QUADERNI
È davvero necessario incrementare la spesa militare quando i 26,5 miliardi di euro annui stanziati per il bilancio della difesa già ci collocano all’undicesima posizione mondiale? A fronte di un sistema sanitario nazionale sottofinanziato, una spesa sociale in calo costante, la più bassa percentuale di spesa pubblica destinata all’istruzione in Europa e l’indifferibile riconversione ecologica dei sistemi produttivi, ci sembra che le priorità di spesa debbano essere altre e che gli stessi concetti di sicurezza e interesse nazionale debbano essere intesi anche, se non principalmente, nelle loro dimensioni non militari.
Martedì 14 Febbraio il Parlamento Europeo ha approvato in via definitiva il divieto di vendere automobili nuove con motore a combustione interna (quindi diesel, benzina, metano e simili) a partire dal 1° Gennaio 2035. Ma il voto da parte del Consiglio dell’Unione europea, previsto per il 7 Marzo, è stato rinviato a data da destinarsi perché i ministri di Italia, Germania, Polonia e Bulgaria hanno annunciato posizioni contrarie, di fatto affossando la proposta. Questo rinvio è stato accolto come una vittoria dal governo italiano e da una parte di quello tedesco. Ma la transizione dovrebbe essere guidata, non negata.
Come ha osservato Cecilia Strada, “ci sarebbe da ridere, se non fosse che questo gioco del governo è fatto sulla pelle delle persone che rischiano di annegare, e dei soccorritori che cercano di evitarlo”.
La questione non è mai solo l’ambiente: chi attenta alla salute della natura si avvia a peggiorare le condizioni di vita delle persone. L’ambiente è solo il prodromo, il primo segno.
Sosteniamo che l’autonomia delle persone debba essere al primo posto e che possa concretizzarsi solo rinnovando molte delle norme attualmente in atto.