Al via la ricognizione di Possibile: alla ricerca di competenze e progetti

Possibile è una comunità viva, in espansione e sempre in movimento. È fatta di persone che mettono a disposizione con grande generosità e sacrificio il proprio tempo, le proprie risorse e le proprie conoscenze. Questo è il nostro capitale sociale, la nostra principale risorsa.

Pos­si­bi­le è una comu­ni­tà viva, in espan­sio­ne e sem­pre in movimento.

È fat­ta di per­so­ne che met­to­no a dispo­si­zio­ne con gran­de gene­ro­si­tà e sacri­fi­cio il pro­prio tem­po, le pro­prie risor­se e le pro­prie conoscenze.
Que­sto è il nostro capi­ta­le socia­le, la nostra prin­ci­pa­le risorsa. 

Pro­prio per que­sto a distan­za di due anni voglia­mo ripro­por­vi il nostro cen­si­men­to per le com­pe­ten­ze inter­ne: una serie di bre­vi doman­de pun­tua­li per ave­re il qua­dro pre­ci­so e aggior­na­to di chi sia­mo e di cosa sap­pia­mo e pos­sia­mo fare, di ciò che met­tia­mo a dispo­si­zio­ne, sia in ter­mi­ni di pro­fes­sio­na­li­tà, sia di tem­po, per poter rag­giun­ge­re gli obiet­ti­vi comu­ni che ci ponia­mo e le sfi­de che raccogliamo.

Pos­si­bi­le vuo­le met­te­re in cam­po al meglio que­ste poten­zia­li­tà e inten­de far­lo attra­ver­so i vari cana­li che ha a dispo­si­zio­ne: a par­ti­re dal Tour RiCo­sti­tuen­te, e dal­la dispo­ni­bi­li­tà dei nostri par­la­men­ta­ri e mem­bri dei comi­ta­ti nazio­na­li a gira­re l’I­ta­lia e a par­te­ci­pa­re a ini­zia­ti­ve sui vari dos­sier di cui si occupano.
Con il sup­por­to anche di per­so­na­li­tà ester­ne, come nei due Poli­ti­camp, incen­tra­ti quest’anno sul­la rifor­ma costi­tu­zio­na­le, in cui inter­ver­ran­no ospi­ti di altis­si­mo pro­fi­lo con cui appro­fon­di­re gli aspet­ti del­la cam­pa­gna di que­sto autun­no, in modo da dotar­ci degli stru­men­ti neces­sa­ri e rispon­de­re ai prin­ci­pa­li dub­bi emer­si finora.

Infi­ne, Le vie Pos­si­bi­li si aggior­na­no e si poten­zia­no con una nuo­va rac­col­ta di pro­get­ti di lavo­ro e una rior­ga­niz­za­zio­ne di quel­li già cen­si­ti. Il Comi­ta­to Scien­ti­fi­co di Pos­si­bi­le si farà cari­co di visio­na­re e gesti­re pro­po­ste e pro­get­ti, coor­di­nan­do­ne i lavo­ri e met­ten­do in rela­zio­ne tut­te le per­so­ne inte­res­sa­te ai vari temi. In que­sto modo saran­no inco­rag­gia­te e favo­ri­te la par­te­ci­pa­zio­ne di tut­ti e la discus­sio­ne sul por­ta­le, che sarà a bre­ve dota­to di nuo­vi spa­zi di dibat­ti­to, per garan­ti­re la mas­si­ma cir­co­la­zio­ne del­le idee e la loro realizzazione.

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Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

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Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

I padroni dicono di no a tutto. E per questo scioperiamo.

La stra­te­gia del capi­ta­li­smo è quel­la di ato­miz­za­re le riven­di­ca­zio­ni, met­ter­ci gli uni con­tro gli altri, indi­vi­dua­re un nemi­co invi­si­bi­le su cui svia­re l’attenzione, sosti­tui­re la lot­ta col­let­ti­va con tan­te lot­te indi­vi­dua­li che, pro­prio per que­sto, sono più debo­li e più faci­li da met­te­re a tacere.
Ma la gran­de par­te­ci­pa­zio­ne allo scio­pe­ro del 13 dicem­bre dimo­stra che la dimen­sio­ne col­let­ti­va del­la nostra lot­ta, del­le nostre riven­di­ca­zio­ni, non è perduta.