“Riaprite le graduatorie d’istituto” — La testimonianza di Sara

Pubblichiamo la testimonianza di Sara Ingrassia, giovane aspirante insegnante che racconta il percorso lungo e dispendioso per arrivare a inserirsi nelle graduatorie di istituto.

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Pub­bli­chia­mo la testi­mo­nian­za di Sara Ingras­sia, gio­va­ne aspi­ran­te inse­gnan­te che rac­con­ta il per­cor­so lun­go e dispen­dio­so per arri­va­re a inse­rir­si nel­le gra­dua­to­rie di isti­tu­to.

La Mini­stra Azzo­li­na ha rin­via­to al pros­si­mo anno i nuo­vi inse­ri­men­ti e gli aggior­na­men­ti, ma sarà neces­sa­rio ave­re in cat­te­dra, già dal pri­mo set­tem­bre, nume­ro­si inse­gnan­ti per far fron­te a un’emer­gen­za edu­ca­ti­va che si som­ma a quel­la sanitaria.

Per que­sto, con Pos­si­bi­le, chie­dia­mo che ven­ga digi­ta­liz­za­ta la pro­ce­du­ra per le gra­dua­to­rie d’istituto in tem­pi bre­vis­si­mi e che sia­no ban­di­ti con­cor­si per soli tito­li, come rispo­sta ade­gua­ta a un even­to eccezionale.

 

Sono Sara, e un anno e mez­zo fa mi sono lau­rea­ta in Scien­ze Filo­so­fi­che. Quan­do ave­vo 19 anni mi sono iscrit­ta alla facol­tà di Filo­so­fia, con­sa­pe­vo­le del­le dif­fi­col­tà che avrei tro­va­to in ambi­to lavo­ra­ti­vo, per­ché il mio desi­de­rio più gran­de era quel­lo di fare l’insegnante. Ho com­ple­ta­to il mio per­cor­so uni­ver­si­ta­rio quan­do ave­vo 25 anni e anco­ra tan­ta voglia di inse­rir­mi nel mon­do del­la scuo­la, pur sapen­do quan­to com­pli­ca­to sareb­be stato.

In vista di quel­la che sareb­be dovu­ta esse­re l’apertura del­le gra­dua­to­rie sco­la­sti­che di quest’anno, nell’ultimo anno ho inve­sti­to mol­ti sfor­zi, tem­po e dena­ro per cor­si di for­ma­zio­ne, master, cer­ti­fi­ca­zio­ni infor­ma­ti­che e cor­si di lin­gua. Vole­vo esse­re pron­ta al meglio sia per l’inserimento in ter­za fascia, sia per il sem­pre spe­ra­to e più vol­te annun­cia­to con­cor­so. Cre­do for­te­men­te che l’insegnamento sia una voca­zio­ne, e per chi la pen­sa così la pre­pa­ra­zio­ne è fon­da­men­ta­le: la curio­si­tà e la bra­ma di sape­re sono essen­zia­li per un docen­te, e il tra­guar­do più gran­de che que­sti può rag­giun­ge­re è, a mio pare­re, tra­smet­te­re que­sta curio­si­tà ai ragaz­zi. È que­sto che mi ha spin­to a lau­rear­mi in filo­so­fia: for­se ambi­zio­sa­men­te, aspi­ra­vo al ruo­lo del filo­so­fo pla­to­ni­co che esce dal­la caver­na. Ma se la curio­si­tas e l’amore per il sape­re sono total­men­te gra­tui­ti, lo stes­so non si può dire per quan­to riguar­da i pun­ti in gra­dua­to­ria, per­ché ogni cer­ti­fi­ca­zio­ne e ogni master lo si paga. E anche tan­to. Si par­la di inve­sti­men­ti che pos­so­no arri­va­re a miglia­ia di euro. Io e tan­ti altri gio­va­ni abbia­mo inve­sti­to sul­le nostre capa­ci­tà, e abbia­mo paga­to per cer­ti­fi­car­le, per ren­der­le obbiet­ti­ve, per por­le sot­to gli occhi di tutti. 

Qual­che gior­no fa la mini­stra Azzo­li­na ci fa sape­re che non ha inten­zio­ne di ria­pri­re le gra­dua­to­rie, per­ché in un perio­do com­pli­ca­to come que­sto non è pen­sa­bi­le che una pro­ce­du­ra del gene­re pos­sa esse­re por­ta­ta avan­ti in for­ma car­ta­cea: sono d’accordo, non mi pare giu­sto met­te­re in peri­co­lo la salu­te di chi dovreb­be occu­par­si di tale pro­ce­di­men­to. Ma una doman­da sor­ge spon­ta­nea: per­ché non digi­ta­liz­za­re l’intero iter? È real­men­te impos­si­bi­le? Per­ché il para­go­ne è ine­vi­ta­bi­le: com’è pos­si­bi­le che l’intera istru­zio­ne pub­bli­ca sia sta­ta digi­ta­liz­za­ta in qual­che set­ti­ma­na e, al con­tra­rio, non è pos­si­bi­le tra­sfe­ri­re onli­ne l’iscrizione in gra­dua­to­ria che, tra l’altro, avreb­be dovu­to avviar­si tra un paio di mesi? Mi vie­ne da pen­sa­re che non ci si è pen­sa­to nem­me­no nel­le ulti­me set­ti­ma­ne, da feb­bra­io alme­no, da quan­do in Ita­lia ha pre­so pie­de la pan­de­mia. Capi­sco che il MIUR abbia avu­to del­le altre prio­ri­tà, ma non si è mini­ma­men­te pen­sa­to al futu­ro del­la scuola?

Negli anni ci han­no det­to che man­ca­va­no posti, che ser­vi­va­no inse­gnan­ti, che avreb­be­ro volu­to eli­mi­na­re le clas­si-pol­la­io, che ci sareb­be­ro sta­ti dei con­cor­si atti ad assu­me­re per­so­na­le, e inve­ce ci ritro­via­mo il soli­to invi­to ad invia­re le nostre can­di­da­tu­re tra­mi­te MAD. Io, in pas­sa­to, le mes­se a dispo­si­zio­ne le ho più vol­te invia­te, sen­za riscon­tro alcu­no; ovvia­men­te par­lo di me, ma so che nel­la mia situa­zio­ne ci sono cen­ti­na­ia, miglia­ia di altre ragaz­ze e di altri ragaz­zi. È assur­do invi­tar­ci a pre­sen­ta­re la MAD con una tale leg­ge­rez­za, per­ché evi­den­te­men­te non si fa atten­zio­ne a un aspet­to impor­tan­te del­la que­stio­ne: con la mes­sa a dispo­si­zio­ne l’assunzione è, pra­ti­ca­men­te, un ter­no al lot­to. Ogni scuo­la rice­ve miglia­ia e miglia­ia di doman­de e, ovvia­men­te, non può visio­nar­le tut­te. Di con­se­guen­za, ad ave­re l’assunzione non sarà chi ha il tito­lo più adat­to al ruo­lo, o chi ha del­le cer­ti­fi­ca­zio­ni in più che altri non han­no: non ci sono cri­te­ri ogget­ti­vi di valu­ta­zio­ne, non c’è tra­spa­ren­za ed è tut­to mol­to alea­to­rio. Spes­so, chi pos­sie­de una lau­rea magi­stra­le vie­ne scar­ta­to a van­tag­gio di chi ha un tito­lo di stu­dio più bas­so: è una guer­ra fra poveri. 

Io repu­to ingiu­sto e irre­spon­sa­bi­le un atteg­gia­men­to del gene­re, sia per i bam­bi­ni o i ragaz­zi che, in que­sto modo, non rie­sco­no ad ave­re l’istruzione che meri­ta­no, sia, d’altro can­to, per chi ha inve­sti­to risor­se di ogni tipo nei pro­pri stu­di e nel pro­prio set­to­re disci­pli­na­re. Cen­ti­na­ia di miglia­ia di gio­va­ni sono sta­ti illu­si per anni nel­la spe­ran­za di un con­cor­so che non è mai arri­va­to, e ades­so ci vie­ne meno anche la pos­si­bi­li­tà di acce­de­re al mon­do del­la scuo­la tra­mi­te l’iscrizione in gra­dua­to­ria per un pro­ble­ma di digi­ta­liz­za­zio­ne del­la pro­ce­du­ra, dopo aver digi­ta­liz­za­to l’intera istru­zio­ne pub­bli­ca in poche set­ti­ma­ne. È ine­vi­ta­bi­le che si cada nel para­dos­so. Tra l’altro, anche l’invio del­le MAD è total­men­te telematico. 

A que­sto pun­to vor­rei fare un appel­lo alla poli­ti­ca: per favo­re, non gio­ca­te con le nostre vite. Non sia­mo del­le MAD che arri­va­no nel­le casel­le elet­tro­ni­che del­le scuo­le ita­lia­ne, ma sia­mo gio­va­ni che han­no inve­sti­to nei loro stu­di e che vor­reb­be­ro diven­ta­re inse­gnan­ti, dopo anni pas­sa­ti sul­le famo­se “suda­te car­te”. Non fate­ci cre­de­re che sia tut­to inu­ti­le, che ogni nostro ten­ta­ti­vo sia vano. Fate qual­co­sa per la scuo­la, per­ché sen­za la scuo­la non si va da nes­su­na par­te. Sen­za inse­gnan­ti pre­pa­ra­ti, si avran­no dei ragaz­zi spaesati. 

Fate­lo per noi gio­va­ni lau­rea­ti, per i pre­ca­ri e per gli stu­den­ti stes­si. Se non si inve­ste nel­la scuo­la, la socie­tà civi­le va a pez­zi, e se non si cre­de nel­la scuo­la, allo­ra ven­go­no a man­ca­re le basi per l’esistenza di un Pae­se che vuo­le soprav­vi­ve­re al peri­co­lo dell’ignoranza.

Scu­sa­te se mi sono dilun­ga­ta. Gra­zie per l’attenzione e per il tem­po spe­so per leg­ge­re la mia riflessione.

Cor­dial­men­te,

Sara[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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