za la cri­ti­ci­tà di ogni pro­po­sta sul tema. 
Nel­la map­pa annua­le che è sta­ta pub­bli­ca­ta ieri da ILGA-Euro­pe, non si fer­ma l’arretramento ita­lia­no nel­la clas­si­fi­ca dei 49 Pae­si pre­si in esa­me con la per­di­ta di un’ulteriore posi­zio­ne, scen­den­do dal 34esimo del 2019 al 25esimo del 2020. Nel pun­teg­gio com­ples­si­vo l’Italia rie­sce a gua­da­gna­re 1 pun­to pas­san­do dal 23% al 24% ma non cam­bia mol­to per­chè rima­ne alla gui­da del grup­po dei Pae­si fana­li­ni di coda, qua­si tut­ti dell’Est.
Men­tre in que­sto perio­do assur­go­no agli ono­ri del­la cro­na­ca quo­ti­dia­na i costan­ti tagli alla Sani­tà regio­na­li e nazio­na­li, i macro­sco­pi­ci erro­ri nel­la gestio­ne del­l’e­pi­de­mia in mol­te regio­ni, la man­can­za di esa­mi dia­gno­sti­ci mole­co­la­ri per Covid dif­fu­si e tem­pe­sti­vi, le tra­gi­che situa­zio­ni nel­le RSA (per cita­re alcu­ni dei temi su cui si è con­cen­tra­to il dibat­ti­to), inve­ce c’è una fet­ta di Siste­ma Sani­ta­rio Nazio­na­le che vie­ne spes­so dimen­ti­ca­to, i Medi­ci in Formazione. 
Men­tre c’è chi sta ria­pren­do o ria­pri­rà a bre­ve, ci sono dei labo­ra­to­ri in Lom­bar­dia che rimar­ran­no chiu­si: non vedran­no più 76 ricer­ca­to­ri del­la Rot­ta­pharm Bio­tech, per­chè sono sta­ti licen­zia­ti e i labo­ra­to­ri nei qua­li lavo­ra­va­no saran­no dismessi 
Sen­za cam­bia­re nien­te nel siste­ma di rile­va­zio­ne e con­trol­lo, han­no pre­so la Fase1 e l’hanno chia­ma­ta Fase 2: per­ché le ragio­ni socio-eco­no­mi­che non pote­va­no più aspet­ta­re, lad­do­ve qual­co­sa si era effet­ti­va­men­te fermato 
L’e­mer­gen­za sani­ta­ria è tut­t’al­tro che con­clu­sa: come sot­to­li­nea il viro­lo­go Cri­san­ti, in que­sti gior­ni le cifre del con­ta­gio sono pres­sap­po­co le stes­se del pri­mo gior­no di loc­k­do­wn. E soprat­tut­to in Pie­mon­te il trend è pre­oc­cu­pan­te: sca­val­ca­ta l’E­mi­la Roma­gna, sia­mo diven­ta­ti la secon­da regio­ne per nume­ro di infet­ti, die­tro la Lombardia. 
Vor­rei rin­gra­zia­re tut­te e tut­ti: sono miglia­ia le per­so­ne che han­no con­di­vi­so e par­te­ci­pa­to, con pas­sio­ne, ogni gior­no, per un tem­po infi­ni­to. Cre­do non lo dimen­ti­che­re­mo. E non smet­te­re­mo mai di cre­der­ci e di spe­ra­re che le cose pos­sa­no anda­re bene. Meglio. Sempre. 
In que­sti gior­ni in cui si sta imma­gi­nan­do il ritor­no alla “nor­ma­li­tà di pri­ma”, mol­te isti­tu­zio­ni, a par­ti­re dal­le regio­ni, stan­no appro­van­do tut­ta una serie di deli­be­re e di atti che, appun­to, ci faran­no tor­na­re alla “nor­ma­li­tà di pri­ma”. Ma se la nor­ma­li­tà di pri­ma era il pro­ble­ma, per­ché ci si con­ti­nua a muo­ve­re lun­go lo stes­so sol­co che sap­pia­mo bene dove ci ha condotto?