QUADERNI

Pos­si­bi­le Tosca­na riba­di­sce la pro­pria fer­ma oppo­si­zio­ne ad una rifor­ma che, die­tro il para­ven­to di una (pre­sun­ta) più effi­cien­te ripar­ti­zio­ne di com­pe­ten­ze tra Sta­to e Regio­ni, è inve­ce desti­na­ta ad appro­fon­di­re diva­ri e disu­gua­glian­ze. Se la sin­to­nia con il Mini­stro Cal­de­ro­li sul tema non ci sor­pren­de, rite­nia­mo gra­ve che a poco più di un mese dal­le ele­zio­ni il PD si acco­di a un’iniziativa che com­por­te­reb­be una pro­fon­da modi­fi­ca dell’assetto istituzionale. 
Dopo le imma­gi­ni scon­vol­gen­ti del crol­lo dell’aula magna dell’Università di Caglia­ri del 18 otto­bre, il 21 otto­bre il crol­lo di un con­tro­sof­fit­to negli uffi­ci Era­smus, anco­ra a Caglia­ri, anco­ra loca­li dell’Università. Tra­ge­die, inci­den­ti sfio­ra­ti, gli enne­si­mi. Le enne­si­me inchie­ste del­la pro­cu­ra, gli accer­ta­men­ti tec­ni­ci e le inda­gi­ni sul­le cau­se e sul­le respon­sa­bi­li­tà, come pri­ma e dopo il Pon­te Moran­di, per for­tu­na sta­vol­ta sen­za vit­ti­me, ma sem­pre gli stes­si già sen­ti­ti ‘refrain’. Pos­sia­mo dire basta? Pos­sia­mo anda­re al pun­to noda­le del­la que­stio­ne e al ‘dire’ pro­via­mo a con­net­te­re il ‘fare’?
Non ci stan­che­re­mo di ripe­ter­lo: le rin­no­va­bi­li devo­no esse­re sbloc­ca­te, devo­no esse­re ridot­ti i tem­pi per le auto­riz­za­zio­ni e le richie­ste di allac­cio alla rete, che rag­giun­go­no oggi — in media — due anni di tem­po per rice­ve­re una rispo­sta da par­te del­le pub­bli­che ammi­ni­stra­zio­ni e di Ter­na, il gesto­re del­la rete elet­tri­ca nazionale. 
Ci distur­ba l’abisso che sepa­ra quel­lo che osser­via­mo tut­ti i gior­ni, nel­la vita e nel lavo­ro, da quel­lo che vie­ne rac­con­ta­to dai media. Rite­nia­mo cru­cia­le pro­va­re a far­ci cana­le e piat­ta­for­ma per una nar­ra­zio­ne cri­ti­ca e informata. 
Que­sto mot­to potreb­be rias­su­me­re le con­clu­sio­ni cui è giun­to il Comi­ta­to eco­no­mi­co e socia­le euro­peo (CESE) in un pare­re adot­ta­to pochi gior­ni fa, in cui chie­de che i gio­va­ni sia­no coin­vol­ti in tut­te le fasi dell’elaborazione del­le poli­ti­che (for­mu­la­zio­ne, ado­zio­ne, imple­men­ta­zio­ne, valu­ta­zio­ne e ricalibro). 
In que­sta con­vul­sa quan­to con­fu­sa cam­pa­gna elet­to­ra­le rite­nia­mo deb­ba­no esse­re riba­di­te con for­za le ragio­ni del­la dife­sa e del­la valo­riz­za­zio­ne del­la scuo­la sta­ta­le e lai­ca, in quan­to uni­ca scuo­la di tut­ti e per tutti. 
A tut­te le per­so­ne che ci han­no chie­sto in que­ste set­ti­ma­ne se Pos­si­bi­le sarà pre­sen­te alle ele­zio­ni del 25 set­tem­bre pos­sia­mo dare una rispo­sta. E la rispo­sta — sia­mo feli­ci di annun­ciar­lo — è sì. Ieri pome­rig­gio, insie­me ad Ange­lo Bonel­li per Ver­di-Euro­pa Ver­de e Nico­la Fra­to­ian­ni per Sini­stra Ita­lia­na, abbia­mo fir­ma­to per il depo­si­to del sim­bo­lo di Pos­si­bi­le in col­le­ga­men­to a quel­lo del­la lista Allean­za Ver­di-Sini­stra, dan­do segui­to alla vota­zio­ne del­la nostra comunità. 
Ci inte­res­sa che le solu­zio­ni alla cri­si cli­ma­ti­ca sia­no asso­cia­te alla soste­ni­bi­li­tà socia­le. Per far­lo occor­ro­no scel­te poli­ti­che: per­ché la scien­za entri nel­la poli­ti­ca, occor­re che anche la poli­ti­ca entri nel­la scien­za. Chi por­ta avan­ti le bat­ta­glie, da entram­be le par­ti, deve esse­re in gra­do di vede­re l’in­te­ro quadro.