Il sottosegretario al ministero del Lavoro, Claudio Cominardi, stamane ha dichiarato a Radio anch’io che lunedì dovrebbe partire un tavolo tecnico sul salario minimo. Questa affermazione ci fa ben sperare per i diritti dei lavoratori ma non possiamo tacere il fatto che il disegno di legge a prima firma Nunzia Catalfo stabilisce una norma troppo rigida. Nella proposta, infatti, il salario è individuato in una misura fissa, per legge, pari a nove euro lordi. Il suo adeguamento nel tempo è quindi dipendente dalla volontà politica e dalle modifiche legislative. Questo è un errore.
Il salario minimo è misura necessaria e urgente ma le proposte in campo rischiano di essere dannose.
Possibile ha presentato da tempo una proposta di legge (Atto Camera N. 862) che fa coincidere il salario minimo con i minimi tabellari anche per quei settori al di fuori della contrattazione collettiva, evitando distorsioni e accordi elusivi.
Il suo meccanismo di determinazione pone al centro i minimi tabellari individuati dai contratti collettivi nazionali e il salario minimo è subordinato ad essi ed è sostitutivo solo laddove questi siano assenti oppure laddove prevedano paghe più basse. Il salario minimo di Possibile è stabilito e aggiornato in relazione al livello medio dei salari in modo tale da essere svincolato dalla volontà politica e seguire il livello raggiunto dalla contrattazione collettiva.
Per quegli ambiti ai margini, laddove il rapporto di lavoro è di tipo indipendente ma si verificano condizioni di dipendenza economica dal committente, e per le collaborazioni coordinate continuative, la proposta di Possibile prevede analoghe norme per la determinazione dell’equo compenso, anch’esso parametrato ai livelli retributivi raggiunti dalla contrattazione collettiva.