[vc_row][vc_column][vc_column_text]Lo scrivono nero su bianco, a mezzo decreto. #IoRestoACasa. Ma per restare a casa, bisogna averne una.
La fase che stiamo vivendo è difficile, complessa e faticosa per tutte e tutti. Il virus, la quarantena, l’isolamento: fanno paura. E lo stare rinchiusi in casa è una sfida difficile per il nostro sistema nervoso.
Ma non è così per tutti. Non per chi una casa non ce l’ha. In Italia, sono più di 50.000 i senzatetto (dati ISTAT, 2015).
Un esercito di invisibili che sfuggono ai controlli e a qualunque compassione. Tra loro, come vale per qualsiasi gruppo demografico, ci saranno persone in salute e persone che ricadono tra i soggetti a rischio. I più deboli, tra quelli che vengono già classificati come “fascia debole della popolazione”.
Ci uniamo all’esposto indirizzato alla Sindaca e alla prefettura di Roma, con cui l’associazione di volontariato Baobab Experience ha denunciato l’insostenibile situazione in cui in troppi cercano di sopravvivere.
Hanno chiesto di “Individuare quanto prima locali presso i quali le persone senza fissa dimora possano essere accolte; provvedere a distribuire loro mascherine protettive, disinfettanti e ogni utile presidio medico sanitario e alla verifica delle loro condizioni di salute; garantire la disponibilità dei servizi essenziali di sopravvivenza per le persone in condizioni di impossibilità di provvedere a sé stessi, quali mense, distribuzioni di cibo e fruizione di docce e bagni”.
Perché, come ricordano, i senzatetto sono ora le persone più esposte al rischio di contagio, quelli che corrono i maggiori rischi per loro stessi, e per gli altri.
Chiediamo, inoltre, che queste richieste siano accolte dalle amministrazioni locali sull’intero territorio nazionale, per garantire che la salute di tutta la popolazione sia tutelata, a iniziare dai più bisognosi.
Perché la sicurezza di tutti passa dalla protezione di ognuno.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]