Qualità dell’aria nelle città: ecco perché non possiamo permetterci deroghe alle chiusure al traffico

Il dossier "Mal'aria di città" di gennaio 2020 di Legambiente spiega che nei centri urbani "il contributo predominante arriva dalle polveri di origine secondaria", ovvero quelle formatesi a partire da gas precursori "che dipendono principalmente da settori quali agricoltura e traffico".

di Ric­car­do Barena

L’assessore regio­na­le all’Ambiente del Pie­mon­te, Mat­teo Mar­na­ti, si è sca­glia­to ieri con­tro le chiu­su­re al traf­fi­co come misu­ra di con­tra­sto alla pre­sen­za ecces­si­va di pol­ve­ri sot­ti­li (PM10) nel­l’a­ria del­le cit­tà pie­mon­te­si. “Il traf­fi­co inci­de vera­men­te poco e lo voglia­mo dimo­stra­re scien­ti­fi­ca­men­te”, ha dichiarato.

Le “dimo­stra­zio­ni scien­ti­fi­che”, però, dovreb­be­ro ave­re l’o­biet­ti­vo di spie­ga­re la real­tà, non di con­fer­ma­re i pre­giu­di­zi degli ammi­ni­stra­to­ri. E per ora i dati dico­no ciò che l’as­ses­so­re, dal­l’al­to del suo ruo­lo, dovreb­be sape­re: le misu­re che riguar­da­no i die­sel sono sba­glia­te per difet­to, non per eccesso.

Il dos­sier “Mal’a­ria di cit­tà” di gen­na­io 2020 di Legam­bien­te spie­ga che nei cen­tri urba­ni “il con­tri­bu­to pre­do­mi­nan­te arri­va dal­le pol­ve­ri di ori­gi­ne secon­da­ria”, ovve­ro quel­le for­ma­te­si a par­ti­re da gas pre­cur­so­ri “che dipen­do­no prin­ci­pal­men­te da set­to­ri qua­li agri­col­tu­ra e traffico”.

Per quan­to con­cer­ne il PM10 pri­ma­rio, il Siste­ma Nazio­na­le per la Pro­te­zio­ne dell’Ambiente dichia­ra che a Mila­no il set­to­re tra­spor­ti su stra­da “è respon­sa­bi­le del 45% del­le emis­sio­ni”. Inol­tre, “se le emis­sio­ni dal tubo di scap­pa­men­to dei vei­co­li die­sel arri­va­no a cir­ca il 21% del tota­le di PM10 pri­ma­rio, il 22% deri­va dal­le emis­sio­ni da usu­ra”, cau­sa­te dal­la cir­co­la­zio­ne di tut­te le auto.

Sem­pre Legam­bien­te, nel­lo spe­cia­le Aria di cit­tà del set­tem­bre scor­so, ricor­da il “tema del­le emis­sio­ni dovu­te alla riso­spen­sio­ne del­le par­ti­cel­le (che si assu­mo­no ‘già emes­se’ e non ven­go­no quin­di con­si­de­ra­te), su cui inve­ce ha un ruo­lo impor­tan­te la mas­sa, oltre alla velo­ci­tà, dei vei­co­li (e qui entra­no in gio­co i SUV che van­no tan­to di moda negli ulti­mi anni)”.

Riguar­do al pre­sun­to dimez­za­men­to del traf­fi­co in zona ros­sa cita­to dal­l’as­ses­so­re e all’au­men­to del rischio di con­ta­gio dovu­to allo smog, ci asso­cia­mo ai rilie­vi mos­si dal Comi­ta­to Tori­no Respira.

Ci augu­ria­mo che d’o­ra in poi l’as­ses­so­re Mar­na­ti voglia far pre­ce­de­re, e non segui­re, le sue affer­ma­zio­ni da oppor­tu­ne veri­fi­che, assu­men­do­si la respon­sa­bi­li­tà di tro­va­re solu­zio­ni ade­gua­te a tute­la del­la salu­te dei piemontesi.

Riba­dia­mo intan­to la nostra posi­zio­ne: il con­ti­nuo ricor­so a misu­re d’e­mer­gen­za, effet­ti­va­men­te poco effi­ca­ci, potrà esse­re evi­ta­to solo abban­do­nan­do l’an­ti­qua­to model­lo di cit­tà inva­sa dal­le auto in favo­re di cen­tri urba­ni ver­di, vivi­bi­li, sem­pre più adat­ti alle atti­vi­tà socia­li, cul­tu­ra­li e com­mer­cia­li dei cittadini.

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