QUADERNI

Arri­va­no fino al 2020 le azio­ni pre­vi­ste dal Pia­no Nazio­na­le Scuo­la Digi­ta­le (PNSD) intro­dot­to nel 2015: si spe­gne­rà il suo entu­sia­smo inno­va­to­re? E qua­le futu­ro per i bistrat­ta­ti Ani­ma­to­ri Digitali? 
Le dichia­ra­zio­ni di Sal­vi­ni, che vuo­le eli­mi­na­re la dici­tu­ra (tra l’al­tro ine­si­sten­te) di geni­to­re 1 e 2 ripor­tan­do­la a madre e padre, han­no sca­te­na­to un gran­de dibat­ti­to ma soprat­tut­to, come det­to, si scon­tra­no con la real­tà di una socie­tà mol­to più com­ples­sa di quel­la che si vuo­le for­za­ta­men­te ren­de­re dicotomica. 
Il mas­si­mo ribas­so ucci­de il pro­gres­so socia­le e civi­le, schiac­cia eco­no­mia ed eco­lo­gia, con­du­ce a vor­ti­co­se eco­no­mie di sca­la che nul­la han­no a che fare con la qua­li­tà ed il benes­se­re del­le per­so­ne e dell’ambiente tut­to. Il risul­ta­to del mas­si­mo ribas­so — non solo nel set­to­re ali­men­ta­re – è un pro­dot­to sen­za vita. 
Che cosa signi­fi­ca “lavo­ra­to­ri a rischio”? Leg­gen­do que­sto tito­lo in rela­zio­ne al Decre­to Digni­tà, la pri­ma imma­gi­ne che si for­ma nel­la men­te del let­to­re è che il prov­ve­di­men­to ridu­ca le tute­le dei lavo­ra­to­ri e ren­da la loro con­di­zio­ne più pre­ca­ria di pri­ma. Ma è dav­ve­ro così? 
La pra­ti­ca di ‘intro­dur­re nuo­ve mate­rie’ dal­l’al­to, indi­pen­den­te­men­te da risor­se, da rifles­sio­ni più ampie e da un mini­mo di coe­ren­za intel­let­tua­le, orga­niz­za­ti­va e cul­tu­ra­le, è in ogni caso vec­chis­si­ma in que­sto Paese. 
Fac­cia­mo appel­lo ad asso­cia­zio­ni, sin­da­ca­ti, per­so­ne e orga­niz­za­zio­ni che ogni gior­no vivo­no e com­bat­to­no la vio­la­zio­ne di dirit­ti uma­ni, le mafie, il capo­ra­la­to, la trat­ta e ne sop­por­ta­no il peso, veden­do cala­re ogni anno l’indice di digni­tà e lega­li­tà, dun­que di demo­cra­zia del Paese. 
Un cock­tail, usci­to male, ser­vi­to sul tavo­lo esti­vo degli ita­lia­ni. Gran­di ope­re, legit­ti­ma dife­sa, spe­se mili­ta­ri: un intru­glio di con­trad­di­zio­ni e di pro­mes­se tra­di­te che non por­ta gio­va­men­to al Paese 
La vicen­da del­la nave ita­lia­na Asso 28 che ha soc­cor­so (giu­sta­men­te) 108 migran­ti nel Medi­ter­ra­neo, in acque inter­na­zio­na­li rien­tran­ti nel­la zona SAR (ricer­ca e soc­cor­so in mare) libi­ca, ma li ha ripor­ta­ti (ingiu­sta­men­te) in Libia, da dove era­no fug­gi­ti rap­pre­sen­ta, ad oggi, il pun­to più pro­fon­do di rot­tu­ra di quel­la tra­di­zio­ne di rispet­to dei dirit­ti uma­ni che nasce da così lon­ta­no e rischia di mori­re così vici­no, sto­ri­ca­men­te e geo­gra­fi­ca­men­te, a noi. 
Ago­sto è ini­zia­to e con esso il mese di vacan­ze per mol­ti ita­lia­ni — o alme­no quel­li che pos­so­no per­met­ter­se­le — men­tre in rete con­ti­nua­no la pro­pa­gan­da raz­zi­sta e le spa­ra­te quo­ti­dia­ne del mini­stro del­l’In­fer­no: noi intan­to ci dia­mo appun­ta­men­to sin d’o­ra a Tori­no, per un 8 set­tem­bre #Anti­fa, nel sen­so ovvia­men­te di anti­fa­sci­sta ma anche di antifake.