Quella che segue è una risposta a chi ha sostenuto il Sì e oggi chiede, dal Pd e da sinistra, di tornare a unirci per affrontare i populismi. Senza ulteriori commenti.
Domattina Matteo Renzi, che a prescindere da quel che farà è non solo ancora il leader del Pd, ma anche il principale autore dell’imprinting culturale e politico che caratterizza il suo partito, si presenta davanti ai giornalisti e dichiara:
Il Jobs Act è una legge sbagliata, da cancellare. È stato un grave errore illudere intere generazioni vessate dal precariato quando invece abbiamo ulteriormente diminuito i loro diritti e la loro speranza di usufruirne. Era sbagliata l’idea, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti, e sono pessimi.
“Ho sbagliato a impostare la politica fiscale del mio governo sulle mance. Gli 80 euro, distribuiti così, non hanno senso, e infatti non hanno inciso nemmeno sui consumi. È poi inspiegabile dare 80 euro solo a chi guadagna una certa cifra e non chi guadagna meno, ed è stato ulteriormente assurdo includere solo i lavoratori dipendenti. Non contento di quell’errore, poco prima del referendum ho distribuito 500 euro agli studenti, senza fare differenze tra chi ne aveva davvero bisogno e chi no.
“È giusto, che le popolazioni possano dire la loro sulla costruzione di infrastrutture che incidono pesantemente sul loro territorio. Ed è stato un grave errore incitare addirittura all’astensionismo nel referendum sulle trivelle, un momento particolarmente basso nella storia della nostra democrazia.
“Ovviamente, cercare di riformare la Costituzione così, è stato l’errore che mi è costato più di tutti. Falsarne i contenuti e politicizzarli, persino peggio.
“Mi sono circondato di yes men, di personale umano e politico servile, ho coltivato il pensiero unico e punito quello libero, e quando avrei avuto bisogno di qualcuno che mi sapesse indicare i miei errori, non c’era nessuno.
“Ho creduto molto nella forza della comunicazione, ma mi sono fatto prendere la mano. È stato sbagliato usare i media vecchi e nuovi come una clava, per gettare discredito sugli avversari interni ed esterni, per diffondere falsità con la complicità di giornali e giornalisti amici. Non posso lanciare l’allarme per il populismo montante se ne coltivo gli stessi metodi, dobbiamo tutti aprire una fase nuova in cui conti la coerenza, la serietà, il rispetto del pensiero altrui e della verità, o saremo tutti travolti”.