Ripartiamo dal nostro magazzino, il Rifugio di una politica solidale e legata al territorio

La fraternità, quel terzo principio rivoluzionario che accompagna la libertà e l’uguaglianza che dimentichiamo sempre e che vogliamo rimettere al centro della nostra azione politica. Liberi, Uguali e Fraterni, potremmo dire.

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Abbiamo inau­gu­ra­to il Rifu­gio Pos­si­bi­le a gen­na­io, pri­ma dell’inizio del­la cam­pa­gna elet­to­ra­le e volu­ta­men­te abbia­mo lascia­to sospe­se le atti­vi­tà che ave­va­mo in men­te, per­ché non vole­va­mo che le ini­zia­ti­ve soli­da­li potes­se­ro esse­re con­fu­se e stru­men­ta­liz­za­te con la ricer­ca di con­sen­so.

Ora è il momen­to di par­ti­re. Di ripartire.

Que­sto pic­co­lo magaz­zi­no, situa­to in una “ter­ra di mez­zo” tra due pro­vin­ce e due comu­ni, Seni­gal­lia e Marot­ta, in una stra­da di col­le­ga­men­to tra la costa e l’interno del­la Val­le del Cesa­no, è la sede di Pos­si­bi­le Mar­che e nasce con l’intento di esse­re non solo luo­go di aggre­ga­zio­ne e riu­nio­ni, ma, soprat­tut­to, di ini­zia­ti­va soli­da­le. Un modo per uni­re la poli­ti­ca del­le isti­tu­zio­ni a quel­la per stra­da, tra le per­so­ne, a par­ti­re da quel­le che sono più in difficoltà.

L’idea è nata dopo le rac­col­te di scar­pe che abbia­mo fat­to con l’aiuto di Hope For Chil­dren per i pro­fu­ghi che, scal­zi, scap­pa­va­no lun­go la rot­ta bal­ca­ni­ca, e poi le suc­ces­si­ve rac­col­te di gene­ri di pri­ma neces­si­tà per le vit­ti­me del sisma. La rispo­sta ampis­si­ma e gene­ro­sa di tan­te per­so­ne ci ha fat­to capi­re che c’è un tes­su­to for­te e soli­da­le intor­no a noi, ma è la poli­ti­ca ad esser­se­ne pri­va­ta in que­sti anni.

La fra­ter­ni­tà, quel ter­zo prin­ci­pio rivo­lu­zio­na­rio che accom­pa­gna la liber­tà e l’uguaglianza che dimen­ti­chia­mo sem­pre e che voglia­mo rimet­te­re al cen­tro del­la nostra azio­ne poli­ti­ca. Libe­ri, Ugua­li e Fra­ter­ni, potrem­mo dire.

E’ la prin­ci­pa­le urgen­za che noi in que­sto momen­to avver­tia­mo: rammen­da­re un tes­su­to che in que­sti anni dif­fi­ci­li si è sfliac­cia­to, unen­do i tan­ti fili buo­ni che ci sono intor­no a noi.

Rim­boc­car­si le mani­che per esse­re vici­ni a chi è in dif­fi­col­tà, ma tenen­do insie­me l’azione poli­ti­ca fat­ta di stu­dio, di atti, di appro­fon­di­men­to serio e rigoroso.

La stes­sa espe­rien­za può esse­re repli­ca­ta altro­ve e, anzi, invi­tia­mo i comi­ta­ti di Pos­si­bi­le a far­lo e a scam­biar­si idee, pro­po­ste, solu­zio­ni, inter­ven­ti. A costrui­re insie­me una rete che sia poli­ti­ca e soli­da­le.

Noi ci met­tia­mo a dispo­si­zio­ne e sia­mo al lavo­ro per capi­re qua­li inter­ven­ti pos­sa­no esse­re più uti­li e urgen­ti e cosa sia­mo in gra­do di offri­re, lo fare­mo con l’aiuto di tut­ti quel­li che vor­ran­no offri­re un po’ di tem­po, com­pe­ten­za e dispo­ni­bi­li­tà.

Non sap­pia­mo quan­to dure­rà que­sta lun­ga not­te, ma cia­scu­no con la pro­pria lan­ter­na pos­sia­mo, dob­bia­mo, attra­ver­sar­la.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

Possibile sostiene Coopla Green. Fallo anche tu.

Pri­ma l’a­zien­da si chia­ma­va Man­fre­pla­st e pro­du­ce­va sto­vi­glie in pla­sti­ca monou­so. Ope­ra­ie e ope­rai licen­zia­ti voglio­no ricon­ver­ti­re l’azienda nel­la pro­du­zio­ne di posa­te com­po­sta­bi­li uti­liz­zan­do solo ener­gie rinnovabili.

Han­no biso­gno del soste­gno di tut­te e tut­ti noi. Noi abbia­mo fat­to la nostra par­te, ma chie­dia­mo anche a te di fare un pic­co­lo sforzo.