QUADERNI
Parlare di cambiamenti climatici, facendone comprendere gravità e complessità, è un’urgenza a cui deve rispondere chiunque decida di fare attivismo politico in questi tempi.
Una sfida epocale, alla quale l’Italia di oggi come si presenta? Con il decreto Pillon in rampa di lancio e con la nomina a ministro agli affari europei, dell’ex Ministro della Famiglia Lorenzo Fontana, ben noto per le sue posizioni molto conservatrici, soprattutto su temi come aborto, diritti delle donne, diritti LGBTI e richiedenti asilo.
Le dichiarazioni non sono sufficienti: occorrono azioni conseguenti. Il clima non cambierà gradualmente, per questo gli scienziati ci dicono che abbiamo 10 anni: i modelli più affidabili dicono che gli sconvolgimenti saranno improvvisi e devastanti ed irreversibili. Ne stiamo avendo un assaggio.
Là fuori sta cambiando tutto ed è un cambiamento che non prevede la sopravvivenza della nostra specie. Come triste corollario a questa incresciosa situazione c’è poi il fatto che tra coloro che sono diventati inabili al cambiamento figurano anche quelle forze (?) politiche che dovrebbero avere il cambiamento come ragione sociale
Solo adottando soluzioni win win che coniughino contrasto al cataclisma climatico, riduzione dell’inquinamento atmosferico, equità sociale e investimenti per la transizione a economie a bassa esntropia potremo sopravvivere.
Quando a Chennai, India, è finita l’acqua potabile, i ricchi hanno comunque avuto la possibilità e i mezzi per accedere in modo esclusivo ad un bene che dovrebbe essere universale.
Vogliamo presentarci da soli alle prossime elezioni? No, non necessariamente. Siamo disposti a dialogare con tutti, ma vogliamo farlo con una base programmatica chiara e con l’appoggio di chi la sostiene. Ed è per questo che, durante il Politicamp appena conclusosi a Senigallia, abbiamo deciso di lanciare «Firmamento» un progetto che guarda alle prossime elezioni politiche e che lo fa a partire da sette punti strategici, fondamentali per salvare il Pianeta, in tutti i sensi.
La loro colpa è di non essere americane da sufficienti generazioni. La loro colpa è che il sangue che scorre nelle loro vene non è ancora sufficientemente americano.