FIRMA PER IL REFERENDUM CITTADINANZA
Con il deposito in Cassazione del quesito e la pubblicazione sulla piattaforma parte il percorso del referendum sulla cittadinanza che, da un punto di vista tecnico, abrogherà alcune parti dell’articolo 9 della legge del 5 febbraio 1992, n. 91; da un punto di vista pratico, si tornerà a un periodo di 5 anni, e non di dieci anni com’è attualmente, di residenza legale in Italia per la richiesta di una persona che ha cittadinanza extra UE. E questo varrà anche per i suoi figli e figlie, come già previsto dalla legge.
Un passo minimo ma necessario. Un passo, per assurdo, indietro nel tempo, per riportarci avanti: tornare alla tempistica che avevamo prima del 1992, come chiedono le associazioni, in prima fila per la riforma di questo diritto. Un passo che tutti coloro che hanno discusso di “ius soli” e “ius scholae” in queste settimane dovrebbero fare con i proponenti, se la loro non era solo una distrazione estiva. È stato un onore essere in Cassazione al deposito del quesito con chi ci ha lavorato in questi giorni e soprattutto con i giovani e le giovani italiane che hanno potuto firmarlo, e anche con chi la cittadinanza ancora non ce l’ha, per la corsa a ostacoli che si è trovato di fronte in questi anni. È stato un onore poter dire, con loro, “Italiani prima”: erano italiani già prima, con questo referendum potranno essere italiani, prima.
Nel lungo elenco di soggetti a sostegno della proposta, le associazioni Italiani senza cittadinanza, CONNGI, Idem Network e Arci e organizzazioni come Libera, Gruppo Abele, A Buon Diritto, Società della Ragione, i partiti Possibile, +Europa, Partito Socialista, Radicali Italiani (rappresentati rispettivamente da chi scrive, da Riccardo Magi, da Enzo Maraio e da Matteo Hallissey), personalità come Don Luigi Ciotti, Mauro Palma (ex Garante Nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale), Luigi Manconi, Pippo Civati, Ivan Novelli di GreenPeace, e Teresa Bellanova.
C’è bisogno di uno sforzo straordinario: 500.000 firme entro il 30 settembre, online, sulla piattaforma pubblica che finalmente ridà la parola a cittadini e cittadine. Da troppo tempo aspettiamo modifiche parlamentari della legge sulla cittadinanza in senso migliorativo. Questo referendum è una grande occasione per porvi rimedio. Firmate, condividete, passate parola, chiedete che chi ancora non ha aderito si unisca alla campagna.