Salario minimo arenato al Senato

Nonostante i proclami e pur essendo compreso fra le materie del ‘contratto’ di governo, il progetto di legge sul salario minimo è arenato in Commissione Lavoro al Senato e, molto probabilmente, dopo le elezioni europee potrebbe giacére sul campo di battaglia come principale vittima del conflitto fra 5 stelle e Lega. Perché?

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Nono­stan­te i pro­cla­mi e pur essen­do com­pre­so fra le mate­rie del ‘con­trat­to’ di gover­no, il pro­get­to di leg­ge sul sala­rio mini­mo è are­na­to in Com­mis­sio­ne Lavo­ro al Sena­to e, mol­to pro­ba­bil­men­te, dopo le ele­zio­ni euro­pee potreb­be gia­cé­re sul cam­po di bat­ta­glia come prin­ci­pa­le vit­ti­ma del con­flit­to fra 5 stel­le e Lega. Perché?

Per­ché il dibat­ti­to attua­le mostra tut­ta la sua vacui­tà. Non è un rea­le inte­res­se ver­so la con­di­zio­ne dei lavo­ra­to­ri, in par­ti­co­la­re dei lavo­ra­to­ri pove­ri e esclu­si dai con­trat­ti nazio­na­li, a muo­ve­re il legi­sla­to­re. L’interesse è insie­me poli­ti­co ed elet­to­ra­le. Poli­ti­co, per­ché il sala­rio mini­mo ser­ve al mini­stro Di Maio come pun­go­lo all’alleato avver­sa­rio, già da tem­po dichia­ra­to­si con­tra­rio al prov­ve­di­men­to. Elet­to­ra­le, per­ché vie­ne mostra­to in vetri­na come cam­pio­ne di rife­ri­men­to all’ala sini­stra dei 5 stel­le onde evi­ta­re emor­ra­gie di voti.

In que­sto con­te­sto si inse­ri­sce un con­fu­sio­na­rio Par­ti­to Demo­cra­ti­co il qua­le, attra­ver­so il sena­to­re Tom­ma­so Nan­ni­ci­ni, con­den­sa in una nuo­va pro­po­sta di leg­ge (Atto Sena­to N. 1132) ben tre suoi diver­si testi (Laus, Del­rio e Gri­bau­do-Can­to­ne), evi­den­te­men­te incom­ple­ti e insus­si­sten­ti se pre­si ognu­no sin­go­lar­men­te. Nel­la pdl Nan­ni­ci­ni vie­ne — per esem­pio — abban­do­na­to il rife­ri­men­to nume­ri­co fis­sa­to per leg­ge, i 9 euro (net­ti) all’ora inse­ri­ti nel dise­gno di leg­ge a pri­ma fir­ma Mario Laus che face­va­no con­cor­ren­za ai 9 euro (lor­di) all’ora indi­ca­ti da Nun­zia Catal­fo nell’Atto Sena­to n. 658.

Nan­ni­ci­ni sem­bra addi­rit­tu­ra crea­re due distin­te disci­pli­ne del sala­rio mini­mo, una cor­re­la­ta ai con­trat­ti col­let­ti­vi nazio­na­li, l’altra lega­ta ad un sala­rio mini­mo ‘di garan­zia’. Vie­ne quin­di indi­vi­dua­toa in una nuo­va Com­mis­sio­ne pari­te­ti­ca per la rap­pre­sen­tan­za e la con­trat­ta­zio­ne col­let­ti­va pres­so il CNEL (!), il sog­get­to che avreb­be il com­pi­to di indi­vi­dua­re gli ambi­ti del­la con­trat­ta­zio­ne col­let­ti­va nazio­na­le di pri­mo livel­lo, i cri­te­ri di misu­ra­zio­ne e cer­ti­fi­ca­zio­ne del­la rap­pre­sen­ta­ti­vi­tà del­le asso­cia­zio­ni sin­da­ca­li sia dei lavo­ra­to­ri che di par­te dato­ria­le, i cri­te­ri e le moda­li­tà ope­ra­ti­ve per la deter­mi­na­zio­ne del­la tito­la­ri­tà ed effi­ca­cia sog­get­ti­va del­la con­trat­ta­zio­ne col­let­ti­va, il sala­rio mini­mo di garan­zia appli­ca­bi­le, ove indi­vi­dua­ti, negli ambi­ti di atti­vi­tà non coper­ti da con­trat­ta­zio­ne col­let­ti­va, non­ché i cri­te­ri per il suo aggiornamento.

Crean­do così i due livel­li di sala­rio mini­mo, il mini­mo tabel­la­re dei con­trat­ti e il sala­rio mini­mo di garan­zia, Nan­ni­ci­ni deter­mi­na le con­di­zio­ni per adat­ta­men­ti stra­te­gi­ci da par­te dei dato­ri di lavo­ro, i qua­li avreb­be­ro così la con­ve­nien­za di incre­men­ta­re le ester­na­liz­za­zio­ni ver­so socie­tà dif­fi­cil­men­te com­pren­si­bi­li negli ambi­ti del­la con­trat­ta­zio­ne col­let­ti­va, appro­fit­tan­do del­la ridu­zio­ne del mon­te retri­bu­ti­vo in quan­to il sala­rio di garan­zia sarà cer­ta­men­te infe­rio­re ai mini­mi tabel­la­ri dei con­trat­ti col­let­ti­vi. Ricor­dia­mo qui che la pro­po­sta di Pos­si­bi­le (Atto Came­ra N. 862) inve­ce fa coin­ci­de­re il sala­rio mini­mo con i mini­mi tabel­la­ri anche per quei set­to­ri al di fuo­ri del­la con­trat­ta­zio­ne col­let­ti­va, evi­tan­do per­tan­to distor­sio­ni. Inol­tre, il sala­rio mini­mo di Pos­si­bi­le è sta­bi­li­to e aggior­na­to in rela­zio­ne al livel­lo medio dei sala­ri in modo tale da esse­re svin­co­la­to dal­la volon­tà poli­ti­ca ma da segui­re il livel­lo rag­giun­to dal­la con­trat­ta­zio­ne col­let­ti­va. Inol­tre, per que­gli ambi­ti ai mar­gi­ni, lad­do­ve il rap­por­to di lavo­ro è di tipo indi­pen­den­te ma che si veri­fi­chi­no con­di­zio­ni eco­no­mi­ca­men­te dipen­den­ti dal com­mit­ten­te, e per le col­la­bo­ra­zio­ni coor­di­na­te con­ti­nua­ti­ve, la pro­po­sta di Pos­si­bi­le pre­ve­de ana­lo­ghe nor­me per la deter­mi­na­zio­ne dell’equo com­pen­so, anch’esso para­me­tra­to ai livel­li retri­bu­ti­vi rag­giun­ti dal­la con­trat­ta­zio­ne collettiva.

Resta da capi­re cosa faran­no i sin­da­ca­ti, ovve­ro se reste­ran­no abbar­bi­ca­ti sul­le attua­li posi­zio­ni di dife­sa del­le pro­prie pre­ro­ga­ti­ve o se — a pre­scin­de­re dall’assetto di pote­re — pren­de­ran­no defi­ni­ti­va­men­te le par­ti di lavo­ra­tri­ci e lavo­ra­to­ri, sia­no essi dipen­den­ti o auto­no­mi, facen­ti par­te di ambi­ti coper­ti dal­la con­trat­ta­zio­ne col­let­ti­va o meno, con con­trat­to o fal­si col­la­bo­ra­to­ri.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

I padroni dicono di no a tutto. E per questo scioperiamo.

La stra­te­gia del capi­ta­li­smo è quel­la di ato­miz­za­re le riven­di­ca­zio­ni, met­ter­ci gli uni con­tro gli altri, indi­vi­dua­re un nemi­co invi­si­bi­le su cui svia­re l’attenzione, sosti­tui­re la lot­ta col­let­ti­va con tan­te lot­te indi­vi­dua­li che, pro­prio per que­sto, sono più debo­li e più faci­li da met­te­re a tacere.
Ma la gran­de par­te­ci­pa­zio­ne allo scio­pe­ro del 13 dicem­bre dimo­stra che la dimen­sio­ne col­let­ti­va del­la nostra lot­ta, del­le nostre riven­di­ca­zio­ni, non è perduta.