QUADERNI

Come nel­le altre inchie­ste del recen­te pas­sa­to emer­ge chia­ra­men­te la pro­gres­si­va e sem­pre più strut­tu­ra­ta infil­tra­zio­ne del­la cri­mi­na­li­tà orga­niz­za­ta in Vene­to e il con­sen­so che i mafio­si incon­tra­no con pez­zi del­la socie­tà, ope­ra­to­ri del mon­do eco­no­mi­co e ora anche poli­ti­co, che chie­do­no capi­ta­li, ser­vi­zi e favori. 
Dovreb­be­ro esse­re tut­ti fem­mi­ni­sti, non ses­si­sti, o spie­ga­zio­ni­sti, per dire così, di come dovrem­mo vive­re noi, quan­ti figli fare, come vestir­ci, in qua­le stan­za del­la casa sta­re, com­pre­se quel­le case chiu­se che per qual­cu­no sono un model­lo, per me un’aberrazione. Biso­gna libe­ra­re le per­so­ne, le don­ne, pri­ma di tut­to. Tut­to il resto è un dise­gno che cono­scia­mo già, per­ché ha impe­ra­to per miglia­ia di anni. Anche basta.