Il governo Renzi-Alfano-Verdini (via Zanetti) rinvia l’approvazione del reato di tortura in Senato: #laprossimavolta!
La misura è colma, la faccia è persa, lo scenario compromesso. L’Italia ha ratificato nel 1988 la convenzione ONU contro la tortura e gli altri trattamenti crudeli, disumani e degradanti del 1984.
L’introduzione del reato di tortura nel codice penale è un elemento fondamentale di chiusura (in positivo) del sistema di tutela dei diritti umani nel nostro paese, che sconta un ritardo storico e gravissimo in materia. Alfano (Renzi benedicente) sta vergognosamente strumentalizzando un tema delicatissimo e urgente per ragioni di consenso elettorale ma questo reato serve a prevenire l’abuso della forza da parte delle forze dell’ordine infedeli ai principi umanitari e personalistici della Costituzione e punire casi odiosi come quello del mattatoio alla scuola Diaz e dei tanti “caduti dalle scale”.
Si tratta allora di un rinvio odioso, che denunciamo con forza: per una volta il Governo tolga le mani da una materia parlamentare e rispetti la libertà di deputati e senatori di fare la cosa giusta. Il Ministro Orlando, che da mesi promette a vanvera la soluzione normativa lungamente attesa sui dossier “tortura” e “prescrizione” (su cui si profila un testo al ribasso, compromissorio, oggettivamente insufficiente) dovrebbe spiegare il perché di questo rinvio, ma siamo certi non sarà nelle condizioni di farlo.
Giuseppe Civati, Andrea Maestri