Quello che dicono ci vorrebbe per la sinistra, e ora c’è

Si sen­te spes­so che per rida­re fia­to e smal­to alla Repub­bli­ca e per la sini­stra ci vorrebbe:

Una costi­tuen­te lai­ca e repub­bli­ca­na aper­ta a tut­te e tut­ti.

Un pro­get­to che sia cul­tu­ra­le e poli­ti­co.

Il coin­vol­gi­men­to del­le miglio­ri com­pe­ten­ze.

Un for­mat che non sia pro­prie­ta­rio ma (dop­pia­men­te) aper­to al con­tri­bu­to e offer­to all’esterno.

Un lavo­ro comu­ni­tà per comu­ni­tà per non cala­re dal­l’al­to ma per far cre­sce­re dal bas­so.

Real issues, come dice San­ders, ovve­ro que­stio­ni poli­ti­che essen­zia­li affron­ta­te con misu­re radi­ca­li e pre­ci­se. E accom­pa­gna­te dal­la neces­sa­ria mobi­li­ta­zio­ne.

Il con­tri­bu­to del­la socie­tà e non solo del ceto politico.

Sono que­ste le faq degli elet­to­ri che stan­no a sini­stra o che con­te­sta­no l’at­tua­le qua­dro poli­ti­co. Ci vor­reb­be­ro alcu­ne di que­ste cose o anco­ra meglio tut­te quante.

Ecco cosa ci vor­reb­be, ci dico­no. Ed è ciò che sta facen­do Pos­si­bi­le, che doma­ni ripren­de­rà le prin­ci­pa­li pro­po­ste emer­se dal­la tre gior­ni di Roma e che si attrez­ze­rà per ela­bo­rar­ne e pre­sen­tar­ne di nuo­ve.

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