Riace, Civati-Maestri : Salvini indagato festeggia senza motivo per l’arresto del suo nemico Lucano

“È incre­di­bi­le che un mini­stro inda­ga­to per seque­stro di per­so­na aggra­va­to festeg­gi per i rea­ti con­te­sta­ti a quel­lo che lui stes­so ha indi­ca­to come suo nemi­co poli­ti­co. La ver­go­gna non ha limi­ti. Rica­pi­to­lia­mo: in atte­sa di com­pren­de­re come fini­ran­no le inda­gi­ni e l’e­ven­tua­le pro­ces­so, al sin­da­co di Ria­ce, Dome­ni­co Luca­no, con­te­sta­no il frau­do­len­to affi­da­men­to diret­to del ser­vi­zio di rac­col­ta e tra­spor­to dei rifiu­ti del­la sua cit­tà, impe­den­do l’ef­fet­tua­zio­ne del­le neces­sa­rie pro­ce­du­re di gara pre­vi­ste dal Codi­ce dei con­trat­ti pub­bli­ci e favo­ren­do inve­ce due coo­pe­ra­ti­ve socia­li. Il mini­stro del­l’In­ter­no Sal­vi­ni gode scom­po­sta­men­te”. Lo dichia­ra­no il fon­da­to­re di Pos­si­bi­le, Giu­sep­pe Civa­ti, e l’e­spo­nen­te del­lo stes­so par­ti­to, Andrea Maestri.

“E pen­sa­re — aggiun­go­no Civa­ti e Mae­stri — che il 24 set­tem­bre il mini­stro gau­dio­so ha scrit­to per decre­to (Art. 2) che per costrui­re o ristrut­tu­ra­re i cen­tri di per­ma­nen­za per i rim­pa­tri, per 3 anni i lavo­ri pos­so­no esse­re affi­da­ti sen­za pre­via pub­bli­ca­zio­ne del ban­do di gara. Tro­va appli­ca­zio­ne la pro­ce­du­ra nego­zia­ta (Art. 63 Codi­ce Appal­ti), che dal­la leg­ge è con­si­de­ra­ta un’eccezione, una dero­ga alle rego­le dell’evidenza pub­bli­ca, appli­ca­bi­le solo in casi par­ti­co­la­ri e moti­va­ti. Esem­pio: quan­do lo sco­po dell’appalto è l’acquisizione di un’opera d’arte uni­ca o ‘nel­la misu­ra stret­ta­men­te neces­sa­ria, quan­do per ragio­ni di estre­ma urgen­za deri­van­te da even­ti impre­ve­di­bi­li’ i ter­mi­ni ordi­na­ri pos­so­no non esse­re rispettati”.

“Per 3 anni — con­clu­do­no i due espo­nen­ti di Pos­si­bi­le — gli appal­ti per i Cpr potran­no esse­re asse­gna­ti in dero­ga alla leg­ge: e par­lia­mo di appal­ti sot­to soglia comu­ni­ta­ria che è di oltre 5 milio­ni di euro. Altro che i rifiu­ti di Ria­ce e le coo­pe­ra­ti­ve sociali”.

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