[vc_row][vc_column][vc_column_text]Con la campagna #AllaBaseLaScuola Possibile sta raccontando le problematiche del sistema di istruzione e cerca di elaborare soluzioni basate su studio e ricerca. Crediamo che investire nella scuola significhi investire nel futuro e che la questione debba interessare non soltanto gli “addetti ai lavori”, ma tutto il Paese.
Troppo spesso i giovani restano inascoltati dalla politica, perdendo un patrimonio di idee e passione. Per questo abbiamo provato ad invertire lo schema e abbiamo preparato un questionario per alunni e alunne delle scuole superiori. Un’occasione per lasciare spazio agli studenti e alle studentesse, alle loro esperienze nei progetti di alternanza scuola-lavoro e in quelli di educazione sessuale/affettiva, alla loro impressioni sulla politica e alle proposte per cambiare la scuola.
Abbiamo ottenuto 592 risposte da tutta Italia. Un ottimo risultato! Esperienze, idee e suggerimenti di una generazione dimenticata dalla politica.
Alcuni dei dati più significativi:
- Uno studente su due dà un giudizio negativo del proprio percorso di Alternanza Scuola Lavoro, dichiarando di non aver acquisito nuove e utili competenze. Un dato molto più grave al sud e nelle isole (rispettivamente 70% e 65%) e tra gli studenti e le studentesse che hanno frequentato i licei (41% rispetto al 64% degli studenti degli Istituti Tecnici e Professionali), che conferma la necessità di rivedere profondamente il sistema dell’Alternanza;
- Quasi un intervistato su due, durante l’esperienza di ASL, ha avuto la sensazione di essere un/una “lavoratore/lavoratrice non retribuito/a”, con una netta predominanza tra gli studenti e le studentesse degli Istituti Tecnici e Professionali (il 63% contro il 45% dei liceali);
- Il 50% degli studenti e delle studentesse ha svolto mansioni non in linea con il Progetto Formativo previsto dall’Alternanza;
- Tra le criticità maggiori incontrate c’è la necessità di sostenere spese varie (ad esempio per i trasporti) durante il periodo di alternanza. Circa 2 studenti su 3 hanno dovuto farlo, e il 90% crede che il Ministero o le scuole dovrebbe istituire un fondo ad hoc;
- Un altro problema riscontrato è l’assenza di adeguati corsi di formazione, che solo il 45% dei ragazzi afferma di aver frequentato (soprattutto quelli di sicurezza sul lavoro). Una situazione più grave al sud e nelle isole che al nord. Inoltre, più del 60% degli alunni afferma di non essere stato coinvolto individualmente o all’interno del Consiglio di Classe nella stesura del suo progetto formativo;
- Problematica anche la presenza dei tutor, valutata positivamente solo da un ragazzo su due (ancora una volta i dati peggiori al sud e nelle isole);
- Da anni Possibile si batte per l’introduzione di corsi di educazione sessuale e affettiva nelle scuole. Purtroppo, più di un ragazzo su tre non ne saprebbe darne una definizione. Per gli altri, tuttavia, è un’esigenza profondamente sentita: il 92% di loro li ritiene importanti, anche se solo il 38% degli intervistati dichiara di avere preso parte a corsi o progetti simili;
- Un ultimo dato sul sistema di valutazioni: l’85% degli intervistati ritiene che la scuola italiana dia troppo peso ai voti. E’ sentita l’esigenza di dare più peso ai percorsi personali che a sterili valutazioni numeriche, le quali generano una corsa al voto che spesso pregiudica la serenità del percorso dello studente.
Tantissime infine le proposte e le idee con cui gli studenti hanno risposto alla domanda “Che cambiamento vorresti che la politica portasse nella scuola?”, che pubblicheremo nelle prossime settimane sulla pagina FB di #AllaBaselaScuola e che ci hanno offerto molti spunti di riflessione da cui ripartire.
Una su tutte ci ha colpito: “vorrei che fosse la Scuola a cambiare la politica”, ci ha scritto uno studente.
Un auspicio che, con il Gruppo Scuola di Possibile, ci sentiamo di condividere.
Eulalia Grillo
Luca Coloccini[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]