Sono state depositate in questi giorni diverse interrogazioni alla Ministra dell’Istruzione riguardo il nuovo anno scolastico, che in alcune regioni ha già preso il via, presentando una serie di difficoltà, ritardi e forti disagi, mai registrati negli anni passati.
La situazione di grande difficoltà degli organici docenti e Ata, denunciata più volte a gran voce dai docenti e personale scuola, non solo non è stata superata, ma anzi, a oggi le soluzioni adottate hanno peggiorato la situazione, tanto da produrre un impoverimento strutturale delle piante organiche della regione, che si tradurrà in una progressiva diminuzione dell’offerta formativa delle scuole.
Oltre alla mancanza di docenti per le numerose richieste di tempo pieno purtroppo non attivate ci sono, sparse per il Paese, sezioni di scuola dell’infanzia antimeridiana a fronte della richiesta delle famiglie di avere il servizio per tutto il giorno.
Va considerato anche l’aspetto delle “classi pollaio” sempre maggiori e dell’innumerevole quantità di cattedre con numero di ore superiore a diciotto, che per essere regolarizzate richiederebbe numerosi posti.
Tale sofferenza si evidenzia soprattutto nel primo ciclo scolastico in cui i tanti plessi degli Istituti comprensivi registrano già oggi, in alcuni casi, l’impossibilita di garantire la presenza dei collaboratori scolastici per tutto il tempo scuola, soprattutto per il tempo pieno.
Allo stesso modo si registrano difficoltà per gli uffici amministrativi in cui l’aumento crescente delle mansioni loro assegnate, legate anche all’attuazione della L.107/15, e la diminuzione costante del personale sta causando fortissimi disagi organizzativi che ricadono inevitabilmente nel buon funzionamento di tutta la scuola.
C’è poi l’assurda procedura di trasferimento su base nazionale, complessa e discutibile, che ha determinato per tantissime regioni percentuali altissime di docenti trasferiti fuori regione.
La chiamata diretta — procedura delle assegnazioni dei docenti da ambito a scuola — ha evidenziato una serie di problemi (mancanza di trasparenza o di applicazione di regole oggettive per alcune scuole, procedure pesanti che hanno messo in difficoltà i dirigenti e le segreterie nel mese di agosto, incongruenze nei dati messi a disposizione) che potevano essere meglio gestiti, velocizzati e superati se l’amministrazione centrale avesse mantenuto attivo il tavolo contrattuale.
Per le assegnazioni provvisorie e le utilizzazioni della mobilità annuale le regole non sono cambiate rispetto al passato, ma la tempistica sì. L’ultima scadenza per la presentazione delle domande per le scuole medie e superiori è stata fissata a fine agosto. Era evidente che alla data d’inizio dell’anno scolastico non ci sarebbero stati tutti i docenti a scuola e molte classi sarebbero state scoperte.
Considerati i problemi che attraversa la scuola italiana, chiediamo alla Ministra di chiarire il significato dell’organico potenziato nell’ambito dell’autonomia triennale, che risulta essere stato un vero flop, e quale sia la certezza di programmazione promessa con la legge de “La Buona Scuola” che nei fatti si sta rivelando inefficace e inapplicabile.
Questa “Buona Scuola” per noi è inaccettabile, perché ulteriori tagli e mancanze di cattedre penalizzano ancora gli studenti.