L’uguaglianza di genere per noi è sempre stata più di una voce inserita in un programma, più di un giorno all’anno con cui lavarsi la coscienza fino alla ricorrenza successiva, più di un aggettivo di moda da aggiungere in automatico per cavalcare l’onda del momento.
Quando parliamo della necessità di migliorare la condizione delle donne, oltre ai benefici per le donne stesse, non dimentichiamo che stiamo parlando di un vantaggio per tutte e tutti. Le analisi – comprese quelle economiche, come quella del Fondo Monetario Internazionale – ci dicono che investire nel miglioramento della condizione femminile porta benefici generalizzati. Una società che soffoca il contributo delle donne è una società che opera con un braccio legato dietro la schiena e oggi che ci troviamo a fronteggiare crisi su più ambiti – sanitario, ambientale, economico, educativo – non possiamo permettercelo.
Chi controlla il denaro e le spese di famiglia può usare questo controllo come un’arma e, in più, l’incertezza del futuro e dell’indipendenza economica spesso spinge le donne a restare più a lungo in situazioni di abuso e di pericolo. La parità salariale, la certificazione di Equal Pay, la Tampon tax, l’equiparazione dei congedi parentali, sono alcune delle proposte di Possibile che in altri paesi sono già realtà. A cui si affianca la battaglia culturale per il contrasto agli stereotipi, al sessismo in ogni ambito, al sistema patriarcale che ci circonda.
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