QUADERNI
In questo momento particolarmente difficile per tutte e tutti, è drammaticamente evidente come le disuguaglianze facciano sentire ancora di più il loro peso nei momenti di crisi.
Abbiamo predisposto una mozione che mettiamo a disposizione dei Consiglieri, già accolta dal Consigliere Basilio Rizzo di Milano in Comune affinché sia portata in discussione, che chiede all’amministrazione comunale milanese di rendere fruibili ai senzatetto tutti gli edifici di edilizia popolare sfitti e gli edifici del patrimonio pubblico idonei, in deroga alle attuali graduatorie di assegnazione delle case popolari.
In questo momento particolarmente difficile per tutte e tutti, è drammaticamente evidente come le disuguaglianze facciano sentire ancora di più il loro peso nei momenti di crisi.
Abbiamo predisposto una mozione che mettiamo a disposizione dei Consiglieri, già accolta dal Consigliere Basilio Rizzo di Milano in Comune affinché sia portata in discussione, che chiede all’amministrazione comunale milanese di rendere fruibili ai senzatetto tutti gli edifici di edilizia popolare sfitti e gli edifici del patrimonio pubblico idonei, in deroga alle attuali graduatorie di assegnazione delle case popolari.
Sono più di 50.000 i senzatetto. Un esercito di invisibili che sfuggono ai controlli e a qualunque compassione. Tra loro, come vale per qualsiasi gruppo demografico, ci saranno persone in salute e persone che ricadono tra i soggetti a rischio. I più deboli, tra quelli che vengono già classificati come “fascia debole della popolazione”.
Sono più di 50.000 i senzatetto. Un esercito di invisibili che sfuggono ai controlli e a qualunque compassione. Tra loro, come vale per qualsiasi gruppo demografico, ci saranno persone in salute e persone che ricadono tra i soggetti a rischio. I più deboli, tra quelli che vengono già classificati come “fascia debole della popolazione”.
Siamo in una circostanza in cui veniamo invitati da virologi, infettivologi e anestesisti a non uscire di casa, ma allo stesso tempo in molti sono costretti a recarsi in ufficio perché il datore di lavoro ha deciso così, non si sa se per incoscienza o per compiacere Confindustria.