QUADERNI
Ma siamo così sicuri che siamo noi ad essere contro e non siano quelli (e quelle) che si definiscono “di tutti” a voler discriminare in ogni modo chi non si adegua ai loro canoni?
Vogliamo provare a coinvolgere direttamente le persone nella vita collettiva, renderli parte di discussioni e scelte, senza aspettare che sia qualcuno ad agire per loro ma stimolando ciascuno e ciascuna ad occuparsi di un pezzettino di città, di noi tutti, del bene comune.
Durante il Consiglio dei Ministri dello scorso 21 dicembre, senza che fosse mai stato aperto il necessario dibattito né col mondo della scuola né con l’opinione pubblica, si è deciso di proseguire il percorso verso l’autonomia differenziata iniziato un anno fa sotto il governo Gentiloni: entro il 15 febbraio il governo chiuderà le intese con il Veneto, la Lombardia e l’Emilia Romagna, che si stanno svolgendo nel più assoluto riserbo.
Una bufala, quindi, la terza identica scovata da Antivirus in pochi mesi. Bufale che seguono tutte lo stesso schema e che — come al solito — spostano il dibattito sulla violenza sulle donne dalla auspicabile revisione di leggi che rischiano di non tutelare abbastanza le vittime a un discorso xenofobo che punta esclusivamente a risvegliare nei lettori un pericoloso mix di indignazione e di razzismo.
I CPR sono strutture peggiori delle carceri e vi vengono recluse persone che hanno la sola colpa di essere nate dalla parte sbagliata del Mediterraneo. Quelle persone a cui, ormai da anni, si nega qualsiasi tipo di visto, ignorando che il diritto a una vita dignitosa non può dipendere dal colore della pelle. Queste strutture, tornate in auge grazie alla legge Minniti-Orlando (entrambi peraltro già membri del governo Renzi, quando l’esecutivo aveva rinunciato alla delega del Parlamento per abrogare il reato di immigrazione clandestina), non sono che la punta dell’iceberg di politiche miopi, inefficaci e disumane che puntano a scaricare su chi è diverso le colpe di sempre più aspre disuguaglianze sociali.
In questi mesi in Lombardia è nata la campagna Aborto al Sicuro, a cui Possibile ha aderito e per cui si stanno raccogliendo firme in molti comuni. Si tratta di una proposta di legge di iniziativa popolare rivolta alla Regione Lombardia, che si riassume in 10 punti chiave, tra cui il potenziamento e l’ampliamento dei compiti dei consultori, adeguata formazione del personale medico, diffusione della contraccezione.
Quale “straordinaria urgenza” abbia spinto l’Amministrazione Comunale Genovese, tra tutte le problematiche ed emergenze che si trova ad affrontare la città e il suo territorio – gestione dei rifiuti, trasporto pubblico, qualità dell’aria, qualità della vita, manutenzione urbana, lavoro, commercio, ecc.- per approvare nel consiglio comunale del 23 agosto 2018, a neanche 10 giorni dal devastante crollo del Ponte Morandi, l’istituzione del “Registro amministrativo delle famiglie ” (così dette “tradizionali”), impegnandosi nella mission di “assicurare alle formazioni sociali fondate sul matrimonio civile o concordatario adeguata tutela ed incentivazione nel godimento dei benefìci e nella fruizione dei servizi erogati dalla Civica Amministrazione”, non è stato immediatamente comprensibile.