La Sicilia che dice No al Referendum

La riforma costituzionale – insieme alla nuova legge elettorale – sarebbe un danno per tutta l'Italia, ma in particolare per la Sicilia, dove i trasformisti che saltano sul carro del vincitore avrebbero vita facile a governare la Regione da Roma.

Noi Ita­lia­ni sia­mo cre­sciu­ti col dirit­to fon­da­men­ta­le san­ci­to dal­la nostra Costi­tu­zio­ne e con quel­l’ar­ti­co­lo 48, che con­se­gna ad ogni cit­ta­di­no il dirit­to di voto. Dirit­to che va espres­so secon­do il prin­ci­pio del­la liber­tà, per­so­na­li­tà e segre­tez­za del­lo stesso.

Liber­tà dun­que di sce­glie­re per­so­nal­men­te e segre­ta­men­te anche la pro­pria rap­pre­sen­tan­za nel­le isti­tu­zio­ni. Eppu­re oggi, tut­to que­sto sem­bra esse­re mes­so in discus­sio­ne, secon­do logi­che di pote­re e di visio­ne che imma­gi­na­no un Pae­se con­se­gna­to a pote­ri sem­pre più cen­tra­li­sti e auto­ri­ta­ri, in con­tro­ten­den­za dun­que, al legit­ti­mo fon­da­men­to del­la pro­por­zio­na­li­tà del­le idee e del­la rappresentanza.

Su tut­te, tre ragio­ni, da Sici­lia­no, mi pre­oc­cu­pa­no in par­ti­co­la­re: una Nazio­ne di Fede­lis­si­mi, una Nazio­ne di Tra­sfor­mi­sti, una Nazio­ne in mano alla mafia e ai col­let­ti bianchi.

Diciamo No ai fedelissimi

E che ve lo dico a fare? Una spar­ti­zio­ne a tavo­li­no che non chia­ma in cau­sa l’e­let­to­ra­to, che demo­cra­zia garantisce?

Abro­ga­re l’Ita­li­cum che por­ta alla Came­ra una lista di nomi­na­ti, che poi è il miglior meto­do per otte­ne­re un con­sen­so blin­da­to. Cen­to col­le­gi garan­ti­sco­no al Pre­si­den­te del Con­si­glio e al suo Gover­no, di qual­sia­si matri­ce esso sia, che ampia par­te del Par­la­men­to sia com­po­sto da fede­lis­si­mi, che mai e dico mai, avreb­be­ro ragio­ne di cede­re il pas­so a moti­va­zio­ni che non sia­no pura­men­te opportunistiche.

Diciamo No ai trasformisti

In Sici­lia abbia­mo un esem­pio lam­pan­te: nel­le ulti­me legi­sla­tu­re abbia­mo visto eleg­ge­re due Gover­ni nati esclu­si­va­men­te gra­zie a liste che si sono riem­pi­te di can­di­da­ti pas­sa­ti, sia pri­ma che duran­te, da tut­te le for­ma­zio­ni poli­ti­che del ter­ri­to­rio in modo asso­lu­ta­men­te tra­sver­sa­le. Da For­za Ita­lia ai Demo­cra­ti­ci, dai Demo­cri­stia­ni, ai Socia­li­sti e per­si­no dai Cin­que Stel­le ver­so tut­te le altre desti­na­zio­ni. L’o­biet­ti­vo uni­co, sen­za appun­to nean­che trop­pe pre­cau­zio­ni per celar­lo, è sem­pre sta­to uno: sal­ta­re sul car­ro del vin­ci­to­re, cioè, del Gover­na­to­re elet­to e pro­muo­ve­re, alla luce del sole, il pro­prio appa­ra­to di potere.

Non v’è sta­to alcun sen­ti­men­to ideo­lo­gi­co, e vab­bè ormai lo sap­pia­mo, ma fat­to ancor più gra­ve, non c’è sta­ta alcu­na pre­oc­cu­pa­zio­ne ver­so il pro­prio elettorato.

L’ap­par­te­nen­za è il fine ulti­mo, for­se nep­pu­re un ele­men­to con­si­de­ra­to, ver­so la cor­sa alla spar­ti­zio­ne del potere.

Vera­men­te, dun­que, sia­mo dispo­sti ad ave­re un Sena­to occu­pa­to acri­ti­ca­men­te da tra­sfor­mi­sti sen­za rife­ri­men­ti? Vera­men­te vor­rem­mo un’ul­te­rio­re ple­to­ra di nomi­na­ti di gela­ti­na, che, già nel recen­te pas­sa­to, han­no otte­nu­to un amal­ga­ma frut­to esclu­si­va­men­te di inte­res­si personali?

Diciamo No alla criminalità organizzata

E qui venia­mo al pun­to. Sol­di, pote­re e immu­ni­tà. Che si può vole­re di più? Trop­po faci­le per la mafia con­so­li­da­re in pochi pas­si un siste­ma per­fet­to di leci­to pote­re. Col­let­ti bian­chi che si allo­ca­no in un par­ti­to e che, sen­za trop­pi fil­tri elet­to­ra­li, potran­no deci­de­re le sor­ti del Pae­se. Con una sola ele­zio­ne por­te­reb­be­ro i loro uomi­ni dai Comu­ni e Regio­ni allo Sta­to Cen­tra­le, con­trol­lan­do e gesten­do, di fat­to, nor­ma­ti­ve nazio­na­li che influen­za­no quel­le loca­li, con in più, il bene­fi­cio del­l’im­mu­ni­tà otte­nu­to gra­zie allo scran­no romano.

Con la modi­fi­ca del­la Costi­tu­zio­ne ad esem­pio, ver­reb­be riser­va­to al gover­no nazio­na­le il dirit­to di deci­de­re sul­la costru­zio­ne di gran­di ope­re dichia­ra­te di inte­res­se nazio­na­le, anche di fron­te alla con­tra­rie­tà del­le popo­la­zio­ni loca­li e dei Comu­ni. La faci­li­tà di inqui­na­men­to del­le azio­ni ammi­ni­stra­ti­ve, appa­re dun­que evi­den­te. Gra­zie alla sot­tra­zio­ne di pote­ri alle Regio­ni e ai Comu­ni e con un siste­ma elet­to­ra­le che pre­mia il “regi­me di fedel­tà”, sarà sem­pli­ce bypas­sa­re il vole­re dei cit­ta­di­ni. E que­sto, per la cri­mi­na­li­tà nostra­na, sarà il com­pi­men­to del delit­to perfetto.

Cit­ta­di­ni, come abbia­mo visto, che ver­reb­be­ro dun­que pri­va­ti di alcu­ni dirit­ti fon­da­men­ta­li, come il dirit­to di rap­pre­sen­tan­za e di una par­te con­si­sten­te del­la demo­cra­zia. La par­te­ci­pa­zio­ne ce la sia­mo già gio­ca­ta, anche se, que­sto refe­ren­dum, può segna­re il ritor­no di un’I­ta­lia che partecipa.

Ad otto­bre abbia­mo il dove­re di fer­ma­re que­sta scel­le­ra­ta rifor­ma volu­ta dal Gover­no Ren­zi e dai suoi fede­lis­si­mi. Un’I­ta­lia, una Sici­lia, che dica­no NO al cen­tra­li­smo, all’au­to­ri­ta­ri­smo e alla scom­par­sa del­la Nazio­ne, posi­ti­va, demo­cra­ti­ca, che conosciamo.

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