QUADERNI

Quan­do gli Sta­ti Uni­ti furo­no attac­ca­ti duran­te la Secon­da guer­ra mon­dia­le nes­su­no chie­se: “Pos­sia­mo per­met­ter­ci di com­bat­te­re la guer­ra?”. Era una que­stio­ne esi­sten­zia­le. Non pote­va­mo per­met­ter­ci di non com­bat­te­re. Lo stes­so vale per la cri­si climatica. 
Il nostro dove­re, come cit­ta­di­ni, è sem­pre e comun­que quel­lo di difen­de­re lo Sta­to di Dirit­to, il nostro siste­ma giu­di­zia­rio, la nostra Costi­tu­zio­ne, per­ché se sal­ta il siste­ma sal­ta, e vale, tutto. 
Il costo ambien­ta­le del­la pla­sti­ca è ampia­men­te noto: iso­le di rifiu­ti in mez­zo agli ocea­ni, disca­ri­che col­me di imbal­lag­gi indi­strut­ti­bi­li. Il costo socia­le del­la pla­sti­ca è inve­ce dif­fi­cil­men­te deter­mi­na­bi­le per­ché ha a che fare con una ristrut­tu­ra­zio­ne inte­ra del set­to­re degli imbal­lag­gi, ove la pla­sti­ca tro­va il suo prin­ci­pa­le impie­go, che non è anco­ra chia­ra­men­te deli­nea­ta nei suoi impat­ti più profondi. 
L’incidente di dome­ni­ca, in cui una nave da cro­cie­ra si è schian­ta­ta con­tro la ban­chi­na di San Basi­lio, è solo una del­le con­se­guen­ze del traf­fi­co del­le gran­di navi in Lagu­na. Dram­ma­ti­ca, imme­dia­ta­men­te visi­bi­le, di impat­to media­ti­co ed emo­ti­vo: cata­liz­za quin­di l’attenzione dei media e del­le auto­ri­tà e impo­ne un’accelerazione del­le deci­sio­ni, nell’ottica di un inter­ven­ti­smo emer­gen­zia­le tipi­co del qua­dro italiano. 
Con­fi­dia­mo nel­la volon­tà del­le isti­tu­zio­ni di impe­gnar­si a fon­do ver­so solu­zio­ni con­cre­te al pro­ble­ma e non di par­te­ci­pa­re ad even­ti simi­li col solo fine di ripu­li­re la pro­pria imma­gi­ne attra­ver­so un gree­n­wa­shing tan­to effi­ca­ce in cam­pa­gna elet­to­ra­le quan­to inu­ti­le ai cit­ta­di­ni e alla qua­li­tà dell’ambiente in cui viviamo. 
L’i­ni­zia­ti­va è salu­ta­ta con favo­re da tut­ta la comu­ni­tà soste­ni­bi­le ita­lia­na e sono mol­te le per­so­ne che si sono già atti­va­te, postan­do la foto di uno dei sim­bo­li del­la ridu­zio­ne del con­su­mo di pla­sti­ca: la loro bor­rac­cia. Qual­co­sa di tan­to bana­le quan­to estra­neo dal­le abi­tu­di­ni di mas­sa: usa­re una bor­rac­cia signi­fi­ca evi­ta­re di pro­dur­re rifiu­ti per milio­ni di bot­ti­gliet­te ogni gior­no. Se ci fer­mia­mo un atti­mo a pen­sa­re, è sem­pli­ce­men­te fol­le che sia­no così in pochi a farlo. 
A sca­te­na­re la nostra indi­gna­zio­ne è sta­ta una del­le sue ulti­me dichia­ra­zio­ni: “il Bra­si­le non vuo­le esse­re il pae­se del turi­smo gay, ma i turi­sti che vor­ran­no fare ses­so con le don­ne bra­si­lia­ne saran­no ben­ve­nu­ti!”. Una fra­se atro­ce, pro­nun­cia­ta in un pae­se con un enor­me turi­smo e sfrut­ta­men­to ses­sua­le, anche di mino­ren­ni, oltre a un altis­si­mo indi­ce di femminicidio. 
Ci sono noti­zie che ti ripor­ta­no indie­tro nel tem­po. Una di qual­che gior­no fa sul­le “Sen­ti­nel­le a scuo­la” a Casci­na mi ha tra­spor­ta­to fino al Paleo­li­ti­co Infe­rio­re quan­do ero un bam­bi­no di sei anni e, aman­te degli Spa­ghet­ti Western che imper­ver­sa­va­no in quel perio­do, chie­si adu­na vici­na: ”Si stu­dia mol­to per diven­ta­re cowboy?”. 
La Com­mis­sio­ne Lavo­ri Pub­bli­ci e Ambien­te del Sena­to ha appro­va­to un emen­da­men­to bipar­ti­san al decre­to Sbloc­ca Can­tie­ri a fir­ma di Lega, M5s, Pd e For­za Ita­lia che pre­ve­de l’installazione del­le tele­ca­me­re in tut­te le aule del­le scuo­le di infan­zia sta­ta­li e pari­ta­rie e nel­le case di cura. 
Il futu­ro è ver­de oppu­re, banal­men­te, non sarà. L’e­mer­gen­za cli­ma­ti­ca è la que­stio­ne del­le que­stio­ni, che con­tie­ne tut­te le altre e dal­la qua­le tut­te le altre dipen­do­no, a par­ti­re dal­la nostra lot­ta per l’u­gua­glian­za. Una que­stio­ne attor­no alla qua­le poter costrui­re — cosa che sta già avve­nen­do, a dir la veri­tà — pro­gram­mi coe­ren­ti di gover­no, paro­le e discor­si nuo­vi, prio­ri­tà chia­re e riconoscibili. 
La discri­mi­na­zio­ne tra il cal­cio fem­mi­ni­le e quel­lo maschi­le è anco­ra mag­gio­re alle nostre lati­tu­di­ni. Ora il brac­cio di fer­ro fra Ada Heger­berg, che rinun­cia alla vetri­na del Mon­dia­le, e la Fede­ra­zio­ne nor­ve­ge­se riac­cen­de i riflet­to­ri sul tema. Qui in Ita­lia oltre­tut­to c’è sta­ta, recen­te­men­te, una pole­mi­ca anche sul­le don­ne che com­men­ta­no il cal­cio (che qual­cu­no non ‘appro­va’), segno che è una que­stio­ne cul­tu­ra­le che va affron­ta­ta a tut­to campo.